Alessio Lana per il "Corriere della Sera"
Mentre in Europa si discute di terza dose c'è chi, in Germania, dovrà rifare la prima. Il Paese ha richiamato 8.557 persone dopo aver scoperto che un'infermiera avrebbe somministrato soluzione salina al posto del vaccino.
Secondo le prime indagini il fatto sarebbe accaduto tra marzo e aprile al centro vaccinale di Roffhausen, nel Nordovest del Paese, dove la donna lavorava per la Croce Rossa. Le prime avvisaglie sono arrivate quando l'infermiera ha confidato a un collega di aver iniettato della banale soluzione fisiologica a sei pazienti per nascondere la caduta di una fiala di Pfizer-BioNTech.
Una confessione che è stata subito riportata ai superiori facendo scattare un'inchiesta che deve rispondere a molte domande. La prima è il movente che ha spinto l'infermiera a un tale gesto anche se alcune sue esternazioni sui social fanno pensare sia una no vax.
La seconda è se si è limitata a quei sei pazienti o se è andata avanti. Proprio da qui nasce il richiamo di massa per accertare chi ha gli anticorpi e quindi ha ricevuto il vaccino. Non si sa poi se la donna è stata fermata o arrestata e con quale accusa.
Non è infatti la soluzione iniettata a rappresentare un problema, è del tutto innocua come assicurano gli esperti, ma il periodo in cui ciò sarebbe avvenuto. Si era infatti ai primi passi delle vaccinazioni, quando avevano la precedenza le persone più esposte al virus, ovvero anziani over 70, medici, insegnanti e personale sanitario. In via cautelativa comunque è stato attivato un numero verde per informare la popolazione e i diretti interessati sono stati contattati via mail o per posta per capire se devono ricevere ancora la prima dose mentre si discute già della terza.
Gli esperti sono divisi e l'Oms la giudica prematura. Raccomanda di dare la priorità ai Paesi più poveri così da colmare il distacco ma alcuni governi si sono già mossi. Il primo è l'Ungheria che fin dal primo agosto dà la possibilità, a chi ha completato il ciclo da almeno quattro mesi, di decidere se fare un terzo richiamo scegliendo da un menù di otto vaccini diversi.
Oltre ai soliti noti ci sono il russo Sputnik V, i cinesi Cansino e Sinopharm e Covishield, la versione indiana di AstraZeneca. Anche Israele ha già cominciato a offrire il richiamo ter agli immunodepressi e agli over 60 vaccinati da almeno cinque mesi mentre la Francia ha confermato ieri che da metà settembre offrirà il «booster» alla popolazione più fragile. Si parla di settembre anche per la Gran Bretagna, che ancora non ha ufficializzato la propria posizione ma sta lavorando a un piano imponente, da quasi 2,5 milioni di somministrazioni alla settimana, che coinvolgerà anche le farmacie.
Stesso periodo per la Germania, che vorrebbe coprire soprattutto immunodepressi, anziani e operatrici delle case di riposo. Un mese dopo, a ottobre, dovrebbe scattare il piano italiano. Controversa invece la situazione negli Stati Uniti: almeno 1,1 milioni di persone soprattutto in Florida, Ohio, California e Illinois avrebbero ricevuto il richiamo ter ma senza alcuna autorizzazione ufficiale e si crede che la stima sia al ribasso perché il rapporto del locale Cdc considera solo chi ha ricevuto Pfizer e Moderna ma non Johnson & Johnson. Nei prossimi giorni comunque dovrebbe arrivare il via libera dall'Fda. L'obiettivo è partire dagli immunodepressi il prima possibile.