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Estratto dell’articolo di Gianluca Zappa per https://www.startmag.it
Gran trambusto in vista del rinnovo dei vertici di Enel. E non solo perché – alla vigilia dell’assemblea dei soci in programma il 10 maggio – fa capolino a sorpresa, e in maniera poco usuale, il numero uno uscente di Enel che si profonde in interviste e precisazioni su una non chiarissima sua “disponibilità” nel passaggio di consegne (a Flavio Cattaneo, amministratore in pectore di Enel dopo le indicazioni del governo), ma anche perché aumentano i riflettori della stampa sul ruolo multipartisan di un super avvocato molto addentro al mondo industriale, finanziario e istituzionale. Ma andiamo con ordine.
CHE COSA HA DETTO STARACE SU ENEL
“Ho cercato di spiegare una volta per tutte che non sono intenzionato a restare. Ma lo voglio ripetere un’altra volta: non ho nessuna ambizione a rifare l’amministratore delegato di Enel”. A pochi giorni dall’assemblea per il rinnovo del Cda di Enel, Francesco Starace torna a precisare – in una intervista a Repubblica – che non vuole avere nessun ruolo in partita e per spegnere le voci che continuano a rincorrersi sul mercato e anche in ambienti politici.
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E ha voluto sottolineare la sua posizione, smentendo che sia legata in qualsiasi modo alla cordata dei fondi alternativa alla lista presentata dal Tesoro: “Ho solo detto, proprio per tacitare le voci, dopo giorni di insistenza e solo allo scopo di bloccarle, che voglio essere utile a una azienda che ho guidato per nove anni per un passaggio di consegne ordinato, qualunque sia il risultato dell’assemblea”.
“Posso dare una mano dopo l’assemblea – aggiunge Starace – ma solo se ce ne fosse bisogno e mi venisse chiesto, per un periodo di tempo molto limitato e solo per l’ordinaria amministrazione. Mi sembra solo una cosa di buon senso”. Ma non si era mai visto un amministratore delegato che rimane dopo l’assemblea, per quanto per un periodo limitato: “E’ vero, ma io non c’entro nulla. Non può essere imputato a me il fatto che si siano presentate due liste […]”.
LE LISTE PER IL CDA DI ENEL E IL CASO SCARONI
Inoltre, in vista dell’assemblea dei soci di Enel del 10 maggio in cui sono state presentate tre liste — del governo, di Assogestioni e dell’hedge fund Covalis con sede alle Cayman — si è palesato in diversi modi un super avvocato con nelle banche, nelle grandi industrie e nelle istituzioni. E’ emerso […] un parere pro veritate del giurista e avvocato Andrea Zoppini in merito all’indipendenza del candidato alla presidenza del Tesoro Paolo Scaroni, che nell’accettare la candidatura non ha dichiarato di essere in possesso dei requisiti di indipendenza e così è stato indicato dal Mef sulla lista.
L’AZIONE DEL SUPER AVVOCATO ZOPPINI PRO SCARONI
Scaroni (ceo di Enel dal 2002 al 2005) — si legge nel parere — ha agito «in via prudenziale» ed «è da ritenere che presenti i requisiti di indipendenza previsti sia dal Tuf sia dal Codice di corporate governance». […] Nel frattempo […] lo stesso Zoppini ha presentato un esposto in Consob per presunte anomalie informative.
L’ESPOSTO DI ZOPPINI ALLA CONSOB
Come ha scritto il Sole 24 ore, “Zoppini ha preso carta e penna e ha scritto una lettera alla Consob per segnalare anomalie informative sulle decisioni prese dai proxy in vista dell’assemblea dei soci Enel”. Insomma, il super avvocato romano ha presentato una sorta di esposto (per conto di chi? Di Scaroni? Di Cattaneo? Di altri ancora?). Ma, soprattutto, contro chi? Secondo ambienti di avvocati d’affari, per Zoppini ci sarebbero anomalie nelle modalità in cui un report del proxy advisor Frontis, in cui si raccomandava di votare per la lista Covalis, è divenuto pubblico (qui la notizia divulgata da Reuters).
Il proxy già il 30 aprile ha diramato una nota in cui si legge che Frontis Governance non emette delle “raccomandazioni di voto” indirizzate alla generalità degli investitori: “Le analisi di Frontis Governance sono realizzate sulla base delle linee guida di ciascun singolo cliente investitore istituzionale. […]Il testo riportato dalla stampa non riflette quindi necessariamente l’analisi svolta per altri investitori istituzionali, che adottano ciascuno i propri principi di governance e linee guida per il voto” […]
LA DIMENTICANZA DEL CORRIERE DELLA SERA
Il Corriere della sera, forse per motivi di spazio, nell’articolo su Zoppini non ha menzionato un’indiscrezione che due giorni fa ha pubblicato Start Magazine sempre sull’attività del legale romano: “gira voce che Zoppini di recente abbia lavorato anche per il fondo Covalis sul dossier Enel”.
CHE COSA HA SCRITTO PAOLUCCI (EX LA STAMPA, ORA A VERITA&AFFARI) SU ZOPPINI E COVALIS
Tra Milano e New York si vocifera di una parcella di circa 10mila euro. Il contenuto del lavoro di Zoppini per Covalis è stato svelato oggi dal cronista finanziario ex La Stampa e ora a Verità&Affari, Gianluca Paolucci:
“Per conto di Covalis, secondo quanto ricostruito da Verità & Affari, Zoppini ha risposto a quattro quesiti. Relativi alla composizione delle liste, ai vincoli per gli accordi tra investitori, alle norme che regolano la ripartizione dei consiglieri tra le varie liste e ai limiti imposti dalla normativa sul golden power. […]”.