MARTEDÌ ALL’ALLIANZ ARENA SI CELEBRERANNO LE ESEQUIE PER IL TIQUI TACA? - QUEST’ANNO NEL CALCIO EUROPEO SEMBRA SPIRARE IL VENTO INEBRIANTE DEL CALCIO VERTICALE. INSOMMA IL CARO VECCHIO CONTROPIEDE ALL’ITALIANA, RIVISTO E MODERNIZZATO

Andrea Sorrentino per La Repubblica

Le esequie per il tiqui taca, o tiki taken che dir si voglia, appaiono imminenti, anche se sarebbe meglio attendere la notte di martedì all'Allianz Arena per celebrarle. Eppure quest'anno nel calcio europeo sembra spirare il vento inebriante del calcio verticale, quello ridotto all'osso, essenziale fino alla brutalità: insomma il caro vecchio contropiede, rivisto e modernizzato quanto si vuole, ma pur sempre lui. Lo dicono le cifre, lo raccontano la Champions League e la Premier: la via giusta per il successo è ormai quella più breve, altro che ricerca del possesso palla, che in questo calcio da sessanta partite all'anno rischia di sfiancare gli interpreti, costretti a una continua concentrazione
che alla lunga può essere fatale.

Le statistiche del primo tempo di Real-Bayern sono solari per chiarezza: i tedeschi chiudono i primi 45' col 73% di possesso palla e 9 corner a 1, ma l'unico gol lo segna il Real con un'azione di ruvida bellezza, verticalissima, Isco-Ronaldo-Coentrao, e l'unico passaggio orizzontale è l'assist del portoghese per Benzema a tagliar fuori Dante e Alaba, la cui tardiva scivolata gratta via inutili zolle dal prato ma non il pallone che decide la partita. Come fregare il tiki taken in tre mosse, è la lezione di Carlo Ancelotti: «Non mi piace regalare l'iniziativa ma dovevamo tener conto delle caratteristiche del Bayern: il calcio non è possesso palla, è anche difesa e contrattacco».

Parole sante, e quest'anno ancor di più. La squadra più spettacolare d'Europa è il Liverpool di Brendan Rodgers, primo posto in Premier e 96 gol segnati in 35 partite con una ricerca ossessiva della verticalizzazione appena recuperata la palla, tutti contropiede fulminei o ripartenze brevi, fate voi. Anfield è in delirio per questa squadra che va al tiro in media dopo 30 passaggi: tanto per dire, il Bayern e il Barcellona tirano in media dopo 39 passaggi. Il Paris St Germain fa 1 tiro dopo 40 passaggi, l'Arsenal ogni 41: entrambe si sono fermate prima di
quanto pensassero, in Champions.

Che è il torneo in cui i contropiedisti stanno trionfando: il Chelsea di Mourinho è ovviamente il più cinico, 1 tiro ogni 26 passaggi, seguito dal Real (1/27) e dall'Atletico Madrid (1/30). Anche il Siviglia semifinalista in Europa League è assai essenziale: 1 tiro ogni 28 passaggi. Poche le eccezioni: il Borussia Dortmund non ha conosciuto una stagione felicissima nonostante la sua media di 1/26, e in Italia la Juve domina con 1 tiro dopo 32 passaggi e la Roma è seconda con 1/34, mentre Milan e Inter (1/30) sono più svelte.

Dettagli, comunque. La strada è tracciata. Se ne deve essere accorto anche Franz Beckenbauer, che per statuto in Germania può dire ogni cosa sugli allenatori del Bayern, anche le più bizzarre, ma tutti sono d'accordo sulla sua ultima uscita: «I passaggi e il possesso palla non servono a niente se non fai gol».

Guardiola ha incassato, ma è nervosissimo. Lo è stato in campo al Bernabeu, quando ha preso a calci diverse bottigliette di plastica, e anche alla fine, quando ha risposto a chi gli chiedeva conto dei troppi passaggi in orizzontale: «Se dai la palla in verticale troppo velocemente, poi ti può tornare indietro ancor più velocemente. E da quando lo conosco, anche da giocatore, il Real ha sempre giocato in contropiede. Contro di noi, nel primo tempo, non sono riusciti a fare tre passaggi in fila ». Purtroppo per lui, una volta ci sono riusciti eccome. Ed è bastata.

 

 

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