DAGONEWS
CARLOS TAVARES JOHN ELKANN - STELLANTIS
Forse bisognerebbe spiegare a Carlos Tavares, ceo e sovrano di Stellantis, e all’azionista John Elkann, che non è sufficiente applicare un’etichetta con un nome ad un prodotto per dichiararlo Made in Italy.
Prendiamo il nuovo “gioiellino” di casa Fiat: la 600e (elettrica). In pratica è una brutta copia della Peugeot 2008, progettata e costruita in Francia. Per non aggiungere costi, è stata utilizzata la stessa piattaforma (la eCMP) ed è stata modificata la carrozzeria.
Non solo, l’auto viene prodotta in Polonia, nello stabilimento di Tychy, per cui di “Made in Italy” non ha proprio nulla, se non l’etichetta con cui viene pubblicizzata.
E’ bene ricordare che nel giugno 2020 il governo Conte 2 ha erogato con garanzia Sace, 6,3 miliardi a favore di Fca, e gli azionisti si sono immediatamente di pagarsi un dividendo straordinario, in Olanda, di 5,5 miliardi di euro: nessuno aprì bocca, tanto meno i sindacati, sempre pronti a lagnare.
Un anno dopo (era il giugno 2021), nasce ufficialmente Stellantis, che incorpora Fca e tutti i suoi marchi, senza dare al Governo italiano nessuna assicurazione su investimenti e occupazione. In quel caso i sindacati commentarono entusiasti.
Morale della fava: oggi Stellantis produce in Francia 1 milione di auto con 15 modelli, in Italia 400mila con 7 modelli, con l’eccezione che il 90% dei componenti per i veicoli elettrici e ibridi vengono prodotti sempre Oltralpe, e all’Italia rimane un misero 10% in un unico stabilimento.
E’ sempre bene ricordare che, nel frattempo, negli impianti italiani ci sono stati 7500 esuberi, in quelli francesi nessuno, eppure nessuna mobilitazione nazionale è stata attivata. Ai tempi di Marchionne, la produzione era superiore a quella attuale del 30% e Landini non faceva altro che agitare le folle contro il nuovo contratto . Non è forse il caso che qualcuno risponda ai nostri lavoratori di questa lenta, inesorabile discesa dell’industria italiana?
FIAT 600 1 carlos tavares john elkann