BASTARDI DENTRO - IN MANETTE UNA BABYGANG DI “MINORATI” MILANESI, BOTTE E RAPINE A COETANEI E A UN DISABILE GAY
Da LaStampa.it
Una baby gang sgominata oggi dalla polizia a Milano ha compiuto decine di aggressioni molto violente tra cui due nei confronti di un gay e di un ragazzino di religione ebrea. Poi postavano le bravate su Facebook con epiteti razzisti. Esclusa, però, una connotazione politica.
Quattro ragazzi sono stati arrestati dalla polizia, a Milano, con l'accusa di essere i responsabili di una brutale aggressione ai danni di alcuni coetanei, picchiati pesantemente e rapinati nel maggio scorso. Si tratta di tre minorenni, tre 17enni, e un 18enne. Fanno parte di una banda di giovani che spadroneggia nella zona tra Inganni e Bisceglie chiamata la «banda di via Creta».
Un disabile 50enne, a Milano, era quotidianamente vessato da una baby gang perché dichiaratamente gay. L'uomo subiva insulti dalle finestre del suo condominio, botte, rapine. Per mesi non è nemmeno uscito di casa, fino a quando la polizia non l'ha rassicurato. La gang, sgominata oggi, ha aggredito anche un ragazzino ebreo e un clochard.
L'uomo, disabile al 70%, e che vive solo, veniva vessato da anni in un palazzone popolare nella periferia sud di Milano, dove abitavano i capi (due fratelli gemelli 17enni) di una baby gang che spadroneggiava nel quartiere. Insulti omofobi (gridati al suo indirizzo anche dalle finestre del condominio) e schiaffi erano quasi all'ordine del giorno, e in due occasioni è stato anche picchiato a sangue e rapinato: la sua `colpa´ era quella di mantenere sembianze il più possibile femminili e di non nascondere le sue tendenze sessuali.
La polizia, che ha eseguito quattro arresti, tre a carico di altrettanti minorenni e una nei confronti di un 18enne, alla fine è riuscita a convincerlo a denunciare gli episodi più gravi. Dalla prima aggressione, avvenuta il 17 gennaio scorso, si era chiuso in casa rifiutandosi di uscire. I pasti glieli portavano a domicilio gli assistenti sociali, che lo seguivano in quanto disabile. Perfino la polizia, per farsi aprire la porta, ha dovuto passare i documenti sotto la porta.
Il 2 febbraio è stato bastonato mentre andava al supermercato dopo essere stato insultato perché «frocio». L'uomo era così spaventato che, in quell'occasione, ha acconsentito a farsi accompagnare dal 118 al pronto soccorso solo dietro l'assicurazione di essere scortato dagli agenti: temeva, infatti, che i teppisti che ormai erano diventati il suo incubo si materializzassero anche lì.
Alla fine, solo dopo essersi reso conto che la polizia era determinata ad arrestare i componenti della gang ha ricominciato, con molta circospezione, a condurre una vita normale.
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