bonami montanari trione

L’ARTE DI FAR CARRIERA - BONAMI: “MONTANARI MIRA A PORSI COME PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA GESTIONE DELLA POLITICA CULTURALE IN ITALIA, ASSESSORE DI FATTO, POTENZIALE SINDACO DI FIRENZE - TRIONE MIRA A DIMOSTRARE CHE LE MOSTRE GIUSTE LE POTREBBE FARE SOLO LUI O QUALCHE SUO SODALE’’

FRANCESCO BONAMI L ARTE NEL CESSO

Francesco Bonami per La Stampa-TuttoLibri

 

Sgarbi 2.0 potrebbe essere il vero titolo del libro scritto per Einaudi da Tomaso Montanari e Vincenzo Trione “ Contro le mostre “.Togliamo un po’ di violenza verbale aggiungiamo un pizzico di Salvatore Settis, mescoliamo bene ed esce fuori lo sforzo congiunto dello storico dell’arte con grandi ambizioni politiche e del giornalista pure lui con grandi ambizioni anche se non ben precisate.

 

francesco bonami e vanessa riding bonami

Detto questo è un libro che va letto e nel quale ci sono critiche interessanti ed importanti purtroppo rammendate assieme da sconclusionati sentimenti di rivalsa e di carrierismo che confondono le acque e rendono il prodotto finale quello che il grande allenatore di football americano Vincent Lombardi considerava il peccato più grave per chi volesse vincere qualcosa, la tracotanza. Ossia il risultato di un ego con una sproporzionata idea della propria importanza.

 

vincenzo trione

Se quello di cui parlano Trione e Montanari, il mostrismo e il mostricidio, è veramente uno dei mali peggiori del sistema culturale e museale italiano, il loro approccio è però viziato da motivazioni personali mal mascherate.

 

L’obiettivo di Montanari, che scrive i suoi capitoli nel libro in prima persona, mentre Trione si attiene più onestamente all’idea della scrittura a quattro mani, è quello di porsi come punto di riferimento per la gestione della politica culturale in Italia, assessore di fatto, potenziale sindaco di Firenze, ma più che altro ministro ombra della cultura, strizzando l’occhio un po’ alle frange sinistre del PD ma principalmente al Movimento 5 Stelle.

 

TOMASO MONTANARI 2

Trione invece mira a dimostrare, partendo dalla auto presentazione iniziale, che le mostre giuste le potrebbe fare solo lui o qualche suo sodale. Nulla di male ad usare come cavallo di Troia per le proprie ambizioni una finzione intellettuale sotto forma di libro. Imperdonabile concluderlo con una sviolinata populista e movimentista alla Street Art , secondo gli autori unica vera forma di arte libera, dal mercato, dalle strategie, dai curatori, veri cancri del sistema dell’arte.

 

La scriteriata celebrazione di un orripilante gigantesco dipinto murale nel quartiere di Materdei a Napoli di tale Francisco Bosoletti è la prova quasi scientifica della malafede dei due autori nelle loro, a volte ripeto giuste , tirate anti mostre.

 

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