AVVISATE DRAGHI CHE SE IL CTS NON LA SMETTE DI FARE MELINA SULLA RIAPERTURA DEGLI STADI, CI TOLGONO LE GARE DEGLI EUROPEI – LA DECISIONE DELL’UEFA ENTRO IL 19 APRILE. FRANCO LOCATELLI, COORDINATORE DEL CTS, SCHERZA CON IL FUOCO: "UNA PERCENTUALE DI SPETTATORI ALL’OLIMPICO? L’UEFA CI DIA PIÙ TEMPO" – INTANTO ERDOGAN, PUTIN E JOHNSON SI FANNO AVANTI PER OSPITARE LE PARTITE ASSEGNATE ALL’ITALIA
Da sport.sky.it
C’è tempo fino al 19 aprile per decidere. È la data che l’Uefa ha fissato come termine per le città che ospiteranno l’Europeo della prossima estate, per confermare l’eventualità di ammissione di una percentuale di spettatori allo stadio. Di questo argomento, ma non solo, ha parlato questa mattina a Radio
Anch’io il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli. “Sarà fatto ogni sforzo sia per tenere la partita inaugurale all'Olimpico, sia per permettere lo svolgimento degli altri tre incontri come è stato ribadito dal ministro Speranza – ha spiegato -. Premesso che la decisione spetta alla politica, noi come Cts possiamo dare tutto il supporto tecnico possibile e c'è la massima disponibilità da parte nostra a valutare la presenza del pubblico".
"Serve più tempo"
La decisione deve arrivare entro sette giorni, Locatelli chiede un po’ più di tempo: “Sarebbe auspicabile – ha proseguito- che l'Uefa lasci un po' più di tempo perché è difficile fare una previsione per un evento che si terrà tra due mesi, auspico il massimo del dialogo sia con il sottosegretario Vezzali sia con la Figc per avere un po' più di tempo per fare le valutazioni sulla percentuale degli spettatori e dei protocolli per la gestione di eventi come questi.
Da parte nostra c'è la massima disponibilità. Se riuscissimo ad arrivare ai primi di maggio sarebbe più fattibile, il trend è in miglioramento ma fare delle previsioni a due mesi di distanza è impegnativo". Vaccino di massa anche per il pubblico? "Semmai si potrebbe ragionare di più rispetto a chi eventualmente ha avuto una copertura vaccinale, non stravolgendo quelle che sono le linee di indirizzo della campagna vaccinale indirizzata a dei criteri di età e di fragilità".
"La decisione è politica"
"La risposta – ha concluso Locatelli - spetta alla politica, noi possiamo fare dei modelli di previsione, la parola spetta al governo con la decisione determinante del ministro Speranza. Il decisore è politico e i ruoli non vanno confusi". Riapertura degli stadi nel prossimo campionato di Serie A? "Me lo auguro proprio, la riapertura degli stadi vorrà dire che avremmo raggiunto una circolazione virale limitata".
BRACCIO DI FERRO SUGLI EUROPEI: ISTANBUL VUOLE ITALIA-TURCHIA
Enrico Currò per “la Repubblica”
La finale di Champions League il prossimo 29 maggio allo stadio Atatürk di Istanbul, aperto al pubblico per l' occasione, rappresentava già per la Turchia una vetrina mondiale. Ma adesso il presidente Erdogan punta a un obiettivo ancora più clamoroso, nell' attuale fase di rapporti tesi con l' Italia: prendersi anche l' inaugurazione dell' Europeo di calcio, che coincide proprio con la partita fra Turchia e Italia, l' 11 giugno.
Lo strapperebbe a Roma, ancora in dubbio sulla riapertura degli stadi e perciò a rischio di esclusione.
Istanbul non è l' unico piano B. La Russia di Putin sarebbe a sua volta pronta a sostituire Roma con Mosca, così come l' Ungheria di Orbán con Budapest, mentre l' Inghilterra di Johnson, forte dell' avanzata campagna di vaccinazione, potrebbe offrire l' alternativa Londra, che già ospiterà le semifinali e la finale.
L' Esecutivo dell' Uefa, il governo del calcio europeo, si riunirà il 19 aprile per decidere. Ma la logistica organizzativa impone che la scelta si compia già a metà di questa settimana. E rischia di trasformarsi in un caso politico Turchia-Italia, battesimo del primo torneo con formula itinerante, in 12 Paesi diversi. La gara, con annessa cerimonia di apertura, è la prima delle quattro previste a Roma (le altre sono Italia- Svizzera del 16 giugno, Italia-Galles del 20 giugno e un quarto di finale, il 3 luglio).
Ma per ora l' Uefa ha promosso soltanto le otto città (Baku, San Pietroburgo, Copenaghen, Londra, Glasgow, Budapest, Amsterdam e Bucarest) che hanno garantito la presenza di almeno il 25% degli spettatori. Italia (Roma), Germania (Monaco di Baviera), Spagna (Bilbao) e Irlanda (Dublino) sono state rimandate: hanno avuto dieci giorni per fornire le garanzie sull' apertura al pubblico. Il via libera non può tuttavia arrivare dalle autorità sportive locali: serve il nulla osta dei governi nazionali e in particolare delle autorità sanitarie.
Le ultime indiscrezioni raccontano della Germania orientata verso il sì al 25% degli spettatori all' Allianz Arena di Monaco di Baviera, in forza di un dettagliato studio sulle proiezioni della curva della pandemia a giugno. La Spagna potrebbe invece spostare la sede da Bilbao a Siviglia (o Madrid). Per l' Irlanda è quasi certa la rinuncia di Dublino, rimpiazzata da Londra o Manchester.
Resta in bilico l' Italia e Istanbul è in agguato. La Turchia non è tra i 12 Paesi prescelti, ma è pronta a giocarsi due jolly logistici: la vicinanza con Baku, che ospita le altre partite del girone dell' Italia e ha già garantito il 50% degli spettatori, e la macchina organizzativa oliata di fresco con la finale di Champions.
GABRIELE GRAVINA FOTO MEZZELANI GMT97
Erdogan non ha mai nascosto l' interesse per il calcio: nel 2014 il ministero dello sport acquisì la proprietà del piccolo Baakehir, squadra di un sobborgo poi vincitrice dell' ultimo titolo nazionale. Anche Putin e Orbán non disdegnano il pallone.
La Russia, reduce dall' organizzazione del Mondiale 2018, ospiterà quattro partite a San Pietroburgo e promette già il 50% degli spettatori con possibilità di alzare ulteriormente il tetto a fine aprile. L 'Ungheria a Budapest ha promesso di riempire lo stadio al 100% dei posti con un rigido protocollo d' ingresso.