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“PERCHÉ NON CREARE UNA COALIZIONE MILITARE TRA USA E RUSSIA E DIVIDERE L’EUROPA?” – IN RUSSIA, I PROPAGANDISTI DI PUTIN SONO ECCITATI DALLE SPARATE DI TRUMP ANTI-ZELENSKY E CONTRO L’UE E SOGNANO DI RIPORTARE ALCUNI PEZZI DI EUROPA SOTTO LA SFERA D’INFLUENZA DI MOSCA: “AVREMO LE NOSTRE BASI COME NEL 1814 A BERLINO E PARIGI. L’EUROPA RISPARMIERÀ DENARO SUL COMPLESSO MILITARE-INDUSTRIALE E NON DOVRÀ PREOCCUPARSI DI NULLA” (A FARE QUESTE IPOTESI SONO GLI STESSI CHE FINO A POCO TEMPO FA DISCETTAVANO SU QUALE CITTÀ AMERICANA COLPIRE PER PRIMA CON UN MISSILE NUCLEARE) - POCHI GIORNI FA, IL “MOSKOVSKIJ KOMSOMOLETS” HA PUBBLICATO UN RESOCONTO IMMAGINARIO DELLA CONVERSAZIONE TELEFONICA TRA TRUMP E PUTIN: “CIAO VLADIMIR! COSA NE DICI DI DIVIDERCI IL MONDO?”, “CARO DONALD, COSA HO SEMPRE DETTO IO? FACCIAMOLO!”
Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
La parola «svet» in russo significa al tempo stesso luce e mondo. Come è facile immaginare, in questi giorni abbondano i titoli di giornale e le facezie sul fatto che l’Europa, intesa come vecchio mondo, sia rimasta al buio. Dal canale di Stato Rossiya-1 al quotidiano Izvestia , è tutto un infierire sul corpo di quello che visto da Mosca appare come un continente morto, o quasi.
Rossiskaya Gazeta, il giornale che esprime la posizione ufficiale del governo, esulta per questa settimana che viene definita come «la più grande doccia fredda possibile per le élite europee». Il Moskovsky Komsomolets , giornale di riferimento della capitale e del potere, racconta di una «Europa sbalordita», che continua a ricevere «ginocchiate sotto la cintura dall’America, senza avere neppure il tempo di respirare».
Stanno vincendo, e lo sanno. All’improvviso, il Grande Satana americano, corruttore dei costumi e avanguardia del degrado dei valori del vivere civile, frasi ripescate da rassegne stampa neppure troppo lontane degli organi di informazione già menzionati, non è più tale. Evaporato, in una nuvola di esaltazione verso il nuovo corso di Donald Trump.
Il nuovo presidente americano è anzi la persona che ha riconosciuto una semplice verità: «Non si può discutere dell’ordine mondiale senza di noi, cercando in ogni modo di isolarci, e fallendo nell’impresa a causa dell’intelligenza e della pazienza di Vladimir Putin», come ha appena affermato Dmitry Kiselyov, il decano dei propagandisti russi.
Sembra quasi che tutte le teorie sul mondo multipolare e sulla fine dell’impero americano siano state riposte nel cassetto con una certa velocità. Rimane un unico nemico, fragile e indebolito come non mai, agli occhi della nomenklatura russa. «Non siamo abituati a speculare sulle relazioni euro-atlantiche, ma è l’Europa che porta la colpa di quanto sta avvenendo. I suoi leader hanno interferito direttamente nelle elezioni americane, arrivando a insultare un candidato, e accusandolo di avere legami con la Russia».
Anche ieri […] Putin ha ribadito quella che sembra essere una nuova linea. Cauta e vigile amicizia con il nuovo inquilino della Casa Bianca, e comune ostilità verso il vecchio continente e le sue vecchie regole. Gli eventi dell’ultima settimana hanno davvero segnato uno spartiacque anche nella politica russa, che ha operato una specie di inversione a centottanta gradi. Al punto da autorizzare negli spiriti più entusiasti il desiderio di spartirsi le spoglie europee con il nuovo amico americano, auspicando in maniera esplicita la rinascita delle vecchie zone di influenza, tanto care all’Urss che fu.
Nello scrivere del «tremendo colpo psicologico inferto alla parte europea dell’Occidente collettivo» […] l’editoriale odierno della Nezavisimaya Gazeta racconta di una Europa «andata a lungo in giro con il naso in su pensando di essere l’unico mondo civilizzato» che ora rischia di fare una brutta fine. […] L’altra sera, il celebre Vladimir Solovyov si è lanciato in un volo pindarico. «Perché non creare una coalizione militare tra Usa e Russia e dividere l’Europa?» si è chiesto rivolgendosi ai suoi ospiti abituali, personcine a modo che fino a poco tempo fa discettavano su quale città americana colpire per prima con un missile nucleare. «Avremo le nostre basi come nel 1814 a Berlino e Parigi. L’Europa risparmierà denaro sul complesso militare-industriale e non dovrà preoccuparsi di nulla».
Le solite esagerazioni del più tonitruante dei conduttori televisivi, si dirà. Ma questa volta, che sia desiderio di rivincita o altro, il libro dei sogni lo stanno leggendo in molti. Pochi giorni fa, il Moskovskij Komsomolets ha pubblicato un resoconto immaginario della recente conversazione telefonica tra Trump e Putin. «Ciao Vladimir! Tu hai un Paese fantastico, io ho un Paese fantastico! Cosa ne dici di dividerci il mondo?». «Caro Donald, cosa ho sempre detto io? Facciamolo!».