I TEDESCHI STANNO MANDANDO MUSK FUORI DI TESLA - LA CASA AUTOMOBILISTICA AMERICANA VUOLE APRIRE UNA “GIGAFACTORY” IN GERMANIA MA NON TROVA DIPENDENTI E MANAGER. IL MOTIVO? VOLKSWAGEN HA DECISO CHE CHI LASCERÀ IL GRUPPO PER LA CONCORRENTE NON POTRÀ MAI PIÙ TORNARE A LAVORARE PER LORO. NON SOLO: CHI SI VORRÀ CONCEDERE UN ANNO SABBATICO AVRÀ GARANTITO IL 70% DELLO STIPENDIO
Tonia Mastrobuoni per www.repubblica.it
E' la guerra dei mondi, il duello tra modello europeo e americano, la sfida tra solidità operaia tedesca e creativa ma spietata mentalità pionieristica americana, sullo sfondo di una titanica guerra tra concorrenti globali, Tesla e Volkswagen. A pochi mesi dalla prevista apertura della Gigafactory della Tesla in Brandeburgo, un articolo dell'Handelsblatt ha rivelato che l'azienda di Elon Musk ha problemi a reclutare dipendenti e manager.
PROGETTO GIGAFACTORY TESLA A BERLINO BRANDEBURGO
Da un lato i tedeschi preferiscono i contratti classici, più solidi ed eventualmente meno redditizi di quelli offerti dagli americani. Dall'altro il più potente colosso rivale, Volkswagen, è già in trincea e ha addirittura deciso una contromossa che a Wolfsburg è stata ribattezzata "lex Tesla". Tra i colletti bianchi, chi lascerà il gruppo per la concorrente americana, difficilmente potrà tornare alla Vw. E i tedeschi hanno appena deciso che chi si vorrà concedere un sabbatico avrà garantito comunque il 70% del suo stipendio.
STABILIMENTO VOLKSWAGEN A WOLSFBURG
Tesla ha cominciato un anno fa a cercare 350 dirigenti e manager per il sito di Grünheide, ma faticherebbe ancora a trovarne due terzi. Una ragione potrebbe essere la riluttanza, soprattutto in pandemia, a lasciare un posto sicuro: già in autunno un sondaggio Odgers Berndtson dava conto di un 44% di dirigenti indisponibili a cambiare lavoro. Anche tra i colletti blu il reclutamento procede a rilento: a dicembre ne erano stati assunti 2.000 su 7.000. Ma le ragioni per i problemi degli americani ad assumere in Germania potrebbero essere anche altre.
Un ruolo importante potrebbero averlo assunto anche le opposte tradizioni lavorative. Nel gruppo Vw, ad esempio, il 90% dei lavoratori è sindacalizzato. Quanto alla rivale Tesla, il sindacato metalmeccanico IgMetall sta tentando invano da mesi di trascinare l'azienda al tavolo per negoziare un contratto.
Inoltre c'è un diverso approccio anche nei contratti manageriali. Ai piani alti della Vw si guadagna tra 95 mila e 105 mila euro. E i top manager possono arrivare anche a 500 mila euro. Ma la parte variabile del contratto arricchisce le buste paga circa di un quarto. Nell'americana Tesla questa quota legata alle prestazioni dei dirigenti è molto più generosa.
A fronte di buste paga mediamente in linea con quelle del gruppo di Wolfsburg - tra 72 mila e 102 mila euro - Tesla riconosce fino al 40% di bonus e altri benefici. Comprese le azioni di una delle stelle della finanza globale: il valore delle azioni Tesla è decuplicato in tre anni da circa 50 dollari agli attuali 600.
Certo, commenta l'Handelsblatt, Tesla è l'emblema di una "spietata cultura della performance". I suoi collaboratori narrano di "rapide possibilità di carriera" a fronte di una forte disponibilità al sacrificio, ma anche delle chance molto più elevate "di finire per strada", se i risultati non corrispondono alle aspettative. D'altra parte, persino i cacciati dall'azienda di Elon Musk hanno sempre continuato a parlarne come di un posto straordinario, intriso della cultura creativa del fondatore e di un forte spirito di squadra. Saranno sufficienti a smuovere i coccolatissimi lavoratori tedeschi, più abituati a tutele di ferro ma anche a gerarchie rigide e carriere lente?
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