di maria capello

“ALTRO CHE GIOCO, VISTO DI MARIA? UN FUORICLASSE. LA DIFFERENZA LA FANNO I CALCIATORI” - IL TACKLE DI FABIO CAPELLO: "ABBIAMO COPIATO LE COSE PEGGIORI DEL "GUARDIOLISMO", A PARTIRE DAL POSSESSO PALLA: ADESSO PEP SI È EVOLUTO, HA INNESTATO IL CENTRAVANTI, E NOI ABBIAMO TOLTO OGNI RESPONSABILITÀ AI GIOCATORI CHE CON I PASSAGGI LATERALI NON RISCHIANO PIÙ” – HAALAND? ASSOMIGLIA A VIERI MA IN AREA DI RIGORE IO RIVEDO BATISTUTA. E FISICAMENTE, NON TECNICAMENTE, IBRAHIMOVIC” - "MILAN-JUVE? RISCHIANO DI PIU’ I BIANCONERI. ALLEGRI HA PAGATO LE ASSENZE” – E SUL MONZA DI BERLUSCONI E GALLIANI…

Antonio Barillà per “la Stampa”

 

capello

Milan-Juventus è un romanzo autobiografico che abbraccia trentasei stagioni: geometrie e gol negli anni Settanta, poi, fino al nuovo millennio, alchimie tattiche e urla in panchina.

 

Fabio Capello, oggi opinionista Sky, è stato regista e tecnico vincente sui due fronti, per carattere non indugerà troppo sui ricordi ma sentirà emozioni particolari: «Sono legato a tutte le mie squadre, le seguo con attenzione e passione, e questa sfida è sempre stata di spessore: quando allenavo a Milano la Juve era l'avversario da battere e negli anni di Torino i rossoneri erano primi rivali».

 

Domani sarà un confronto importante, ma la classifica sottrae un po' di fascino.

«Il Milan ha appena perso a Londra in Champions League, però gioca bene e in Italia è in auge. La Juventus ha avuto dei problemi e scontato l'handicap degli infortuni: in campo non s' è mai vista la squadra immaginata da Allegri. È un aspetto poco evidenziato, e invece cambia molto: visto Di Maria con il Maccabi?»

 

di maria

Tocchi deliziosi e assist decisivi

«Hai voglia discutere di schemi e gioco, la differenza la fanno sempre i giocatori: un fuoriclasse magari non fa tante cose, ma tocca tre palloni e manda in porta due compagni. Altro esempio chiarissimo è Haaland: le sue qualità esaltano il sistema del City».

 

Di Maria ha proposto verticalizzazioni ormai inusuali.

«Abbiamo copiato le cose peggiori del "guardiolismo", il possesso palla e i passaggi laterali: adesso lui si è evoluto, ha innestato il centravanti, e noi abbiamo tolto ogni responsabilità ai giocatori che poggiando a lato non rischiano più. Sul primo gol della Juve, un giocatore normale avrebbe fatto questo, Di Maria invece ha visto scattare Rabiot e l'ha messa dentro: serve visione, non solo coraggio».

 

Chi le ricorda Haaland?

«Il referendum di Sky ha decretato Vieri: gli assomiglia, ma in area di rigore io rivedo Batistuta. E fisicamente, non tecnicamente, Ibrahimovic».

 

Vlahovic è l'Haaland della Juventus?

«Possiede grandissime doti, ma può fare molto di più: il salto in un grande club aumenta la responsabilità e talvolta pesa, occorre sempre la giusta concentrazione».

capello

Allegri è nell'occhio del ciclone: processo legittimo alla luce dei risultati, ma anni di successi sembrano dimenticati.

«Capita quando diventi famoso: c'è chi non aspetta altro che un errore per criticarti, senza nemmeno conoscere le ragioni di certi momenti».

 

Secondo lei la Juventus è guarita?

«Con il Bologna ho constatato una determinazione mai vista prima, la vittoria con il Maccabi Haifa è stata preziosa ma il calo d'attenzione finale deve far riflettere».

 

Chi rischia di più domani a San Siro?

«Entrambe le squadre, ma la Juventus è più indietro: il Napoli va forte, gioca bene e ha già 7 punti di vantaggio, se dovesse volare a +10 una rimonta diventerebbe dura nonostante i due scontri diretti».

Eppure i bilanci di mercato descrivevano la squadra di Spalletti indebolita.

Angel Di Maria Juventus

«A volte, quando perde giocatori importanti, un allenatore motiva i nuovi esortandoli a dimostrare parità di valore. È uno stimolo impressionante, si sentono tutti coinvolti: perfino l'assenza di Osimhen in questa fase è mascherata».

 

Il crollo del Milan con il Chelsea è da attribuire alle assenze?

«Di sicuro hanno inciso riducendo la possibilità di innestare freschezza e qualità attraverso i cambi, ma la differenza l'hanno tracciata soprattutto il ritmo e la grinta superiori degli inglesi: in Premier è normalità, in Italia meno. Infatti il Milan, che pure in Italia viaggia spedito, ha sofferto».

 

Un gap che si trascina.

«Ma le cose stanno cambiando, ci sono allenatori che cercano un calcio più dinamico, verticale e veloce: Gasperini, Sottil, Juric, Italiano».

 

FABIO CAPELLO

Atalanta e Udinese, in effetti, volano.

«Il nuovo modo di pensare e giocare viene premiato. Certo, oltre al dinamismo, ci vuole qualità».

Il Toro fatica.

«Ma non bisogna fermarsi ai risultati del momento: la squadra si muove bene e si vede che segue l'allenatore».

A proposito di ritardi in classifica, che dice dell'Inter?

«Che sconta l'assenza di Lukaku, un altro che fa la differenza, e che deve decidere chi è il portiere titolare: l'alternanza, a mio giudizio, non paga. La notte di Champions con il Barcellona ha offerto segnali confortanti di ripresa, adesso serve continuità».

erling haaland

 

Berlusconi e Galliani trentacinque anni fa le diedero la panchina del Milan strappandola a una scrivania: adesso, al Monza, hanno lanciato in Serie A Palladino, ripagati da due vittorie di fila.

(sorride) «Si vede che hanno visione».

Tatticamente, cosa s' aspetta dal match di San Siro?

«Il Milan, come sempre, cercherà di fare la partita. La Juventus sarà più portata al controllo e pronta ad approfittare di eventuali difficoltà. Senza Di Maria, squalificato, che qualcosa in più con quel piedino garantiva».-

capelloberlusconi gallianigalliani berlusconicapello

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