“ALCUNI INSEGNANTI VOLEVANO DISCUTERE DELLE LEZIONI MENTRE SI FACEVANO LA DOCCIA COMPLETAMENTE NUDI” – GIULIANO PEPARINI, EX COREOGRAFO DI “AMICI” RIVELA GLI ABUSI SESSUALI SUBITI NELLA DANZA: “INTUIVO CHE FOSSE UNA RICHIESTA STRANA, MA NON ERO L'UNICO A RICEVERE QUESTO GENERE DI "INVITI". ERA LA NORMALITÀ. NEL MIO CASO CI SONO STATE DELLE SITUAZIONI DOVE SI È SFIORATO L'ABUSO FISICO, MA NON HO MAI DETTO NULLA. SOLO CON IL SENNO DI POI HO REALIZZATO CHE ERANO SITUAZIONI SBAGLIATE…”
Estratto dell’articolo di Francesca D'angelo per “la Stampa”
Si balla e si tace. È sempre andata così, per lunghissimo tempo: nessun ballerino - soprattutto uomo - ha mai osato raccontare il lato oscuro della danza. Quello degli abusi, delle attenzioni non richieste, della vicinanza inappropriata, sia etero che omosessuale. […]
A rompere il silenzio è Giuliano Peparini: il celebre coreografo di fama internazionale, che ha incantato gli spettatori del talent show Amici dando vita a quelli che Maria De Filippi chiamava (giustamente) "quadri".
Nel suo piccolo - che in realtà proprio piccolo non è, visto che gli è costato 3 milioni di euro - Peparini vuole provare a riscrivere le regole dell'ambiente della danza, attraverso la sua Peparini Academy: una scuola, nel cuore di Roma, che mette al primo posto il merito, gli sbocchi lavorativi ma anche la sicurezza degli allievi. […]
Quanto è profondo il lato oscuro della danza?
giuliano peparini regista dello spettacolo foto di bacco
«[…] gli abusi sono sempre esistiti nel nostro ambiente. Lo dico perché l'ho provato sulla mia pelle. Quando ero giovane, per esempio, alcuni insegnanti volevano discutere della lezione o del mio percorso mentre loro si facevano la doccia, completamente nudi. Io mi sentivo a disagio, intuivo che fosse una richiesta strana ma non ero l'unico a ricevere questo genere di "inviti". Paradossalmente era la normalità. Infatti non ne parlai mai in famiglia».
C'è chi è andato oltre all'esibizionismo?
«[…] Nel mio caso ci sono state delle situazioni dove si è sfiorato l'abuso fisico ma, anche lì, non ho mai detto nulla. Solo con il senno del poi ho realizzato che erano situazioni sbagliate».
Vi ricattavano dicendo che, diversamente, non avreste fatto strada?
«No. Era semplicemente un consueto modo di fare».
La prima battaglia deve essere contro questo senso di normalità percepita?
«Esatto. I ragazzi vanno aiutati e tutelati: può accadere di subire la fascinazione di alcuni adulti. Diventano un modello, li ammiri, ma stimare il lavoro di una persona non vuol dire per forza esserne attratti sentimentalmente. È arrivato quindi il momento di rompere questo tabù, di aprire gli occhi ai ragazzi, spiegando che possono dire di no […]».
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E per quanto riguarda il problema dei disturbi alimentari?
«È un'altra grossa piaga del nostro ambiente. Di nuovo, però, la chiave è stare vicino ai ragazzi, indirizzarli e aiutarli. Per questo vorrei offrire un servizio psicologico gratuito per i miei allievi. Mi farei carico io della spesa».
Anche qui, a guidarla, è una ferita del passato?
«Da ragazzo mi dissero che ero troppo grasso e basso per fare il ballerino: "Fidati, la danza non è roba per te". Per fortuna mia madre minimizzò, rassicurandomi che nel giro di un paio d'anni quel tipo di mentalità sarebbe cambiata. Credetti a quel suo "tranquillo, vedrai" e mi bastò per non avere problemi con il cibo».
La mentalità è poi davvero cambiata?
«No, purtroppo. E dire che c'è posto per tutti. Il ballo ha tanti ruoli: ci sono il principe e la principessa, ma anche il caratterista. Poi è chiaro che se vuoi fare Il lago dei cigni serve una certa fisicità ma, ripeto, non c'è solo quel tipo di danza. Anche per questo alle mie audizioni le doti fisiche non sono una variabile decisiva e c'è spazio anche per i diversamente abili».
Altri tabù sulla sua lista?
sabrina ferilli giuliano peparini maria de filippi
«I pregiudizi verso gli uomini che ballano. Da ragazzo mi ripetevo: un giorno non sarà più così. Invece purtroppo mi sbagliavo. Giusto poco tempo fa, dei fratelli accompagnavano le sorelle e appena ho proposto a uno di loro di sostenere l'audizione, il padre è intervenuto sottolineando che "lui fa calcio"».
La sua scuola è un po' figlia di "Amici"?
«Ho avuto l'idea dell'Academy proprio durante il programma. Raccontavo il mio sogno a Maria e lei per prima mi ha sostenuto. Non escludo future collaborazioni con Amici».
Ma tre milioni di euro non è un prezzo troppo alto per un sogno?
«Mettiamola così: è come se mi fossi fatto lo yacht. Ma il mio ha un valore inestimabile».