mike maignan abbandona il campo udinese milan

“I NOSTRI STADI SONO LUOGHI CRUDELI, BRUTALI, OSCURI” – FABRIZIO RONCONE DURISSIMO SUL CASO MAIGNAN, IL PORTIERE DEL MILAN CHE HA ABBANDONATO IL CAMPO DOPO GLI INSULTI RAZZISTI DAGLI ULTRAS DELL’UDINESE: “IL TIFO COINCIDE CON L’ODIO, TRA SALUTI ROMANI, CORI IN CUI S’INVOCA IL VESUVIO CHE ERUTTI E FOTOMONTAGGI CON ANNA FRANK CHE INDOSSA LA MAGLIA DELLA SQUADRA AVVERSARIA” - L’INDIFFERENZA DEGLI ADDETTI AI LAVORI, TRA CUI IL CT DELL’UDINESE CIOFFI CHE HA PROVATO A “SORVOLARE” SULLA VICENDA - VIDEO

 

1 - LA DURA LEZIONE CHE ARRIVA DAL PORTIERE

Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

 

MAIGNAN UDINESE MILAN

È mortificante per il calcio italiano farsi spiegare proprio da Maignan le ragioni del suo gesto. Le spiega e, con nettezza, aggiunge: è un intero sistema che, adesso, ha l’obbligo di assumersi tutte le responsabilità. La verità è che Maignan legge, ascolta, coglie l’immediato diffondersi di quella certa storica abitudine a sopportare e subito dimenticare gli episodi di razzismo che avvengono, con tragica regolarità, nei nostri stadi.  […]

 

La verità è che, tanti o pochi, erano recidivi e spavaldi, perché sapevano di poter contare sul silenzio complice degli altri spettatori e delle (eufemismo) autorità. Del resto è quello che accade ogni domenica in quasi tutte le Curve (e non solo). Quando il razzismo serpeggia ed esplode in una miscela di cupa ignoranza ed efferata violenza, tra braccia tese nel saluto romano e cori con i quali si augura la morte dell’avversario, s’invoca un Vesuvio che erutti, mentre si diffondono fotomontaggi con Anna Frank che indossa la maglia della squadra avversaria e si perseguita il calciatore nero con versi animaleschi.

 

MAIGNAN UDINESE MILAN

Il tifo coincide con l’odio. I nostri stadi sono luoghi crudeli, brutali, oscuri (e fatiscenti, a voler essere pignoli). Poi Maignan si sveglia e s’accorge che l’Udinese, a distanza di molte ore, non ha ancora diffuso alcuna nota ufficiale di condanna sulla sua vicenda. E che i vertici dello sport si sono limitati alle solite frasi di circostanza. Il portiere del Milan è così costretto a darci un’altra dura, penosa lezione.

 

 

 

 

 

 

 

2 - J'ACCUSE

Estratto dell’articolo di Giulia Zonca per “La Stampa”

 

GABRIELE CIOFFI

Quando Mike Maignan aveva 12 anni guardava le strade di Villiers-le-Bel prendere fuoco. Siamo nella periferia a Nord di Parigi, nel novembre del 2007 e un centinaio di giovani rovescia cassonetti, incendia auto e sfida la polizia accusata di aver ucciso due adolescenti in un bizzarro incidente in moto […]

 

Quattro vittime, tutte afro-francesi come il ragazzino che diventerà portiere della nazionale, del Milan e punto di riferimento di una comunità calcistica stufa di accettare l'intollerabile. Maignan, il giorno dopo i gesti razzisti che hanno interrotto Udinese-Milan e il quieto vivere a cui la Serie A sperava di essersi votata, si è comportato esattamente come ci si aspettava, ha preteso delle reazioni. È abituato a farlo, anche con se stesso.

 

Dopo la partita ha ammesso di essere rientrato in campo solo perché non gli pareva giusto abbandonare la squadra, al rientro a Milano ha scritto: «Non avete attaccato un giocatore, ma un uomo. Non è la prima volta che succede e oggi tutto il sistema deve prendersi delle responsabilità. Chi mi ha insultato, chi ha fatto finta di nulla, l'Udinese, le autorità e la procura. Chi non fa nulla sarà complice».

napoli milan maignan

 

La retorica intorno al razzismo è stantia, però chi scende in campo oggi ha una precisa visione e il coraggio di sostenerla. Non si aspetta più, non ci si chiede più se c'erano azioni diverse da opporre a cori disgustosi, non si sta ad analizzare il contesto sociale, l'orientamento delle curve e le ipotetiche provocazioni. In questo caso inesistenti, eppure, solo nel 2023, l'attaccante del Real Madrid Vinicius ha dovuto giustificare i balli celebrativi, giudicati strafottenti.

 

A un certo punto si è stufato e con lui il suo allenatore, Carlo Ancelotti che ha strappato un altro pezzo di indifferenza e ha preteso di parlare solo del danno, non di tattica e sostituzioni.

 

gabriele cioffi

Sabato, il suo collega Cioffi, alla guida dell'Udinese, ha preferito usare il verbo «sorvolare» ed è superficiale giudicarlo in base a questo, però va preso atto che c'è una mutazione in corso e gli abitanti del pianeta pallone devono decidere dove stare. La stragrande maggioranza dei calciatori non ne può più, la Fifa, con tutte le sue contraddizioni, ha pure indicato la via oltranzista delle partite perse a tavolino come possibile soluzione e Infantino ha detto che probabilmente è ora di abbandonare il gioco. Proprio come voleva fare Maignan. […]

 

MIKE MAIGNAN

Al centro di una comunità che non smetterà di evolvere e crescere e parlare e domandare anche se ci sono federazioni, società e istituzioni che vorrebbero ancora sorvolare. Scusi Cioffi, davvero: non è questione di colpevolizzarla per una singola scelta infelice che può capitare a chiunque, è che proprio non si può sentire. E deve essere chiaro.

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO