ecclestone ross brawn

L’AUTUNNO DEL PATRIARCA DELLA FORMULA 1 - DOPO 40 ANNI FINISCE L’ERA ECCLESTONE: “MI HANNO DEPOSTO. FORSE TORNERO’ A VEDERE UN GRAN PREMIO. HO UN PO’ DI SOLDI DA PARTE PER PAGARMI IL BIGLIETTO” - LA F1 AMERICANA PENSA PER UN RUOLO DI VERTICE ALL’EX DIRETTORE TECNICO DELLA FERRARI ROSS BRAWN

Daniele Sparisci per il Corriere della Sera

 

ECCLESTONEECCLESTONE

 

È l' autunno del patriarca della Formula 1. «Mi hanno deposto. È ufficiale, non sono più il capo della società». Così Bernie Ecclestone annuncia il clamoroso siluramento dopo 40 anni di regno. «Ora le mie giornate saranno più tranquille. Forse tornerò a vedere un Gp.

Ho ancora tanti amici nelle corse e un po' di soldi da parte per pagare il biglietto».

 

Ironico e tagliente anche nel giorno dei saluti, il padre-padrone del paddock, a colloquio con Auto Motor und Sport . Lo hanno messo alla porta, al suo posto Chase Carey, il baffuto ex vicepresidente della 21st Century Fox, uomo forte della nuova proprietà americana.

 

Possibile un «circus» senza Mister E.? Per tanti è difficile immaginarlo, e conoscendo il personaggio, in passato capace di riemergere più forte da polemiche, processi e guerre di potere, nel braccio di ferro che si è consumato in questi giorni fra le due sponde dell' Atlantico non sono esclusi colpi di scena.

 

A 86 anni il patron della Fom, la cassaforte della F1, era stato designato per altre tre stagioni come a.d. della nuova società nata con l' avvento di Liberty Media, il colosso delle telecomunicazioni di John Malone che ieri ha finalizzato l' acquisto della F1 per 8 miliardi di dollari. Caduti gli ultimi paletti - anche la Fia ha dato l' ok - gli americani hanno voluto accelerare la successione al vertice. Basta allo one man show , sì a una riorganizzazione basata su criteri moderni.

CHASE CAREYCHASE CAREY

 

Ci sarà un responsabile sportivo che dovrà trattare con le squadre e inventare nuove idee per aumentare lo show: in pole c' è Ross Brawn, ex d.t. della Ferrari ai tempi di Schumacher. E uno commerciale: Sean Bratches, una lunga esperienza in Espn, tv di riferimento per gli sport a stelle strisce. Per Ecclestone una carica formale, presidente emerito, cosa che lui, al di là delle dichiarazioni di facciata - «Sono fiero di quello che ho fatto in 40 anni»-, descrive con ilarità: «Non so nemmeno cosa significhi».

 

ROSS BRAWNROSS BRAWN

Ed è comprensibile: da monarca assoluto a consigliere di corte, è una retrocessione per chi ha trasformato uno sport di nicchia in uno spettacolo globale. Da meccanico a venditore di automobili, fino a diventare uno degli uomini più ricchi della Gran Bretagna, un' ascesa irresistibile la sua: cresciuto in una famiglia povera - il padre era comandante di un peschereccio -, ha sempre controllato ogni dettaglio dei contratti dall' ufficio londinese di Princes Gate e in ogni angolo del pianeta dal motorhome con i vetri scuri.

 

Tre matrimoni (l' ultimo nel 2012 con Fabiana Flosi, brasiliana di 39 anni), negoziatore implacabile e dotato di un caustico umorismo british, Ecclestone capace di far aspettare principi e politici se deve spiegarti come cambierebbe le qualifiche o la gara. Raccontano che le avesse tentate tutte per arginare l' avanzata di Liberty, ma stavolta ha trovato ossi duri quanto lui.

 

Carey, presidente della F1 da settembre, ha studiato dossier e non tutti i conti tornano.

Ascolti in calo - e non solo per la scelta di trasmettere sulle pay-tv - squadre in crisi finanziaria - l' ultimo caso è quello della Manor -, e autodromi dissanguati dalle tariffe altissime. Sparito il Gp di Germania quest' anno, dal 2018 è in dubbio quello di Silverstone, uno dei circuiti simbolo della F1. Se l' obiettivo degli americani è trasformare ogni Gp in Superbowl, di lavoro ce n' è tantissimo all' orizzonte. Più gare negli Usa e meno in località esotiche, investimenti nel digitale, e un sistema più equo di distribuzione dei proventi fra i team.

 

Ma qui vengono le spine: Liberty ha messo nel mirino anche il bonus speciale (100 milioni di dollari) di cui gode la Ferrari in qualità di team storico. Una minaccia alla quale Maranello non ha risposto: il Patto della Concordia scade nel 2020. Il tempo per le parole è domani, non per Ecclestone .

ECCLESTONE BRAWN CAREYECCLESTONE BRAWN CAREYROSS BRAWN 1ROSS BRAWN 1

 

Ultimi Dagoreport

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…