la francia in finale

EURO-DOTTO - SARÀ DUNQUE FRANCIA-PORTOGALLO, CHE SI LEGGE POI FRANCIA-CRISTIANO RONALDO. SOLO IL CALCIATORE PIÙ GLAMOUR DEL PIANETA POTRÀ SOVVERTIRE IL PRONOSTICO GIÀ SCRITTO DELLA FINALE. DIFFICILE. LA MARSIGLIESE GIÀ SCORRE A FIUMI - GRIEZMANN, IL MIGLIOR GIOCATORE DI QUESTI EUROPEI

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Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia

 

Sarà dunque Francia-Portogallo, che si legge poi Francia-Cristiano Ronaldo. Solo il calciatore più glamour del pianeta potrà sovvertire se gli parte l’embolo il pronostico già scritto della finale. Difficile. La Marsigliese già scorre a fiumi. Troppi traumi recenti e troppa voglia di dimenticare. Allo Stade Velodrome la prova generale contro i bianchi di Loewe, l’ultimo, vero ostacolo.

 

Per più di un tempo, molto più di un ostacolo, quasi una sentenza. E tutti a masticare l’amaro concetto. La Germania gioca e Francia in vantaggio. Siamo alle solite. Il calcio, unico sport al mondo, non si vergogna di premiare i peggiori. Anzi, tende a considerare snobisticamente questa sua aberrazione un vanto.

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Primi dieci minuti a parte, la Germania fa la partita, invade, come abitudine, la metà campo della Francia, dominante nel fraseggio, nella tecnica e nella fisicità. Kroos, Schweinsteiger e Ozil nascondono palla a Pogba e compagni, presto soggiogati ma onesti nel prenderne tatticamente atto. Tutti in copertura a fare il lavoro sporco, aspettando che la tempesta passi e la carezza amica della sorte.

 

I bianchi di Loew pagano tre cose, le assenze a monte (Hummels su tutti, ma anche Gomez e Khedira), la sfiga a valle (l’infortunio di Boateng) e, collocabile solo nel pianeta dell’assurdo, questa mania di scambiare l’area di rigore per un campo da pallavolo.

 

Bastiano Schweinsteiger, che solo a scriverlo è già domani, replica il muro Boateng contro l’Italia e succede così che Neuer, immenso anche nell’imprecare solo di dentro, si becca il secondo gol consecutivo su rigore. Drammone che capita per i tedeschi nel momento peggiore, a pochi secondi dalla fine del primo tempo. Rizzoli, smaltita la delusione per la mancata finale, recita una delle sue migliori performance arbitrali, sfiancando i ventidue con i suoi gesti da ipnotista. Non sbaglia un fischio.

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Fuori Boateng per l’ennesimo danno al polpaccio, la Germania s’affloscia, senza mai arrendersi, beccando pali e trovando un Loris monumentale, ma pagando davanti anche l’assenza di Gomez o di una sua controfigura, che non è e non può essere l’isterico e inelegante Muller, nella sua peggiore versione.

 

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Il raddoppio del principesco Griezmann, faccia d’angelo e piedino rubato a Lucifero, premia il miglior giocatore di questi Europei. Lo stesso bocciato dopo la partita d’esordio dalle solite saputesse perché “arrivato qui evidentemente spremuto dalle fatiche dell’Atletico e dalla pressione di Ossesso Simeone.

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