giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

ECCO IL MOTIVO CHE HA SPINTO LA MELONI A SPOSARE SULLA GIUSTIZIA LA LINEA BERLUSCONI - DIETRO LA SVOLTA “DA FALCO ULTRA-GARANTISTA” DI DONNA GIORGIA CI SONO GLI ULTIMI CASI CHE HANNO COLPITO I SUOI FEDELISSIMI. DAL CASO DELMASTRO ALL’INCIAMPO SANTANCHÈ FINO ALLA QUESTIONE LA RUSSA. IL CERCHIO "FRACICO" DELLA MELONI E' IN FRANTUMI. LE POLEMICHE CHE HANNO TRAVOLTO IL COGNATO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, CHE HA ACCETTATO UN PROFILO PIÙ BASSO. A GESTIRE IL TESSERAMENTO DI FDI ORA È STATA PROMOSSA ARIANNA MELONI…

Estratto dell'articolo di Tommaso Ciriaco per repubblica.it

GIORGIA MELONI DANIELA SANTANCHE - MEME BY GRANDE FLAGELLO

 

Ormai sono tutti falchi. Non si mette di traverso neanche più Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza, ex magistrato, punto di riferimento del Quirinale, regista di ogni decisione di Giorgia Meloni, considerato dall’opposizione elemento di moderazione. Neanche lui, tre giorni fa, ha voluto o potuto bloccare il violento comunicato con cui “fonti” di Palazzo Chigi hanno aperto le ostilità coi giudici. Segnale lampante di un clima diverso, lo stesso che ha indotto ieri Meloni a esporsi su Repubblica senza cautele: “Avevo messo in conto che un certo potere costituito si sarebbe dimenato per impedire riforme necessarie”. È il metodo con cui Meloni agisce da sempre: di fronte a uno scontro, rilancia.

santanchè meloni

 

Non necessariamente escludendo una mediazione, ma per far capire di non essere disposta a cedere. In questo caso, lanciando un segnale che può tradursi così: state colpendo i miei, tocca a me difenderli (in realtà, le inchieste vanno avanti da mesi e non c’è nulla di imprevisto). Di certo, le ultime prese di posizione sono la promessa di una riforma della giustizia che la destra minaccia di portare avanti nei prossimi mesi, muovendosi nel solco di Silvio Berlusconi, anche per conquistarne l’elettorato. E negando, tra l’altro, le rassicurazioni che gli ambasciatori di Palazzo Chigi avevano consegnato ufficiosamente ai giudici: non faremo di fretta, e alla fine probabilmente non faremo.

 

LA SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DI FRATELLI DITALIA - VIGNETTA ELLEKAPPA

E invece, si rafforza la linea del Guardasigilli Carlo Nordio, assertore della separazione delle carriere e di una stretta definiva sulle intercettazioni. Meloni lo aveva più volte richiamato all’ordine. Fino alla nuova svolta, evidente anche dalle dichiarazioni di Mantovano di giovedì scorso: “Bisogna rendersi conto che il problema delle interferenze di alcune iniziative giudiziarie sull’attività politica riguarda tutti, centrodestra e centrosinistra.

 

(…)

 

Un primo disegno di legge per regolare intercettazioni e abuso d’ufficio, in realtà, è stato già licenziato dal governo a metà giugno. L’altro ieri, nelle ore più aspre dello scontro, ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato, dopo essere rimasto fermo per tre settimane. Manca la firma di Sergio Mattarella. Il Presidente non conosce il testo, è impegnato in una missione in Sudamerica e si occuperà del dossier in seguito: la valutazione — si apprende — avverrà al suo rientro in Italia.

 

PRENDI I SOLDI E SCAPPA - VIGNETTA BY MACONDO

Tutti falchi, nessuna colomba. Ma soprattutto: un “cerchio magico” — o meglio, “storico” — in frantumi. Per capire la svolta di Meloni bisogna concentrarsi sugli ultimi nove mesi, che coincidono con l’ascesa al potere della destra. Anzi, di FdI. Un partito governato da una sola leader, assieme a un nucleo ristretto di dirigenti. Composto da amici che si frequentano da lustri, lungo l’asse Roma-Milano, e che nell’era di Palazzo Chigi è stato scosso da gaffe, inchieste, duelli. Il primo colpo è stato il “caso Donzelli”.

 

In realtà, sotto inchiesta non è finito Giovanni Donzelli, luogotenente del partito per conto di Meloni, ma Andrea Delmastro, viceministro alla Giustizia. Entrambi sono cresciuti al fianco della premier. Pochi giorni fa il gip ha chiesto per Delmastro l’imputazione coatta per rivelazione di segreto d’ufficio nel caso Cospito, dopo il pasticcio alla Camera sotto gli occhi di centinaia di deputati. Una circostanza che ha segnato Meloni, che aveva affidato a Delmastro il compito di “marcare” Nordio, limitandone il garantismo. Fino alla decisione del giudice, che l’ha fatta infuriare.

giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella parata 2 giugno

 

Ma l’inciampo forse più doloroso è stato il caso Santanchè. Poco prima di nominarla ministra, Meloni aveva chiesto informazioni sulla sua società, visto che si era saputo che i revisori avevano bocciato il bilancio di Visibilia. E aveva ricevuto rassicurazioni. L’indagine, però, ha fatto il suo corso, lasciando un gigantesco problema in mano alla premier.

 

Aggravato dal fatto che da molti anni la senatrice è legata da un sodalizio politico e umano con Ignazio La Russa, con il quale gestisce FdI in Lombardia, ormai principale bacino di voti della destra assieme al Lazio. Senza contare l’ultimo dettaglio: la pioggia di critiche che ha travolto il presidente del Senato per le frasi pronunciate in difesa del figlio, denunciato per violenza sessuale. Meloni ha preteso una correzione, ma certo non si è esposta pubblicamente contro La Russa.

francesco lollobrigida arianna meloni

 

E poi c’è il Lazio, dove tutto è iniziato prima della vittoria ed è culminato nell’estromissione dalla guida del partito regionale di un deputato vicino a Fabio Rampelli, mentore di Meloni. È uno scontro che divide la premier dal mondo in cui è cresciuta. Nel frattempo, un altro laziale come Francesco Lollobrigida, potente ministro e marito di Arianna Meloni, è finito al centro di durissime polemiche per alcune dichiarazioni sull’etnia italiana. Alla fine ha accettato un profilo più basso. E a gestire il tesseramento di FdI è stata promossa Arianna Meloni.

arianna meloni francesco lollobrigida LA REAZIONE DI MELONI E LA RUSSA AL PASSAGGIO DEGLI INCURSORI DEL GOI ALLA PARATA DEL 2 GIUGNO 2023

Ultimi Dagoreport

papa francesco bergoglio balcone policlinico gemelli

DAGOREPORT – QUESTA VOLTA PAPA FRANCESCO HA RISCHIATO DAVVERO DI MORIRE, ED È STATO RIPRESO PER LO ZUCCHETTO: TENERLO IN VITA  HA RICHIESTO UNA ASSISTENZA STRAORDINARIA DA PARTE DELL’OTTIMO STAFF MEDICO DEL POLICLINICO GEMELLI – BERGOGLIO RICEVERÀ LE STESSE PREMURE A SANTA MARTA? UN PRIMO PESSIMO SEGNALE SI È AVUTO NELLA MODALITÀ CON CUI IL PAPA È STATO “OFFERTO” AGLI OCCHI DEI FEDELI DAL BALCONE DELL’OSPEDALE: LO STAFF VATICANO, PER NON FARLO SEMBRARE MALCONCIO, GLI HA TOLTO I NASELLI DELL’OSSIGENO, TANTO CHE BERGOGLIO NON È RIUSCITO A CONCLUDERE LA BENEDIZIONE PER L’AFFANNO…

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - SOPRAVVIVERÀ IL GOVERNO DI GIORGIA MELONI AL VOTO, PREVISTO PER OTTOBRE, DI CINQUE REGIONI (OLTRE 17 MILIONI DI CITTADINI ALLE URNE)? - TRANNE LA TOSCANA SEMPRE ROSSA, CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA E VENETO SONO TUTTE CONTENDIBILI DAI DUE SCHIERAMENTI - IN PUGLIA LA VITTORIA DEL PD SAREBBE CERTA SOLO CON ANTONIO DECARO – IN VENETO, IL MELONIANO DE CARO SE LA PRENDE IN QUEL POSTO SE ZAIA PRESENTA UN SUO UOMO NELLE LISTE DELLA LIGA VENETA - DA ‘’VIA COL VENETO’’ A “PER CHI SUONA LA CAMPANIA”. DOVE SI È GIÀ IN PIENA SCENEGGIATA NAPOLETANA, STARRING MARTUSCIELLO, PIANTEDOSI, CIRIELLI, DE LUCA – MARCHE? QUASI PERSE - GIORGIA, QUI SI RISCHIA LA SCOPPOLA! CHE FARE? NEL DUBBIO, COME INSEGNA L’ANTICO CODICE DEMOCRISTIANO, MEGLIO RIMANDARE IL VOTO REGIONALE NEL 2026…

meloni salvini tajani palazzo chigi

DAGOREPORT - LA SITUAZIONE DEL GOVERNO MELONI È GRAVE. PROBABILMENTE NON SERIA, MA DISPERATA SÌ - SE L’ESCALATION DEL SALVINISMO TRUMPUTINIANO FA IMBUFALIRE TAJANI (“POPULISTI QUAQUARAQUÀ”), FA PRUDERE MANI E GOMITI A UNA DUCETTA MALCONCIA, FINITA NEL CONO D’OMBRA DI TRUMP-MUSK, CHE ASPETTA SOLO LA CONFERMA DI SALVINI A CAPO DELLA LEGA, IL 6 APRILE, POI “LA PAZIENZA FINISCE” - IL GIORNO PIÙ DOLOROSO DELLA MELONA ARRIVERÀ INFATTI QUATTRO GIORNI PRIMA: IL 2 APRILE, QUANDO TRUMP ANNUNCERÀ I FAMIGERATI DAZI USA E MELONI DOVRÀ DECIDERE SE STARE CON WASHINGTON O CON  BRUXELLES - IN ATTESA DEL GIORNO DEL GIUDIZIO, SI FANNO SEMPRE PIÙ FITTE E FORTI VOCI E MUGUGNI DI UNA DE-SALVINIZZAZIONE DEL GOVERNO CHE PREFIGURANO UNA PROSSIMA CRISI E IL VOTO ANTICIPATO NEI PRIMI MESI DEL 2026 - L’APERTURA DELLE URNE DIPENDERÀ PERÒ DA ALTRI DUE FATTORI: I DATI DEI SONDAGGI E IL VOTO INCERTISSIMO, PREVISTO PER IL PROSSIMO OTTOBRE, IN CINQUE REGIONI…

proteste benjamin netanyahu ronen bar gali baharav-miara

DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI” PRIMA HA PROVATO A CACCIARE IL CAPO DELLO SHIN BET, RONEN BAR, CHE INDAGAVA SU DI LUI, POI HA VOTATO LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO LA PROCURATRICE GENERALE, GALI BAHARAV-MIARA, ANCHE LEI "COLPEVOLE" DI AVER MESSO SOTTO LA LENTE I SOLDI DEL QATAR FINITI AD HAMAS MA ANCHE AI COLLABORATORI DEL PREMIER – LE “OMBRE” SULLA STRAGE DEL 7 OTTOBRE: CHE RESPONSABILITÀ HA IL GOVERNO? NETANYAHU ERA STATO O NO INFORMATO DAI SERVIZI DI  BAR DEL PIANO DEI TERRORISTI PALESTINESI? PERCHÉ NON SONO STATE PRESE LE DOVUTE CONTROMISURE?

ursula von der leyen xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LE MATTANE DI TRUMP SVEGLIANO L'EUROPA: DOPO IL VIAGGIO IN INDIA, URSULA VOLA A PECHINO A FINE APRILE - SE TRUMP CI SFANCULA, LA GRANDE FINANZA AMERICANA RISPONDE INVESTENDO NEL VECCHIO CONTINENTE (IN ACCORDO CON IL MONDO FINANZIARIO BRITISH) - DOPO AVER SENTITO PARLARE WITKOFF ("PUTIN NON È UN CATTIVO RAGAZZO") , I DIPLOMATICI EUROPEI HANNO AVUTO UN COCCOLONE: CON QUESTI STATES, PUTIN POTREBBE OTTENERE TUTTO QUELLO CHE VUOLE. E INFATTI SOGNA ADDIRITTURA ODESSA - L'UNICA NOTIZIA CHE HA IMPENSIERITO "MAD VLAD" NELLE ULTIME ORE È STATA LA POSSIBILE PARTECIPAZIONE CINESE, POI SMENTITA, ALLE OPERAZIONI DI PEACEKEEPING DEI "VOLENTEROSI" A KIEV...