PER CHIUDERE IL CERCHIO SULL’INCHIESTA MPS-ANTONVENETA I PM DI SIENA HANNO INVITATO EMILIO BOTIN PRESIDENTE E AZIONISTA DEL BANCO SANTANDER A PRESENTARSI IN PROCURA, COME PERSONA INFORMATA DEI FATTI. MA IL PROTAGONISTA DELL’OPERAZIONE CHE AVEVA COMPRATO ANTONVENETA DA ABN AMBRO PER 6,3 MILIARDI DI EURO RIVENDENDOLA TRE MESI DOPO AI SENESI PER 9,3 “È INDISPONIBILE”. AVENDO ALTRI IMPEGNI IN GIRO PER IL MONDO, NON PUÒ VENIRE IN ITALIA…

Andrea Greco - Francesco Viviano per Repubblica

Per chiudere il cerchio sull'inchiesta Montepaschi-Antonveneta i pm di Siena hanno invitato il potente Emilio Botin presidente e azionista del Banco Santander a presentarsi in procura, come persona informata dei fatti. Ma il protagonista dell'operazione che aveva comprato Antonveneta da Abn Ambro per 6,3 miliardi di euro rivendendola tre mesi dopo ai senesi per 9,3 - ma i conto totale è ben 19 miliardi, contando i finanziamenti accesi - «è indisponibile ». Avendo altri impegni in giro per il mondo, il banchiere spagnolo vicino all'Opus Dei ha fatto sapere ai pm di Siena che non può venire in Italia.

«Lo convocheremo nei prossimi giorni» dicono in procura, dove vorrebbero chiedergli perché impose all'ex presidente Mps, Giuseppe Mussari, di comprare la banca padovana con la clausola «visto e piaciuto», impedendo, per contratto, di effettuare la due diligence che avrebbe consentito ai senesi di capire meglio il suo valore a fine 2007.

Sempre su Antonveneta ieri si è concentrata l'attività istruttoria dei pm Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, che hanno interrogato per otto ore, e per la seconda volta in tre giorni, l'ex direttore generale di Mps Giuseppe Vigni, indagato per ostacolo alla vigilanza, manipolazione del mercato e falso in prospetto.

Un interrogatorio fiume durato fino a tarda sera durante il quale Vigni, assistito dagli avvocati Franco Coppi e Giuseppe Di Martino, ha ribadito la sua correttezza nell'acquisizione, che fu curata principalmente da Mussari (anche lui indagato, e interrogato nei prossimi giorni). «È tutto secretato», ha detto Coppi all'uscita. Come era secretato il precedente verbale dell'ex capoazienda senese.

A Vigni è stato chiesto tra l'altro se fosse a conoscenza della bozza di lettera (sequestrata dalla Gdf) «suggerita» a Mussari da Alessandro Daffina, capo di Rothschild Italia e advisor del Santander, sentito ieri dai pm senesi per quattro ore. «Non sapevo di quella lettera» avrebbe detto Vigni, che continuerebbe a difendersi sostenendo di non avere compiuto illeciti ed avere sempre fatto gli interessi del gruppo, per oltre 40 anni e fino all'uscita (con un bonus di 4 milioni per cui presto Banca d'Italia sanzionerà Mps).

Prima di Vigni era stato interrogato come persona informata dei fatti Daffina, che aveva intermediato la fase iniziale della trattativa Mussari-Botin. I pm potrebbero avergli chiesto conto dell'incontro del 28 novembre con Mussari, a valle della trattativa notturna in cui Botin aveva fatto lievitare da 8,2 a 9 miliardi il prezzo per Antonveneta;
ieri Daffina ha dribblato i giornalisti. Non è da escludere che oggi, approfittando del fatto che la Borsa é chiusa e il titolo Mps non quota, gli inquirenti svolgano altre attività istruttorie sui 14 indagati del fascicolo.

Gianluca Baldassarri, ex capo dell'area finanza Mps, non risulta ancora convocato. Nei prossimi giorni i pm di Siena incontreranno i colleghi di Napoli che nei mesi scorsi, nell'inchiesta su Finmeccanica, sequestrarono negli uffici di Ettore Gotti Tedeschi - capo in Italia del Santander - documenti relativi ad Antonveneta. Ma la cessione fu opera di Botin, Daffina e Mussari, come ha riferito anche l'ex presidente dello Ior nel suo recente interrogatorio

 

 

EMILIO BOTIN CON JOSE LUIS ZAPATERO EMILIO BOTIN EMILIO BOTIN CON FERNANDO ALONSO EMILIO BOTIN CON FRED GOODWIN Montezemolo e BotinEmilio BotinANA PATRICIA BOTIN Alessandro Daffina

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