lee yong-soo

LA TRAGICA STORIA DI LEE YONG-SOO, 94ENNE COREANA CHE VENNE RAPITA DAI SOLDATI GIAPPONESI PER ESSERE VIOLENTATA DURANTE L’OCCUPAZIONE DEL SUO PAESE DURATA FINO AL 1945 –  LE “DONNE DI CONFORTO” ERANO DELLE RAGAZZE STRAPPATE ALLA FAMIGLIA, RECLUSE E COSTRETTE A SODDISFARE LE FREGOLE SESSUALI DEI MILITARI NIPPONICI - ORA SI BATTE PER RICEVERE DELLE SCUSE DAL GIAPPONE: “QUANDO MI RAPIRONO AVEVO 14 ANNI, UN SOLDATO INIZIÒ A PICCHIARMI. LE ALTRE MI SUGGERIVANO DI FINGERMI MORTA. UN GIORNO PERSI TANTO SANGUE, AVEVO AVUTO UN ABORTO...”

Estratto dell’articolo di Gianluca Modolo per “la Repubblica”

 

lee yong soo 3

«Ti vengo a prendere alla stazione, così mangiamo assieme». Puntualissima, a mezzogiorno, Lee Yong-soo si presenta con uno splendido hanbok grigio perla con fiorellini ricamati, appoggiata al suo bastone. «Dammi la mano, cerchiamo un posto che faccia buona cucina coreana».

 

Davanti ad un piatto di bulgogi la 94enne “Nonna Lee”, come tutti qui a Daegu la chiamano, inizia a trovare le parole per raccontare la sua storia, terribile e straordinaria. È una delle nove sopravvissute (l’unica ancora in grado di parlare) delle “donne di conforto” coreane. Termine orribile. Sarebbe più giusto chiamarle schiave.

 

militari giapponesi in corea

Quelle decine di migliaia di ragazze rapite e costrette a prostituirsi nei bordelli per soddisfare le truppe imperiali nipponiche durante gli anni dell’occupazione della Corea, dal 1910 al 1945. «Da più di trent’anni, da quando per la prima volta decisi di parlare dopo la paura e la vergogna che mi avevano bloccata, chiedo solo una cosa al Giappone: scuse, sincere. Le sto ancora aspettando. Ma non mi arrendo».

 

Gesticola continuamente Lee, la voce ogni tanto trema e prova a trattenere le lacrime. «Quando mi rapirono ero soltanto una bambina, avevo 14 anni». È una donna con una forza incredibile. «Ho incontrato Papa Francesco qualche anno fa: mi regalò un rosario che custodisco gelosamente», racconta mentre ci spostiamo nella sala da tè di un amico vicino casa sua. Ha testimoniato davanti al Congresso Usa.

 

lee yong soo

Ha viaggiato per l’Asia per raccogliere le testimonianze di altre donne come lei - filippine, cinesi, indonesiane - schiave in quelle “stazioni di conforto” militari in tutto il Pacifico: gli storici stimano che siano state tra le 30mila e le 200mila. […]

 

«La mia famiglia aveva un piccolo terreno, coltivavamo riso, ma gli occupanti giapponesi si portavano via tutto. Una sera di ottobre del 1943 portarono via anche me. Dormivo sempre con mia madre, ma quel giorno lei non c’era. Sentii un rumore, fuori dalla finestra vidi una ragazza che mi faceva il gesto di uscire e raggiungerla.

 

Pensavo volesse giocare. Mi mise una mano sulla spalla e l’altra sulla bocca, a quel punto arrivò un militare che mi puntò un’arma dietro la schiena e mi disse di iniziare a camminare.  […] un soldato iniziò a picchiarmi, in testa: quei colpi li sento ancora oggi. Mi prese a calci, mi chiamava ‘feccia coreana’. Non era un gioco, ma ancora non capivo». […]

militari giapponesi in corea 1

 

«Non avevo idea di dove fossi o di cosa ci fosse fuori». Dentro, 5 stanze: la prima volta che le dissero di entrare in una di queste dove la aspettava un ufficiale lei rifiutò. «Mi portarono allora in un magazzino, mi fecero sedere su una sedia e mi legarono i polsi: torturata con delle scosse elettriche. Per diversi giorni rimasi incosciente, mi risvegliai con delle cicatrici. Ho ancora gli incubi».

 

Ricorda di come le altre ragazze all’inizio cercarono di proteggerla: «Ero la più giovane e quando i soldati mi picchiavano le altre mi suggerivano di fingermi morta. Un giorno persi tanto sangue, avevo avuto un aborto». […]

 

lee yong soo 1

Ci resta tre anni Lee in quella base. A guerra ormai finita, nel 1946 riesce ad imbarcarsi di nuovo per la Corea. «Arrivai al porto di Busan con altre ragazze: appena scese ci spruzzarono addosso il Ddt». A casa, in famiglia, non riesce a raccontare quello che le era successo: pudore, vergogna. Non si è mai sposata. «Se mi chiedi i dettagli di quello che eravamo costrette a fare, scordatelo. Neanche ora, dopo 80 anni, certe parole riescono a dirle».  […]

 

Chiede scuse sincere. Scuse arrivate da Tokyo nel 2015, con un accordo da 1 miliardo di yen (6,5 milioni di euro) per le vittime. Fondo poi abolito dalla Corea perché ritenuto insufficiente. Quell’intesa, raggiunta dai ministri degli Esteri dei due Paesi tra cui Fumio Kishida, attuale premier giapponese, in visita domenica e lunedì proprio in Corea - non ha risolto la questione in modo «definitivo e irreversibile».  […]

lee yong soo 2militari giapponesi in corea 2

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)