Niccolò Zancan per “La Stampa”
È vaccinato? «No, ma ho avuto il covid». Perché non vuole avere il green pass? «Perché lo considero un'imposizione antidemocratica». Come farà senza stipendio? «Io vivo di poco». Il professor Christian Stadler, 55 anni, insegnante di Diritto all'istituto commerciale di Merano ha appena comunicato la sua decisione all'intendenza scolastica dell'Alto Adige.
Fra quattro giorni riceverà la lettera di sospensione dal servizio, al suo posto cercheranno un supplente. Nella provincia con meno vaccinati d'Italia, lui è uno dei 4.737 dipendenti del settore della scuola che hanno scelto di non immunizzarsi su un totale di 19.143 assunti. Statistiche non ufficiali aggiungono un dato: fra gli insegnanti in lingua italiana i No Vax sarebbero il 10%, fra quelli di lingua tedesca il 25%.
È stato un agosto da record a Bolzano. «Non dico come ai tempi belli, ma quasi», racconta Gerald Wilhem davanti alla sua giostrina di Piazza Walther. «Visto che non si possono fare viaggi esotici, noi qui facciamo il pieno di turisti svizzeri e tedeschi, oltre agli italiani. I prezzi degli alberghi sono alle stelle e per le vie del centro storico non si riesce quasi a passare». Pochissimi usano la mascherina all'aperto.
Alcuni ristoranti hanno istallato dei totem in grado di leggere il green pass sulla porta d'ingresso. Nessuno in Italia ha fatto peggio di Bolzano nel rapporto fra dosi di vaccino ricevute e dosi somministrate. La media nazionale è al 90%, il Trentino è al 91%, qui precipita all'82%. Perché, oltre al record di turisti, avete anche il record di No-Vax? «Perché la gente qui è chiusa e testona», dice sconsolato il giostraio Wilhem.
Anche il professor Stadler dice la sua, di segno totalmente opposto: «È una questione culturale, siamo un popolo di frontiera, rivendichiamo da sempre la nostra autonomia decisionale. Qui la popolazione è connessa alla natura e ha un pensiero di libertà». Facciamo notare che la libertà individuale finisce dove incomincia la libertà degli altri, non si può essere liberi di infettare il prossimo.
E il professor Stadler replica così: «Tenetevelo voi questo mondo distopico. Tutto quello che sta succedendo non ha più niente a che fare con un governo liberale e democratico. L'intoccabilità del singolo individuo per me è il principio primo. Non hanno avuto il coraggio di imporre l'obbligo vaccinale, ma adesso vogliono obbligarmi a farlo attraverso il ricatto economico. Mi arrangerò senza stipendio! Sapete cosa sta succedendo qui? Che molti colleghi si mettono in aspettativa, una mia amica mi ha appena detto di essersi licenziata. Altri staranno in malattia. Non tutti sono disposti ad accettare le imposizioni antidemocratiche».
Così parlano i No Green Pass altoatesini. Domenica pomeriggio erano in tremila ai Prati del Talvera, il più grande parco della città. L'avvocatessa Renate Holzeisen è una dei leader della protesta, sta raccogliendo tutti i casi di licenziamento del personale medico e scolastico dell'Alto Adige per opporre ricorso in ogni sede.
«Sono così numerosi che non ce la facciamo più a seguirli. Accetto di parlare con voi a una condizione. La prima cosa che dovete scrivere è che, per la stragrande maggioranza, noi non siamo No Vax, noi siamo contro questo vaccino. Gli altri li abbiamo sempre fatti, ma questo è un siero sperimentale. Che, forse, io mi auguro di no, potrebbe avere conseguenze dannose sulla salute, ma che intanto sicuramente non sta avendo il potere di bloccare l'infezione».
Distorcono i fatti, citano statistiche che hanno soltanto loro, studiano come appellarsi in ogni tribunale d'Europa. E intanto, lunedì 6 settembre, proprio qui da Bolzano ricomincia l'anno scolastico italiano. Il piano della provincia autonoma è questo: tamponi salivari gratuiti, su base volontaria, per tutti gli studenti di ogni ordine e grado, due volte alla settimana.
E per sostituire i professori refrattari al Green Pass, intendono cercare fra i molto giovani e fra i più vecchi. «Parlo della mia scuola, l'istituto Bolzano Europa 2», dice Marco Fontana presidente provinciale dell'associazione nazionale presidi. «Ecco la situazione: 150 dipendenti. Io so informalmente che, fra questi, ce ne sono diversi non vaccinati. Ma al primo giorno di riunioni solo un insegnante è venuto a comunicarmi la sua ferma contrarietà al green pass. Ho preso atto, seppur con dispiacere, della sua decisione. Lui era consapevole di quello a cui sta andando incontro, io ho evitato prediche inutili. E adesso farò quello che devo fare».
In Alto Adige si parla di assumere come supplenti ragazzi dell'università oppure di trattenere insegnanti che dovevano andare in pensione proprio quest'anno. «In ogni caso sono scelte che non condividiamo», dice Petra Nock del sindacato autonomo altoatesino ASGB. «Questa non è qualità nella scuola. È solo tappare buchi».
IL VACCINO RENDE LIBERI sulle magliette dei no vax
Lunedì, dopo un mese senza vittime, una signora di sessant'anni è morta di covid a Bolzano. Il dato dei contagi, in crescita come in tutta Italia, era di 90 nuovi casi: 26 pazienti ricoverati in ospedale. Le bufale dei No Vax hanno proliferato anche qui come ovunque.
Qualcuno era riuscito anche a far girare la calunnia che l'Asl pagasse i parenti dei morti perché dichiarassero, falsamente, che erano morti di covid. «Sappiamo di vivere in un contesto geografico e culturale particolare», dice il direttore sanitario del distretto Pierpaolo Bertoli.
«Che qui ci sia una forte resistenza ai vaccini non è un fatto nuovo. Stiamo cercando di raggiungere tutti, facendo informazione e offrendo un servizio capillare: andiamo nei paesi con un pullman per le vaccinazioni, andiamo nelle scuole. Ma se continua così non credo che a fine anno avremmo raggiunto l'obiettivo».
Fra i 10 mila dipendenti del personale sanitario, gli irriducibili sono 600. È una protesta più intima che ostentata. Ieri a manifestare contro il green pass alla stazione di Bolzano c'erano quattro persone.