marco occhetti

MARCO OCCHETTI, EX KIM DEI "CUGINI DI CAMPAGNA", SUONA IN PIAZZA PER SOPRAVVIVERE: “LASCIARE IL GRUPPO È STATA UNA MIA SCELTA MA NON MI HANNO VERSATO I CONTRIBUTI, SI SONO INVENTATI MILLE SOTTERFUGI. SONO TUTTI TIRATI CON I SOLDI, MA A LIVELLI ESTREMI. ED È FINITA MALE. QUELLA È GENTE FREDDA. DOPO LA MIA USCITA, MI HANNO..." - VIDEO!

 

 

Michele Galvani per “il Messaggero”

 

Dalla campagna alla strada. Il cugino Kim oggi vive così. Suonando nelle piazze romane per sbarcare il lunario, come un talentuoso sconosciuto qualsiasi. Lontani i palcoscenici, le tv, i falsetti e i capelli biondi riccioluti. Lontanissima Anima mia.

MARCO OCCHETTI

 

«La mia situazione è drammatica, da 5-6 anni sono costretto a sopravvivere così. E neanche bene», racconta Marco Occhetti, 58 anni, in arte Kim, dall' 86 al 94 voce e chitarra dello storico gruppo I Cugini di Campagna, nato nel 1970 e ancora attivo. Per ascoltarlo basta andare nelle piazze del Centro storico di Roma, da Navona al Pantheon, dove si può suonare «solo 2 ore al giorno - spiega - perché ho una licenza regolare rilasciata dai vigili per esibirmi ma dalle ore 16, sia in inverno sia in estate e nello spazio di 2 ore ci dobbiamo alternare in quattro per forza. Quindi a me restano 20 minuti, massimo 30. Troppo poco».

MARCO OCCHETTI

 

E così arrivare a fine mese diventa una mezza impresa. «Ho mamma e fratello invalidi, poi ho una figlia. Tutti sulle mie spalle. A volte sto sotto a un treno, faccio debitini tipo Paperino. Ma non mi vergogno, per fortuna dicono che sono bravo».

 

LA ROTTURA

Bisogna riavvolgere il nastro di quasi di 20 anni per capire come si sia arrivati sin qui. «Lasciare il gruppo è stata una mia scelta - sottolinea Marco, senza alcun pentimento - non ero più in sintonia con loro. Erano troppo attaccati alle vecchie cose, come ad Anima mia. Grandissimo brano, ma poi nella musica bisogna sapersi rinnovare. Come hanno fatto i Pooh. Col tempo sono nate diatribe, anche sulla nostra immagine. E me ne sono andato».

MARCO OCCHETTI

 

Poi, la sassata: «Non mi hanno versato i contributi, si sono inventati mille sotterfugi. Sono tutti tirati con i soldi, ma a livelli estremi. Ed è finita male. Quella è gente fredda. Dopo la mia uscita, mi hanno messo i bastoni tra le ruote. Non volevano che usassi il nome della band. Ma per i primi 3-4 anni ho vissuto sulla scia della popolarità come ex voce dei Cugini di Campagna. Poi la cosa è andata scemando. E la situazione è precipitata».

 

MARCO OCCHETTI

Quasi tutti i giorni parte da Fiano Romano, paesino a Roma Nord dov' è cresciuta Sabrina Ferilli, per andare nel cuore della Capitale a far ascoltare la sua musica. «Sono un autore, ho tanti brani miei, scrivo spesso», precisa. Quando è in strada, oltre a ricevere la classica offerta libera, vende un cd evergreen a pochi euro con le cover di classicissimi, come Hey Jude, Wish you were here, Father and son, Your song «ma sono registrati male, a casa di un amico che mi aiutato con i mezzi che ha». Ecco, parliamo di solidarietà.

 

«Nessuno, nessun artista italiano noto mi ha mai dato una mano, una possibilità. Non chiedo molto, soltanto di cantare». Anche i locali, i club, gli hanno chiuso le porte. «Domandano: quanto seguito hai? Devi portare la gente. Quante date mi garantisci? Ma io che ne so. È cambiato tutto, è diventato impossibile».

 

MARCO OCCHETTI E I CUGINI DI CAMPAGNA

L'APPELLO

In coda al ragionamento si torna alla popolarità: «Qualche aficionados mi riconosce e si diverte. A volte canto Anima mia, ma preferisco farne a meno». Per un talent forse non ha l'età «e non ho conoscenze, tutto mi sembra preparato. Invece potrebbero invitarmi a qualche talk show, o anche chiamarmi come concorrente all'Isola dei famosi, visto che ci vanno spesso personaggi molto meno famosi di me».

 

Questione di sliding doors. Anche quando insieme a Bruno Lauzi, poco tempo prima che morisse (nel 2006) «stavamo scrivendo un pezzo, Brava gente, che non siamo riusciti a notificare proprio per la sua scomparsa. Aveva il morbo di Parkinson, ma voleva aiutarmi. Sia chiaro, non me ne frega della canzone, la sua morte mi ha addolorato». Ora, dice, ha un «piccolo grande sogno: fare qualcosa a teatro, anche una cosa di nicchia». Sempre con l'anima. La sua.

MARCO OCCHETTI

Ultimi Dagoreport

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…