SOLDI, SOLDI, SOLDI: ECCO PERCHÉ I CLUB VOGLIONO UNA NUOVA CHAMPIONS - SCONCERTI: “PER FARE UN GRANDE TORNEO DI CALCIO NON SERVONO BELLE SQUADRE, SERVONO SQUADRE DAL GROSSO BACINO DI UTENZA. I RICCHI, I MIGLIORI, STANNO CERCANDO DI DIVENTARE PIÙ RICCHI E MIGLIORI. FORSE È LEGITTIMO, MA NON È CORRETTO”
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
C'è un avviso ai naviganti che va preso sul serio. Sta ormai espandendosi il concetto che la Champions non basti. Assicura troppe poche partite, 6, e tiene dentro squadre di campionati minori rispetto a quelli che fanno cassa. Non è un allarme da niente per il calcio. Noi abbiamo per esempio preso la trattativa tra Vivendi e Finivest come un puro fatto commerciale, ma sotto la pelle la Champions pesa molto. Vivendi sostiene che Premium valga una Cinquecento nell'epoca delle Ferrari, ma Premium trasmetteva la Champions. Se non ha funzionato l'una, ha poco funzionato l'altra. Un grande affare insufficiente. Questa è una grande novità.
Infatti da qualche anno si pensa a cambiare la Champions. Come? Tornando un po' indietro e valorizzando non tanto e non solo le grandi squadre di ogni stagione, ma anche quelle classiche che momentaneamente restano fuori dalla competizione. In sostanza, rispettare meno il lato tecnico per rispettare di più il lato popolare della manifestazione, metterci dentro più grandi nomi possibili.
real madrid vs atletico madrid eec89f1
Così, per fare un esempio di base, Milan e/o Inter dovrebbero esserci sempre, sia che lo meritino nella stagione, o per meriti storici complessivi. È un vecchio progetto dovuto alla federazione dei grandi club europei che tirano a cercare il massimo dei profitti, cosa giustificata dall' aumento continuo dei costi dello spettacolo.
È giusto, non è giusto? La prima cosa interessante da notare è che la crisi di Milano non è più solo un problema italiano, toglie una decina di milioni di spettatori a qualunque grande manifestazione. Ne parliamo da due anni, ora è diventato un'evidenza europea. Ogni spettatore vale circa mille euro l'anno di spesa complessiva (abbonamenti stadio, alle televisioni, magliette, scarpette, biglietti, merchandising generale), quindi solo Milano vale circa dieci miliardi a stagione.
La cosa da capire è in queste cifre: per fare un grande torneo di calcio globale non servono belle squadre, servono soprattutto squadre dal grosso bacino di utenza. In questo momento di accelerazione il costo si allunga su più voci equivoche. La prima è che alcune grandi squadre stanno costruendo un campionato per se stesse e lo fanno da sole. La seconda è il principio che la Champions non sarebbe più il torneo di chi ha comunque vinto o fatto un' ottima stagione. Si cerca un compromesso tra grandi squadre e grandi paesi, cioè ancora bacini di utenza.
il barcellona festeggia la vittoria contro la juve in champions
Mettiamoli il più possibile insieme. Direi che funziona, tutti abbiamo imparato ad amare il danaro. È più difficile sopportare che a stabilire le quote siano solo alcune delle società che devono guadagnarlo. Le quali per principio sarebbero sempre presenti nella manifestazione.
Ma andiamo avanti. Arriviamo al lato più forte, l'ammissione per diritto storico. Mi permetto una domanda, cos'è la storia? Quando comincia, quando diventa storia? Per esempio, il Milan di Berlusconi è senz'altro meritevole, ma in altra storia, dal 1907 al 1951, il Milan non ha vinto nessun campionato. Fanno 44 anni su 115, che ne facciamo? Se parliamo di storia quanto valgono il Genoa o il Bologna di Arpinati? O il Grande Torino? Per dire, la Roma ha vinto la metà degli scudetti del Bologna e tutto questo è nella storia. Conta o non conta? Allargando appena il confine, che storia hanno il Chelsea o il City prima degli ultimi dieci anni? Nessuna. E allora?
FINALE DI CHAMPIONS - BARCELLONA JUVENTUS
FINALE DI CHAMPIONS - BARCELLONA JUVENTUS
Essendo vecchio penso di conoscere già le domande e le risposte. I ricchi, i migliori, stanno cercando di diventare più ricchi e migliori. Forse è legittimo, ma non è corretto. Sarebbe come pagare Vienna perché è stata una capitale imperiale. Non è modernità questa. È modificare le regole a proprio vantaggio.