silicon valley

SEDOTTI E ABBANDONATI DALLA SILICON VALLEY (CHE SVELA IL SUO LATO BRUTALE) – L’ONDATA DI TAGLI AL PERSONALE NEI GIGANTI DELLA TECNOLOGIA, DA GOOGLE A MICROSOFT, LASCIA SOTTO CHOC DECINE DI MIGLIAIA DI INGEGNERI E TECNICI VENTENNI E TRENTENNI, LICENZIATI IN TRONCO CON UNA MAIL – LA “MEGLIO GIOVENTÙ” DELL’ERA DIGITALE, “COCCOLATA” PER ANNI DALLE AZIENDE, TRA BONUS E BENEFIT, NON AVEVA MAI PRESO IN CONSIDERAZIONE LA POSSIBILITÀ DI PERDERE IL LAVORO E ORA È COSTRETTA AD ANDARE DALLO PSICOLOGO…

Estratto dell'articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

licenziamenti silicon valley

[…] Nella Silicon Valley l’ondata di licenziamenti degli ultimi mesi nei giganti della tecnologia – da Google a Facebook, da Amazon a Microsoft – ha lasciato, invece, sotto choc decine di migliaia di ingegneri, tecnici e computer scientist ventenni e trentenni: la «meglio gioventù» dell’era digitale non aveva mai nemmeno preso in considerazione la possibilità di perdere il lavoro. L’improvvisa scoperta della propria vulnerabilità porta dritti dallo psicologo.

 

GOOGLE AMAZON NETFLIX FACEBOOK

Anche perché aziende come Google che avevano sempre coccolato i loro dipendenti — alti stipendi, stock option, bonus generosi e una serie di servizi gratuiti, dai massaggi alla fisioterapia, alla lavanderia e ai pasti gratis preparati da chef celebri — ora licenziano con un messaggio di posta elettronica. […]

 

google

Sul piano numerico i licenziamenti – a parte lo tsunami di Elon Musk che a Twitter ha più che dimezzato l’organico – non hanno dimensioni epocali. I 12 mila eliminati da Google sono il 6 per cento dell’organico di un’azienda passata in meno di vent’anni da 5 a 187 mila addetti. Le altre imprese di big tech per ora hanno annunciato riduzioni analoghe o poco superiori.

 

Una crisi dolorosa ma assai meno grave dello scoppio della bolla tecnologica che nel 2000 costò il posto di lavoro a un milione di americani. Eppure lo choc è profondo: culturale prima ancora che per la perdita di reddito. E anche per chi resta in azienda la sensazione è quella della fine di un mondo.

 

licenziamenti silicon valley

L’effetto psicologico è devastante perché di 50enni che hanno vissuto la crisi di 22 anni fa ne sono rimasti pochi: in Silicon Valley ci sono soprattutto giovani entrati nel mercato del lavoro dopo quella crisi. Hanno vissuto un ventennio di crescita continua in aziende che sembravano esentate dal rispetto delle leggi di gravità dell’economia.

 

Si sentivano invulnerabili: mai pensato di poter essere licenziati, abituati a considerare l’azienda un luogo amichevole, viziati da chi, come Larry Page e Sergey Brin di Google, respingeva la logica arcigna di Wall Street. […]

 

LICENZIAMENTI META- FACEBOOK

Sembrava il migliore dei mondi possibili anche se i dipendenti avevano cominciato a chiedere di più: ingegneri ventenni appena assunti, dopo sei mesi volevano aumenti e ruoli di responsabilità minacciando di andarsene. Con le aziende in rapido sviluppo ma che non potevano più assumere laureati all’estero, — prima per le restrizioni di Trump, poi per le frontiere chiuse dalla pandemia — il coltello dalla parte del manico l’avevano loro.

 

Ora è tutto finito: le imprese tecnologiche sono di nuovo soggette alla forza di gravità. I profitti calano, gli investimenti fantasiosi dei laboratori di Google X vengono cancellati e la frenata del settore complica il riassorbimento dei licenziati. Ma anche per chi rimane le cose cambiano: basta con la favola dei dipendenti coccolati (Google ha licenziato anche i 27 fisioterapisti) e fine della sicurezza.

 

meta

Ora tutti si sentono sull’orlo del baratro dopo aver visto gente da vent’anni in Google passare dagli elogi al licenziamento comunicato via mail. Sull’indirizzo privato perché quello aziendale è già stato disattivato per paura di vendette elettroniche: fuori azienda senza neanche poter salutare i colleghi.  Adesso anche la Silicon Valley ragiona con le logiche di Wall Street, rese più aspre dall’uso brutale della tecnologia. […]

microsoft MARK ZUCKERBERG

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