PALLONATE SU TAVECCHIO - PLATINI A MUSO DURO CONTRO IL NUMERO 1 FIGC: “LE SUE FRASI SUGLI STRANIERI MANGIA-BANANE SONO STATE RIPROVEVOLI” - AL CONGRESSO SUL RAZZISMO C’ERA SOLO BERETTA
Guglielmo Buccheri per “La Stampa”
MICHEL PLATINI IN VACANZA A MYKONOS FOTO LAPRESSE
C’è chi sostiene che Michel Platini, numero uno dell’Uefa, e Carlo Tavecchio, nuovo presidente della Federcalcio, siano vecchi amici. Se è davvero così, l’uscita del gran capo del governo europeo del pallone nel discorso d’apertura della quarta conferenza Uefa «Respect Diversity» (sul tema della lotta al razzismo e alla discriminazione) assume un significato ancora più profondo. «...in Italia - ha sottolineato dal palco Platini - ci sono state diverse controversie in merito al razzismo. Il Milan ha abbandonato il campo (insulti a Boateng, ndr), Balotelli si è lamentato spesso e colui che è recentemente diventato presidente della Figc ha espresso frasi che hanno provocato stupore e riprovazione...».
Stupore e riprovazione. Platini affonda, lo fa perché lo pensa e lo dice ad una platea di oltre duecento delegati da tutta Europa: la riflessione ad altissima voce di Tavecchio sugli extracomunitari che arrivano da noi dopo aver «mangiato banane...» ha scosso le mura del palazzo del calcio europeo.
Siamo a Roma, nel cuore della Capitale, a due passi da Villa Borghese. Il calcio italiano aveva in agenda da almeno un anno l’appuntamento con un congresso che ha l’obiettivo di aggiornare l’agenda della lotta ad ogni forma di discriminazione e che, nel pomeriggio, ha applaudito l’impegno della Juve con l’Unesco in questo campo raccontato dal presidente Andrea Agnelli.
E, all’appuntamento, l’Italia del pallone si presenta in ordine sparso, quasi assente, in silenzio. Tavecchio non c’è, per impegni presi in precedenza dicono dal suo staff, per una questione di opportunità si dice. Claudio Lotito, il tutto fare della Figc, non si presenta in sala, eppure di riforme si parla. Il consiglio federale è in libera uscita, gran parte di rientro da Oslo, altri chissà dove. L’unico rappresentante tricolore è il vice presidente vicario Maurizio Beretta, in prima fila dal primo all’ultimo minuto.
L’Italia della lotta al razzismo, per qualche ora, si ritrova un passo indietro. Non nelle intenzioni o nei fatti, ma nell’imbarazzo. «Non fatemi dire altro, c’è un’inchiesta dell’Uefa aperta, la disciplinare deciderà a breve...», così Platini.
L’inchiesta sulle frasi di Tavecchio aspetta soltanto l’ultimo atto: nelle prossime ore, gli 007 europei al lavoro tradurranno i motivi dell’archiviazione fatta sul caso dal pm Stefano Palazzi, poi, verso fine mese, emetteranno il proprio verdetto (Tavecchio rischia quantomeno una dura ammonizione verbale).
La politica rimane alla finestra con alcuni parlamentari del Pd che sottolineano l’assenza del presidente federale al congresso come un «danno di immagine». Platini parla di «una via lunga, dove ci saranno tranelli e ostacoli, ma - sostiene con forza - prometto che perseverò sempre perché il calcio include, accoglie, integra...». Agnelli ricorda come «se l’Italia raggiungesse il livello di integrazione, sociale e sportiva, pari a quello della Germania, ne trarrebbe vantaggio sia dentro che fuori dal campo. Il loro miglior cannoniere di sempre, Klose, è nato in Polonia, ma è diventato un’icona per tutti...».
Oggi il congresso cambia albergo per la giornata finale, sempre senza Tavecchio.