“IL MEMORIALE SCRITTO DA AMANDA KNOX ERA UN ATTO DI ACCUSA NEI CONFRONTI DI LUMUMBA" – I GIUDICI DELLA CORTE D'ASSISE D'APPELLO DI FIRENZE RINFRESCANO LA MEMORIA ALL’AMERICANA CHE, PRIMA DI ESSERE CONDANNATA A TRE ANNI DI RECLUSIONE PER CALUNNIA, AVEVA SPERGIURATO DI NON VOLUTO PUNTARE IL DITO CONTRO “L’AMICO” – I MAGISTRATI HANNO SOTTOLINEATO CHE NON CI FU ALCUNA PRESSIONE E CHE IL TESTO FU “REDATTO SPONTANEAMENTE E LIBERAMENTE DALL’IMPUTATA…”
(ANSA) - "E' un atto di accusa nei confronti di Diya Lumumba" il memoriale scritto da Amanda Knox il 6 novembre del 2007 dopo essere stata fermata per l'omicidio di Meredith Kercher (per il quale è stata poi definitivamente assolta) con il quale lo chiamava in causa per il delitto al quale risultò completamente estraneo.
Lo ha scritto la Corte d'assise d'appello di Firenze nella motivazione con la quale ha condannato per calunnia l'americana a tre anni di reclusione già scontati con i quasi quattro passati in carcere. I giudici hanno sottolineato che il testo "è stato redatto spontaneamente e liberamente come confermato dall'imputata".
"L'urlo straziante" di Meredith Kercher quando venne uccisa "è un fatto realmente accaduto" e una "circostanza puntualmente riportata nel memoriale" di Amanda Knox, "veritiera" secondo la Corte d'assise d'appello di Firenze che l'ha condannata per calunnia. Per i giudici l'americana "era perfettamente consapevole dell'innocenza" di Patrick Lumumba perché "si trovava all'interno della casa al momento dell'omicidio e quindi ben sapeva che lì non c'era". E "quell'urlo straziante che nel suo racconto le imponeva di portarsi le mani alle orecchie e di rannicchiarsi in cucina nel tentativo di non sentirlo è un fatto realmente accaduto".
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