torino milan

HARAKIRI GRANATA - PARTITA ROCAMBOLESCA A TORINO: CANTA “IL GALLO “BELOTTI, BENASSI RADDOPPIA DI TACCO, LJAJIC SBAGLIA IL RIGORE DEL 3-0 POI LA RIMONTA DEL MILAN CON BERTOLACCI E BACCA - FURIA MIHAJLOVIC CHE ALLA FINE HA ROTTO UN CARTELLONE CON UN PUGNO: "NON RIUSCIAMO A FARE IL SALTO DI QUALITA’" - VIDEO

 

 

Emanuele Gamba per la Repubblica

 

MIHAJLOVICMIHAJLOVIC

Ecco a voi una sintesi perfetta dell’illogicità del calcio, presentata sotto forma di una partita in cui non ci ha capito niente e nessuno, giocata a strattoni, a folate, con entusiasmo a paura (illogicamente messi assieme) e in definitiva logica solamente nel risultato che, poi, a ben guardare, è una punizione sia per il Torino sia per il Milan: il pareggio non lo voleva nessuno, serviva a poco e ha pure ammosciato il pubblico, che nel corso dei 90’ non ha avuto un solo secondo per annoiarsi.

 

Questa, a suo modo, è anche bellezza, ma andate a raccontarlo ai tifosi granata ormai spossati dalle illusioni precarie che la loro squadra dissemina, oppure ai fan rossoneri, che hanno fatto fatica a riconoscere la loro squadra nel male e persino nel bene, perché non poteva incepparsi così dopo aver finalmente trovato lo slancio.

 

MIHAJLOVIC PUGO CARTELLONEMIHAJLOVIC PUGO CARTELLONE

A raccontare tutto quello che è successo (quattro gol, la fuga e la rincorsa, il rigore parato da Donnarumma a Ljajic sul 2-0, una montagna di errori e di occasioni, l’espulsione di Romagnoli alla fine) ci vorrebbe molto molto tempo. A spiegarlo, molta molta fatica, ma forse non avrebbe nemmeno senso farlo. C’è stato infatti tanto d’inspiegabile.

 

Il Torino ha sballottato il Milan per tutto il primo scavallando, tutti dietro l’incontenibile Belotti, come indiani nella prateria, ha creato un sacco di occasioni belle e ha segnato nelle due più confuse (Belotti e Benassi, in formula flipper), ha sbagliato con Ljajic, che l’ha tirato addosso a Donnarumma, il rigore che avrebbe chiuso la partita, ma non c’è stato nulla che mettesse in dubbio la sua indiscutibile superiorità. Poi a un certo punto s’è spaventato.

 

BELOTTIBELOTTI

Poi a un certo punto il Milan ha sfoderato se stesso, aggiungendo qualcosa e qualcuno (Bertolacci, Bonaventura, Bacca) a Suso, l’unico che già c’era. Ha rimontato più giocando sulle paure altrui che sulle velleità proprie, ha lavorato nella mente del Toro come un tarlo, ha ricordato alla squadra che sarebbe in zona Champions se le partite durassero 45’ tutte le rimonte subite e, come già in Coppa Italia, ha segnato due gol in un sospiro (nel giro 3’ giovedì, di 5’ ieri sera) e nella stessa maniera, cioè spingendo praticamente in porta una formazione tremolante e rintanata di fronte al proprio portiere, bucato da Bertolacci (gol millimetrico scovato dall’occhio tecnologico) e dal rigore di Bacca, causato da un fallo (Rossettini su Paletta) di pura soggezione. La logica avrebbe assecondato la rimonta milanista, fino al ribaltamento totale.

 

BELOTTIBELOTTI

Nell’illogicità nella notte torinese, Mihajlovic (che alla fine ha rotto un cartellone e una scheggia ha ferito uno steward) ha aggiunto una punta e la paura si è trasferita al Milan: il Toro è tornato a scavallare, Ljajic (due volte) e Belotti hanno sfiorato gol eppure la spavalderia degli attacchi ha trovato riscontro nella tremarella difensiva, e il Milan ha avuto altre fiammate e intanto spalancato la sua difesa, eppure a un certo punto il centrocampo (del Toro e del Milan) non è esistito più, eppure la gente si è domandata il perché di tutto questo nonsenso, con calciatori che alternavano giocate sontuose a strafalcioni oratoriali. Avrebbero barattato questa partita barocca con un 1-0 striminzito: sono italiani, in fin dei conti.

BACCABACCA

 

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