FEDERICA PELLEGRINI, NON SOLO UNA MANGIAUOMINI: “HO BACIATO UNA DONNA, MA ERA UNA SERATA ALCOLICA. MAGNINI MI TRADIVA, MANDAI UN PAPARAZZO PER SCOPRIRLO. AVEVO RAGIONE. SI VEDEVA CON LA SUA EX” – LUCA MARIN? USAVA PAROLE PESANTI, PREVARICATORIE. LE DONNE VENGONO SPESSO SMINUITE, QUANDO HO DECISO DI ROMPERE UNA RELAZIONE HO AVUTO TUTTI CONTRO - MATTEO GIUNTA? ALL’INIZIO ERA FREDDO" - LA POLEMICA CON CECCON: “HA CAPITO CHE FARE IL PROVOCATORE FUNZIONA. INFATTI ATTACCA UN PO’ TUTTI, COMPRESO SINNER” – IL PAPA’ PARA’ (“IO SONO DI DESTRA MODERATA”), LA BULIMIA, LA MATERNITÀ E "BALLANDO": “MADONIA AVREBBE DOVUTO BALLARE SIN DA SUBITO CON LA SUA FIDANZATA SONIA BRUGANELLI. POI LA PRODUZIONE HA SCELTO DI ALLONTANARLO, IO HO RISPOSTO…”
Aldo Cazzullo e Arianna Ravelli per il Corriere della Sera - Estratti
federica pellegrini seconda a ballando con le stelle
Da dietro le vetrate si vede la piscina dell’Aniene. I giovani che si allenano e i vecchi coach ogni tanto le rivolgono uno sguardo adorante. Federica Pellegrini — cinque finali su cinque Olimpiadi, record tuttora imbattuto, un oro e un argento olimpici, sette ori mondiali, quattordici ori europei — è una delle più grandi donne nella storia dello sport.
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Suo padre Roberto era parà della Folgore.
«L’ultimo lancio lo fece quando sono nata io. Disse che era la prima volta che si buttava avendo paura di perdere qualcosa. Smise. E andò a fare il barman nei grandi alberghi veneziani, come il Gritti».
In terza media cosa le è venuto in mente di scrivere insulti ai professori sulle porte del bagno?
«Un momento di pazzia, una goliardata, non volevo ferire nessuno. Poi però mi sono autodenunciata, perché io sono un soldato. Hanno chiesto: chi è stato? E mi sono fatta avanti: sono stata io. Si sono stupiti, da me non se l’aspettavano. Ma hanno apprezzato l’onestà».
Papà era di destra?
«Sì».
Democristiano o missino?
«Non era democristiano. Però c’era attenzione anche alle idee dell’altra parte. Papà era molto appassionato alla politica, in casa entravano giornali e libri di orientamenti diversi».
E lei è di destra?
«Sì. Destra moderata».
Giorgia Meloni le piace?
«Con lei ho più che altro una forte solidarietà femminile. Credo non sia facile gestire quel ruolo da donna; anche io, nel mio piccolo, l’ho provato. Spero che una donna faccia grandi cose per le donne. Ma da questo punto di vista direi che possiamo migliorare ancora molto».
federica pellegrini matteo giunta
La storia di Giulia Cecchettin l’ha colpita?
«Sì, tantissimo. Il padre mi ha chiesto di entrare nella Fondazione. Quando è stata uccisa ero incinta di mia figlia. Quella tragedia mi ha portato a pensare al patriarcato, a quante volte le donne vengono sminuite. È successo anche a me».
A cosa si riferisce?
«Quando ho scelto io di rompere una relazione, ho avuto tutti contro. Fossi stata un uomo, sarebbe stato diverso».
Sui giornali ci finisce subito con il suo primo fidanzatino, Gianfranco Meschini, anche lui nuotatore.
«Lì più che altro temevo la reazione di mio padre. Avevo detto che eravamo solo ragazze in vacanza, poi ci hanno beccati... Registravo su un diario tutti i messaggi che mi mandava, e a che ora».
Il primo ricordo pubblico?
«L’Olimpiade di Sydney, che per il nuoto fu fantastica, con i tre ori di Fioravanti e Rosolino».
A quella successiva lei c’era già: Atene 2004.
«L’Olimpiade dell’incoscienza. Ottengo il pass ai campionati italiani, avevo 15 anni. In tv comparivano le pubblicità dei Giochi, i miei mi dicevano “pensa se un giorno andassi anche tu”. Nessuno si immaginava che dopo qualche mese sarebbe successo davvero».
FEDERICA PELLEGRINI THOMAS CECCON
E invece vince l’argento nei 200.
«Impazzisco di gioia, sono felicissima, non capisco perché gli altri attorno a me non lo siano, perché si aspettassero di più. Ma come, ho appena compiuto 16 anni, dovevo fare la mascotte, e un argento non va bene? Se riguardate la gara in tv, anche la voce del telecronista si spegne all’arrivo. È un po’ come il discorso di Benedetta Pilato: nessuno capiva come potesse essere contenta di un quarto posto ai Giochi».
Lei però quando arrivò quarta a Rio 2016 scrisse: «Non è il dolore di una che accetta, è il dolore di una che sa».
«Ero arrabbiatissima, distrutta. Ma perché dovevo vincere una medaglia, e l’avevo persa per un decimo. Dipende da che obiettivi ti dai. Credo che l’ottica con cui si inquadra il fallimento vada cambiata. Questa generazione può farlo».
Pensa mai che se avesse vinto quella medaglia a Rio la sua vita oggi sarebbe completamente diversa? Avrebbe sposato Filippo Magnini, avrebbe smesso di nuotare nel 2016.
MILLY CARLUCCI - FEDERICA PELLEGRINI - SAMUEL PERON - BALLANDO CON LE STELLE
«Sì, tutta la mia vita sarebbe cambiata. È stata la mia sliding door. Con una medaglia a Rio, mi sarei ritirata. Non sono sicura che avrei sposato Filippo, anche se gli avevo già detto di sì. Posso dire che se fossimo andati avanti ci saremmo fatti molto male. Quindi forse è andata bene così».
Perché è sicura che vi sareste fatti del male?
«Con Filippo sono stati sei anni importanti, belli e molto difficili. Lui ha fatto tanto male a me all’inizio, io l’ho fatto a lui alla fine, perché non ero sicura».
Magnini la tradiva?
«Sì, l’ho scoperto due volte. La prima ha lasciato il vecchio cellulare a casa e ho letto i messaggi».
E la seconda?
«Gli ho mandato un paparazzo. Con l’incarico di tenerlo d’occhio a Pesaro, sotto casa sua. Avevo dei sospetti, e avevo ragione: si vedeva ancora con la sua ex ragazza. Ma ho perdonato: finché sono innamorata tendo a farmi andare bene tutto. Quando mi stufo, però, è finita».
Prima di Magnini c’era stato Luca Marin. A Laure Manoudou lei rubò il record del mondo, l’allenatore, Philippe Lucas, e il fidanzato. Marin, appunto.
«No, l’allenatore no (Federica Pellegrini ride), la Manoudou aveva già smesso di lavorare con Lucas! E anche con Marin si erano già lasciati. Laure e io siamo in ottimi rapporti, ho pure partecipato al docufilm sulla sua vita».
Tapiro federica Pellegrini valerio staffelli
Manaudou lancia l’anello di Marin in piscina davanti a tutti. Inizia una specie di soap opera.
«Per la prima volta, il nuoto ebbe le prime tre pagine della Gazzetta dello Sport... Luca aveva un carattere molto difficile, doveva far vedere in pubblico che era l’uomo, usava parole pesanti, prevaricatorie. Io soffrivo, ma ero innamorata, cercavo di trovare il bello. Poi però mi stufo».
Mondiali di Shanghai 2011. Marin la scopre in camera con Magnini e cerca di buttare giù la porta. Come andò?
federica pellegrini angelo madonia
«Non farei il plastico tipo delitto di Cogne da Vespa, però insomma per andare da Filippo dovevo passare davanti alla camera di Luca. Lui mi vide dallo spioncino. Luca e io ci trascinavamo da un po’, la mia intenzione era stare nel limbo fino a dopo i Mondiali, per poi lasciarlo, però mi ha beccata prima. Purtroppo questa vicenda ha coinvolto tutta la Nazionale, che si è schierata, che strano, dalla parte del maschio. Anche quelli che avevano visto come Luca si era comportato con me. Ma se è la donna a decidere, è una stronza».
E quando è iniziata con Matteo Giunta, il suo allenatore?
«Erano passati mesi dalla storia con Filippo. Un giorno ti svegli, ti rendi conto che il torpore è passato. Mi sono accorta che il nostro rapporto non era quello normale tra l’atleta e il suo allenatore».
E lui?
«All’inizio era freddo. Con Matteo mi sono esposta come con nessuno. Ammiccavo, cercavo di mandargli dell’elettricità, ma lui... fermo. E io mi chiedevo: “Capirà?”. Si è lasciato andare solo quando è stato sicuro che era una storia importante».
Torniamo all’inizio, a quel 2004. Lei vince l’argento olimpico a 16 anni, si trasferisce a Milano, e comincia a soffrire di bulimia.
«È l’unica cosa che non rifarei: allontanarmi dalla famiglia così presto. L’adolescenza, il corpo che cambia, io che vivo in costume, sotto gli occhi giudicanti di tutti, l’acne che mi colpisce: tutto andava gestito con la dolcezza di una famiglia attorno. Io invece ero sola. Il mio disagio è sfociato in questo disturbo alimentare. Potevo mangiare tre pacchi di prosciutto e quattro di cracker, o due chili di gelato. Poi vomitavo».
Come ne è uscita?
«Grazie a me stessa. Ho sempre avuto la dote di capire quando chiedere aiuto. Da allora lavoro con uno psicologo».
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Nel 2006, Europei di Budapest, si presenta con una spalla dolorante, non entra in finale. La prima di una serie di cadute e risalite. L’allora ct della Nazionale, Alberto Castagnetti, la raccoglie.
«Mi dice “vieni con me, cambiamo tutto”. In quell’estate si decide il mio futuro di atleta. Mi tatuo l’araba fenice. Inizia il mio rapporto con Alberto. Morì dopo un’operazione di routine al cuore, forse un dosaggio sbagliato dei farmaci, non si è mai capito. Per me fu un dolore fortissimo. Difficile che passi un giorno in cui non rivolga un pensiero a lui; e sono passati 15 anni. Per Alberto mi sono tatuata un mazzo di rose, il disegnatore ha aggiunto una libellula senza che io lo sapessi. È diventato il mio animale guida».
Come mai?
«Non si sa, è una specie di magia. Nel 2019, ai Mondiali di Gwangju che vinsi, c’era sempre una libellula rossa che mi girava attorno. Mia mamma ha sempre pensato che quella libellula fosse Alberto».
Per la nascita di sua figlia non ha fatto tatuaggi?
«Per Matilde c’è il taglio cesareo: non potrei fare tatuaggio più potente».
Com’è fare la mamma?
«Un cambiamento epocale. Me lo aspettavo, ma non così. Io e Matteo abbiamo deciso di vivere la bambina in modo esclusivo: ce ne occupiamo noi o i nonni, senza tate. L’ho portata anche ai Giochi di Parigi, i primi in cui mi sono goduta la finale a bordo vasca».
Pechino 2008: cosa ricorda dell’oro olimpico?
«Un’altra montagna russa. Ci arrivo con il record del mondo dei 400, strafavorita. A Pechino gli orari sono sballati, facciamo le finali alla mattina: sbaglio completamente la tattica di gara, parto troppo piano e arrivo quinta. Riesco a resettare: nello stesso pomeriggio faccio il record del mondo nei 200. Il giorno dopo, la finale non l’avrei persa mai, tanto ero arrabbiata».
E divenne la Divina. Le piace il soprannome?
«Me lo avete dato voi giornalisti. Se lo leggo come “toccata da dio”, nel senso di partecipare di una qualche grandezza, sì, mi piace. Ma non è che me lo dico da sola».
Dopo l’oro, comincia a soffrire di crisi di panico.
«Dovevo ripresentarmi ai Mondiali di Roma nel 2009 da grande favorita. Quell’anno quando nuoto i 400 inizio a provare una sensazione di soffocamento, per me reale, anche se è tutto nella mia testa. Penso di morire. Lavoro con uno psicologo, scavo, fino a quando una notte sogno di nuotare vestita, con un accappatoio addosso».
L’Olimpiade di Londra è stata la sua peggiore.
«Sì, ne ho un ricordo pessimo. Mi sono allenata, ma non riuscivo più a migliorare. Se aggiungete i problemi personali, sono arrivata del tutto fuori forma».
La chiusura è stata a Tokyo, quinta finale consecutiva.
«Il bello è stato il viaggio per arrivarci. Per la pandemia sono stata due mesi a casa senza poter andare in piscina, un’enormità: i nuotatori avvertono il lunedì di essere stati fermi la domenica. Poi ho preso il Covid, in forma pesante. Se i Giochi fossero stati nel 2020 avrei gareggiato per una medaglia, invece per la prima volta ho fatto fatica a qualificarmi. Il corpo mi ha detto chiaramente che dovevo fermarmi».
federica pellegrini matteo giunta foto di chi
A Parigi è andata come membro Cio, e ha visto i successi degli azzurri. Thomas Ceccon però ha detto che lei non è un riferimento per lui.
«Guardate questo video. Cosa vedete?».
Lei che va incontro a Ceccon, si congratula, lo bacia e lo abbraccia.
«Per questo mi sono molto dispiaciuta per le sue parole. Ceccon si allena a Verona, nella mia stessa piscina, che porta il nome del mio allenatore. È vero che io e lui ci siamo frequentati poco, avevamo orari diversi, siamo di generazioni diverse, lui sempre con gli occhi sul telefonino, lo saluti e non ti saluta, poi magari non lo saluti una volta e sei quella che se la tira. Ma il rapporto è sempre stato cordiale. Quello che mi ha dato più fastidio è che dice che apprezza l’atleta ma non la persona; però lui come persona non mi conosce. Secondo me ha capito che fare il provocatore funziona. Infatti attacca un po’ tutti, compreso Sinner...».
il compleanno di federica pellegrini 9
Lei di Sinner e del caso doping cosa pensa?
«A questo punto un fatto è certo, si è trattato di contaminazione. Ora dobbiamo aspettare la sentenza del Tas, il tribunale dello sport di Losanna, dove decideranno se come sostiene la Wada, l’agenzia antidoping, c’è una responsabilità dell’atleta rispetto al suo staff o meno».
Anche a Ballando con le stelle, come ad Atene, è arrivata seconda. Com’è andata?
«Pensavo fosse una cosa più superficiale. L’ho fatto per imparare a ballare e per sconfiggere la mia innata timidezza: è stato un viaggio introspettivo, un bellissimo percorso, mi ha regalato maggiore sicurezza come donna».
Gestire i giudizi delle giurie com’è stato?
«Non un problema. Se uno mi dice che non so ballare, gli dico “hai ragione”. Poi io sono rimasta fuori da tutti i gossip».
federica pellegrini giovanni malago foto di bacco
Non si può dire lo stesso di quelli attorno a lei. Il suo primo ballerino, Madonia, in polemica costante con Selvaggia Lucarelli, concentrato nel difendere la sua fidanzata Sonia Bruganelli, e poi cacciato.
«Quello che avete visto è stato solo l’apice: mi sono sentita un po’ messa in mezzo. Credo che Madonia avrebbe dovuto ballare sin da subito con la sua fidanzata. Poi è stata la produzione che ha scelto di allontanarlo, io ho risposto “fate voi”. Vi ho detto che sono un soldato».
Le è dispiaciuto non vincere?
«Sono strafelice del risultato! Un viaggio turbolento ma bellissimo. Anche nella serata finale, sabato scorso, mi sono divertita, tanto… ballando forse un po’ alla cavolo, come piace a me. Ma chi se ne importa».
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Ha mai provato attrazione per una donna?
«Ho baciato una donna. Ma no, attrazione no, non avrei problemi a riconoscerlo».
Ma l’ha baciata.
«Era una serata un po’ così... Alcolica».
Il suo futuro è nel Cio, il comitato olimpico internazionale?
«Non lo so. Della politica sportiva mi devo ancora innamorare. Il mio amico Giovanni Malagò dice che dovrei continuare. A me piace stare sul piano vasca, spiegare ai ragazzi come fare la bracciata».
Come alla sua Academy.
«Sta andando molto bene. Quando i giovani trovano qualcuno appassionato, se ne abbeverano».
Che rapporto ha con i soldi?
«Con il nuoto non si diventa ricchi, devi vincere per vent’anni prima che lo sponsor abbia fiducia in te. Io sono sempre stata una formichina, non vengo da una famiglia ricca, vivevamo in appartamento. Spendo più soldi per la mia famiglia che per me».
Ci dica un libro, un film, una canzone significativi per lei.
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«La solitudine dei numeri primi: mi immedesimavo. Sono una grandissima fan di Tim Burton, devo corrompere Malagò perché me lo presenti...».
Monica Bellucci trema.
«Ma no, sono la coppia più bella del mondo! Malagò poi è amico di Monica, mica di Burton. Come canzone dico Innocenti evasioni di Battisti. Mio padre la domenica prima di andare a messa cantava Battisti a squarciagola».
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Va ancora a messa?
«No, non più, però sono molto credente».
Come immagina l’aldilà?
«Come un posto dove ci possiamo reincontrare».
Chi vorrebbe reincontrare?
«Alberto Castagnetti, mia nonna, mio zio che se n’è andato il giorno di Natale. Non so se li ritroverò sotto forma di energie, o come persone fisiche. Ma credo che non sia finita qui».
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