pinto mourinho

MOURINHO-PINTO: NE RESTERA’ SOLO UNO - MOU SGANCIA DIVERSI SILURI CONTRO IL GENERAL MANAGER GIALLOROSSO CHE AVEVA DEFINITO LA ROMA DA CHAMPIONS: “NON COMMENTO LE SUE PAROLE. CI SONO ALLENATORI CHE HANNO 5/6 GIOCATORI COME DYBALA, NOI NO” – DOPO LA VITTORIA COL GENOA CON UNA CAPOLAVORO DI DYBALA CHE VALE I QUARTI DI COPPA ITALIA LO "SPECIAL" GRAFFIA: “MI DISPIACE PER I FISCHI A ZANIOLO” (E TIRA UNA BORDATA A CANDELA) – “LA COPPA ITALIA? LA PEGGIOR COPPA D’EUROPA” (ECCO IL MOTIVO) - VIDEO

 

 

Da ilnapolista.it

 

pinto mourinho

La Roma ha passato il turno di Coppa Italia battendo il Genoa con una rete di Paulo Dybala. Durante la partita, il pubblico romanista ha fischiato Nicolò Zaniolo. Cosa che il tecnico, José Mourinho, non ha gradito. Si è alzato dalla panchina per protestare. Poi ne ha parlato nel post partita nelle dichiarazioni alla stampa.

 

«Mi dispiace per quello che è successo perché è un esempio di un ragazzo che dà il massimo. Possono fischiare la squadra, il risultato, quello che vogliono ma non individuale».

 

 

pinto mourinho

Poi, scrive il Messaggero, ha attaccato Vincent Candela senza menzionarlo. Candela, su Instagram, dopo Milan-Roma, aveva scritto: «Nessuno è perfetto», criticando Zaniolo. Mourinho:«Quando tu hai una persona che prende lo stipendio della Roma e ha una storia così grande nel club e davanti ai microfoni critica un giocatore, tu società devi andare dritto. Mi dispiace per Zaniolo e mi dispiace che il mio club non abbia la forza di andare dritto, perché in queste situazioni devi farlo».

 

Il riferimento è al contratto che ha Candela con la Roma.

Nella parole di Mourinho un messaggio a Tiago Pinto, al quale, scrive il quotidiano romano, il tecnico ha inviato diverse frecciate durante la sua conferenza stampa. Ad esempio, quando gli è stato chiesto se fosse d’accordo con il dirigente che ha definito la squadra da Champions:

 

DYBALA 45

«Il direttore è direttore, non mi sembra che un allenatore debba commentare le parole di un direttore. Se sono d’accordo o no non devo commentarlo pubblicamente».

 

Oppure, sulla sua presunta infelicità per via del mercato che non può decollare:

«Un tifoso della Roma, un direttore della Roma non è interessato al fatto che io sia felice o no. Gli interessa se do il massimo. Ci sono allenatori che hanno 5/6 giocatori come Dybala, altri 11 altri 20. Noi non ne abbiamo né 11,né 20, né 7 né 8».

 

Mourinho parla anche della Coppa Italia:

«Mi piacerebbe vincerla, ci sono riuscito una volta proprio contro la Roma. Ma penso che è la peggior coppa d’Europa. Non protegge i più piccoli».

 

 

 

 

MOU E PAOLINO UNITI PER SEMPRE

Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

 

mourinho zazzaroni tiago pinto

Non ricordo di aver mai visto nulla di simile. Una tifoseria che, al di là di una non trascurabile politica degli sconti, riempie lo stadio - tra le 60 e le 65mila presenze a partita - per diciannove volte di fila, compreso un ottavo di coppa Italia contro una squadra di B, pur se nobile. E lo riempie a prescindere. Per comprendere meglio l’eccezionalità della striscia, ricordo un solo precedente: l’ultima volta che la Roma (allenatore Di Francesco) giocò a porte aperte un ottavo dello stesso torneo, il 14 gennaio 2019, avversaria l’Entella, anch’essa in B, gli spettatori furono 21mila, ovvero un terzo di quelli di ieri sera. Ora il tifoso non si preoccupa troppo della qualità dello spettacolo, che non è eccezionale (credo di aver spiegato più volte le ragioni tecniche), né dei risultati. Va allo stadio e basta. 

MOURINHO PINTO 2

 

 Il cambiamento di umore e atteggiamento non mi sorprende, però. C’è qualcosa di vagamente inglese nella stagione mourinhana: la gente partecipa all’Olimpico per lui, la guida che esalta i colori. Per un tecnico che dà gusto avere sulla panchina della propria squadra. 

 

Mou è ormai il centro di tutto (chissà per quanto ancora): è l’immagine della Roma, la sua sostanza. La proprietà americana ci mette i soldi, osserva a relativa distanza e ogni tanto cambia qualcosa, ma tace. L’area tecnica soffre i limiti imposti dall’Uefa e va avanti con le proprie idee, la propria linea, una singolare e talvolta incomprensibile coerenza. 

 

Linguaggio colto e affilato, Mourinho invece si dà: ci mette la faccia, non sempre la migliore, e non si preoccupa del prestigio conquistato in oltre vent’anni di grande calcio. 

 

Si siede e segue Roma-Genoa, soltanto uno dei tanti episodi della saga nel quale Mou e Dybala marcano nuovamente la differenza. Loro sono la diversità e fanno continuamente i conti con essa.

MOURINHO PINTO

La superiorità della Roma non è mai stata in discussione. Al punto che, come detto, Mou si è alzato una sola volta dalla panchina, quando Paolino ha subìto un colpo: ha mostrato un distacco per certi versi preoccupante. Un filo d’aria di libertà e di autonomia avrebbe il diritto e il dovere di concederselo: un giorno capirò (capiremo) il motivo di tanto silenzioso aziendalismo. 

 

Due note per concludere. Bove ha giocato una buona gara soprattutto per la quantità di recuperi e per il vigore mostrato. Matic ha approfittato dei ritmi bassi per imporre il suo talento; gli altri hanno fatto la solita partita di impegno, ma con minori sbavature.

Se il Napoli batterà la Cremonese la prossima settimana, il quarto di finale metterà di fronte Roma e Napoli e una parte dello stadio resterà senz’altro vuota.

paulo dybala 3dybalapaulo dybala 2DYBALA 1

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…