RENZIE NON SBANCA LE BANCHE: PER DARE GLI 80 EURO IN BUSTA AI LAVORATORI IL PREMIER ALZA LE TASSE DELLE BANCHE SUL REGALO DELLA RIVALUTAZIONE DI BANKITALIA – ABI CHIAGNE E FOTTE: "SCELTA INGIUSTA"
Paolo Baroni per âLa Stampa'
Alla fine la sorpresa è arrivata: un'altra stangata sulle banche. Un altro miliardo prelevato dai bilanci, a dire il vero nemmeno troppo floridi, di questo settore. Il governo, a caccia di coperture solide per finanziare il taglio delle tasse prossimo venturo, non potendo spingere troppo a fondo il pedale della spending review (solo 4,6 i miliardi messi "a bilancio" contro i 6 "offerti" dal commissario Cottarelli) ha deciso di prendere una parte consistente di risorse da una parte - dai conti delle banche - per restituire dall'altra, ovvero i 10 milioni di lavoratori italiani che guadagnano meno di 25 mila euro l'anno e che per fine maggio si aspettano il bonus da 80 euro in busta paga.
Per farlo Renzi-Robin Hood ed il ministro dell'Economia Padoan hanno deciso di raddoppiare le tasse sulle plusvalenze prodotte dalla rivalutazione delle quote della Banca d'Italia detenute dai nostri istituti di credito. Da una aliquota del 12% prevista dalla legge di stabilità dell'anno passato si passa al 24-26% del decreto fiscale che il premier si è impegnato a presentare al consiglio dei ministri del 18 aprile.
Di conseguenza il gettito raddoppierà passando da 1 a 2 miliardi di euro. In questo modo, assieme al maggior gettito Iva legato all'accelerazione del pagamento degli arretrati della Pa, il governo punta ad incassare entro fine anno circa 2,2 miliardi di imposte in più che sommati ai 4,5 miliardi di revisione della spesa assicurano per quest'anno la piena copertura dell'"operazione 80 euro".
Dunque, viene da dire, le famigerate coperture sulla cui solidità tutti si interrogavano negli ultimi giorni non erano poi così solide come il governo ha continuato a ripetere fino alla nausea. Che la coperta fosse corta lo si sapeva: e non bastava da sola la spending review a blindare la nuova manovra taglia-Irpef. Di qui la decisione presa nelle ultime ore di calare l'asso-plusvalenze. Mossa che ha ovviamente preso in contropiede le banche.
«Scelta ingiusta e illogica», ha commentato a botta calda il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini. Le banche, in particolare, pongono una questione di legittimità giuridica, visto che in questo modo il governo modifica retroattivamente una norma fiscale.
Dunque per i prossimi giorni si annunciano scintille. Intanto però il premier, che ora predica il verbo «dare a chi non ha, togliere a chi ha avuto tanto», si è giocato un'altra carta ad effetto. Sfondando una porta aperta nell'opinione pubblica e riportando a galla la questione del «regalo alle banche» che per settimane, soprattutto ad opera dei grillini, ha infiammato il confronto parlamentare sul decreto Imu-Bankitalia.
Un provvedimento che da un lato cancellava la seconda rata Imu (2,2 miliardi di euro), aumentando anche in quel caso le tasse su banche e assicurazioni, ma dall'altra portava a 7,5 miliardi di valore della banca centrale consentendo agli azionisti (Intesa e Unicredit in prima fila) importanti plusvalenze. à quello stesso decreto che per la prima volta ha fatto scattare la «tagliola» anti ostruzionismo alla Camera, che ha provocato scontri violenti e pure l'assalto ai banchi del governo con due dozzine di deputati sospesi per settimane.
Twitter @paoloxbaroni
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