montolivo carfagna

TANTO RANCORE PER NULLA - DA MONTOLIVO AL GENTILONI RICOVERATO, DAGLI INSULTI A BOLDRINI E CARFAGNA FINO ALL’AGGRESSIONE AL MEDICO ALL’OSPEDALE DI CATANIA: NELLA NOSTRA VITA QUOTIDIANA STA DILAGANDO UN BULLISMO DI MASSA CIECO, FEROCE, INCONSULTO

MONTOLIVOMONTOLIVO

Pierluigi Battista per il Corriere della Sera

 

Riccardo Montolivo usciva dal campo in barella, e la curva ha fischiato senza pietà il giocatore infortunato, avanguardia degli energumeni che sui social hanno nei giorni successivi augurato le cose più atroci a un ragazzo con il crociato distrutto, una carriera devastata. La vetta della ferocia social però non era stata raggiunta ancora.

 

CARFAGNACARFAGNA

Ci volevano nei giorni scorsi il malore e l' operazione del premier Paolo Gentiloni per scatenare la follia idiota di chi, dietro un profilo falso, coperto dall' anonimato per non fare brutta figura con i parenti, tifava affinché il presidente del Consiglio avesse la peggio, possibilmente tra tormenti indicibili. È l' età dell' incattivimento, del rancore senza freni, di un' aggressività frustrata e spudorata che si manifesta senza argini. E non si limita alle parole dell' odio cieco e inconsulto.

 

Giorni fa un manipolo di bruti si è presentato in formazione squadraccia all' ospedale di Catania e si è accanito con una spedizione punitiva su un medico che si era limitato a non fornire un nome agli aggressori.

 

Così, pugni, ceffoni, ululati minacciosi: non avevano bisogno dei social network per dare sfogo al loro istinto di sopraffazione. Come quei genitori che si sono azzuffati mentre i loro figli stavano disputando una partita, una gang di teppisti in doppiopetto.

 

GENTILONI LASCIA IL GEMELLIGENTILONI LASCIA IL GEMELLI

Ma succede spesso anche in Italia, con o senza doppiopetto, nei campetti di periferia e in quelli del privilegio sociale. Sempre con una rabbia incontenibile, nuova, contagiosa.

 

Una rabbia animalesca e barbara che non si limita alle aggressioni verbali sul web, ma si estende alla politica, al sesso, alla medicina. Hanno gridato la loro esultanza per la morte dell' oncologo Umberto Veronesi, perché nei meandri della bufala mediatica circola la voce che il cancro sia una creatura delle case farmaceutiche per guadagnarci su con la complicità dei camici bianchi.

 

Medici insultati, reparti ospedalieri presi d' assalto, con i guru che aizzano, sfruttano i malati disperati e le loro famiglie disposte a tutto pur di sfogare la loro rabbia, il loro rancore sfrenato. Ma non è prerogativa di frange lunatiche e squilibrate. Basta ricordare in che clima di intolleranza verbale, di aggressività inconsulta, si sia svolta nei mesi scorsi la campagna per il referendum del 4 dicembre. Le campagne elettorali sono sempre dure, spietate, giocano sulla contrapposizione assoluta.

 

MONTOLIVO 1MONTOLIVO 1

Ma è difficile trovare precedenti di un confronto in cui gli avversari, con reciprocità assoluta e paritaria, siano stati vicendevolmente bollati con epiteti di cui «idiota», «imbecille», «scemo», «fesso», «decerebrato», «mentecatto» sono quelli meno cruenti. E ci è andata bene.

 

Negli Stati Uniti, come ha ricordato magnificamente Meryl Streep, l' allora candidato alla Casa Bianca Donald Trump ha pubblicamente preso in giro un disabile. Ma, per dimostrare l' assoluta trasversalità del rancore aggressivo, bisogna anche ricordare Robert De Niro che ha minacciato Trump di prenderlo a pugni (ha minacciato anche di lasciare gli Usa in caso di vittoria trumpiana, ma era solo una guasconata) e trasudavano anche un odio assoluto le minacce con cui è stato bersagliato preventivamente Andrea Bocelli se si fosse azzardato a cantare nella cerimonia di insediamento di Trump.

GENTILONIGENTILONI

 

Un rancore che non conosce limiti. Nelle barricate con cui gli abitanti di qualche cittadina del Nord Italia vogliono cacciare a randellate i «negri» e gli immigrati nemmeno si sforzano di non assomigliare a qualche lugubre cerimonia dei Ku Klux Klan: torce nella notte, fiamme minacciose, linguaggio sboccato, simbologia vagamente nazi. Magari molti di loro votavano persino a sinistra (quindi per partiti tutt' altro che ostili ai flussi migratori), ma la rabbia e il rancore li ha fatti deragliare.

 

medico aggredito a cataniamedico aggredito a catania

È saltato il tappo. È finita l' era dell' inibizione. I corpi intermedi, partiti, sindacati, associazioni sportive, gruppi professionali, aggregazioni parrocchiali, centri culturali non incanalano più il malessere. La mediazione ha perso ogni credibilità, e l' immediatezza psicologica del grido, della scazzottata, dell' aggressione fisica e verbale possono dilagare senza un contenimento sociale. Si è più soli e più feroci. O forse la ferocia diffusa ha troppi palcoscenici per esibirsi, e troppo poche compensazioni per decantare, autocontrollarsi.

 

Non è che la quantità di rancore sia aumentata rispetto al passato. È che il rancore è stato sdoganato. Quando i più famosi rapper italiani si inseguono con gli insulti più smodati, si assiste a uno spettacolo di wrestling verbale che però può dare addirittura un brivido di modernità. E anche i giudici dei talent televisivi che si beccano e si scudisciano sono lo specchio del comportamento sociale quotidiano di milioni di anonimi rancorosi. In fondo il primo partito italiano è nato da un «Vaffa day». Nella vita sociale diffusa è un «Vaffa» tutti i giorni.

medico aggredito a catania  medico aggredito a catania

 

Per strada ci si insulta senza remore. Nei social l' insulto contro il personaggio famoso da linciare è un' abitudine che nella satira Maurizio Crozza ha già immortalato con il personaggio di «Napalm 51».

 

Il povero Gianni Morandi tempo fa ha postato su Facebook una foto in cui usciva la domenica da un supermercato con i sacchetti della spesa. Morandi voleva trasmettere un' immagine di domestica normalità e invece è stato travolto da un rullo di commenti in cui si insultava lo sfruttatore dei lavoratori che contribuiva a tenere aperti i supermercati la domenica.

 

E l' autocritica di Guido Barilla che per evitare una campagna di boicottaggio feroce dei suoi prodotti ha dovuto sottostare al rito umiliante dell' autodafè per una sua improvvida dichiarazione sulla famiglia cosiddetta «tradizionale»?

BOLDRINIBOLDRINI

 

Niente in confronto all' orgia di rancore razzista, omofobo, sessista che ammorba il web, dove le appartenenze politiche non contano più e la donna Laura Boldrini di sinistra viene massacrata come la donna Mara Carfagna di destra. Un bullismo di massa, risentito, feroce, disinibito, senza freni. E senza distinzioni culturali e sociali. Un rancore interclassista e contagioso. Con le curve che fischiano chi sta male.

MONTOLIVO 1MONTOLIVO 1

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…