F. Sp. per “La Stampa”
francesco starace luciano fontana foto di bacco
«Descalzi è Siddhartha? Può darsi. Io però sono Nirvana». Già prima che le nomine fossero decise il quasi ex ad dell'Enel, Francesco Starace, con una battuta andava dicendo ai suoi interlocutori che lui non aveva più né mire né ambizioni sul gruppo elettrico, avendo raggiunto per l'appunto il «Nirvana». Una pace dei sensi contrapposta al soprannome semi-divino con cui qualcuno indica l'ad dell'Eni, gran demiurgo a quanto si dice di molte nomine meloniane.
La battaglia che però l'hedge fund Covalis ha scatenato sull'Enel, con la messa in campo di una lista lunga tesa a scippare la guida del colosso al Tesoro (che ha designato Paolo Scaroni presidente e Flavio Cattaneo ad) sembra aver messo in dubbio le rassicurazioni date da Starace a destra e a manca.
Il caso nasce il primo maggio quando Starace interrompe la festa dei lavoratori per rilasciare una lunga dichiarazione al Sole 24 Ore in cui si dice «a disposizione se qualcuno ha bisogno di mandare avanti temporaneamente la gestione dell'azienda, però all'interno di un limite temporale e di determinati paletti».
E ancora: «Se vince la lista presentata dall'esecutivo e ha bisogno di una mano per il passaggio di consegne sono a disposizione; se vince un'altra lista e ha bisogno di tempo per trovare il ceo non c'è problema».
Parole che al Tesoro sono andate di traverso, avendole interpretate come un appoggio a Covalis, al punto che ci sarebbero state pressanti richieste di un chiarimento urgente affinché sia palese che il manager non sarà l'ad dell'Enel anche nel caso a vincere sia la lista del fondo guidato da Zach Mecelis che ha un candidato presidente, Marco Mazzucchelli, senza nulla aver deciso sull'amministratore delegato.
Le parole di Starace giungono peraltro mentre le votazioni elettroniche per decidere chi vincerà la contesa sono già in corso per gli investitori (come molti fondi anglosassoni) che scelgono per delega e il 10 maggio, giorno dell'assemblea, non si presenteranno fisicamente il 10 maggio a Roma.
L'ira del Tesoro, che fonti descrivevano pronto a intervenire, monta e il manager torna chiarire le sue intenzioni in un'intervista, questa volta a Repubblica: «Ho cercato di spiegare una volta per tutte che non sono intenzionato a restare. Ma lo voglio ripetere un'altra volta: non ho nessuna ambizione a rifare l'ad di Enel».
La battaglia procede senza esclusione di colpi, ma la sfida, come tre anni fa, alla fine la potrebbe vincere Assogestioni su cui, dopo Iss e Glass Lewis, un altro proxy, Pirc, ha dato indicazioni, consigliando pure di votare, come già Iss (il proxy con la maggior audience di mercato), Paolo Scaroni alla presidenza.
daniela e francesco starace foto di bacco
Nel frattempo il fondo Covalis ha scritto agli azionisti Enel per precisare che il voto per la lista di Assogestioni «che è disegnata come una lista di minoranza senza includere un candidato presidente» potrebbe avere la conseguenza di far «fallire l'elezione in cda dell'unico candidato presidente presentato come indipendente», Mazzucchelli, che pure è consigliato da Glass Lewis. La quale suggerisce però di votare per Assogestioni. Come si vede: un gran caos.