moussa sangare sharon verzeni

“SCUSA PER QUELLO CHE STO PER FARTI” – COSI’ MOUSSA SANGARE HA TRUCIDATO SHARON VERZENI. POI HA MODIFICATO LA BICI E NASCOSTO I COLTELLI - I PASSI FALSI NELL’INTERROGATORIO: DAVANTI AL PM L’ASSASSINO SI E’ CONTRADDETTO SUI CAPELLI TAGLIATI E HA POI NEGATO DI ESSERE STATO A TERNO D’ISOLA NEGLI ULTIMI MESI. MA AD INCHIODARLO C’ERANO LE TELECAMERE. SUL MOTIVO CHE LO HA SPINTO A UCCIDERE, HA USATO UNO SLANG DA RAPPER, LUI CHE AVEVA ANCHE TENTATO LA STRADA DI “X FACTOR”, E HA DETTO DI ESSERE STATO MOSSO DA UN “FEELING” – UN AMICO D'INFANZIA: “NON STAVA BENE, SI SAPEVA, ANDAVA AIUTATO” – IL VIAGGIO ALL’ESTERO, LA DROGA E IL FANTOCCIO DI CARTONE USATO COME BERSAGLIO PER LANCIARE COLTELLI

Maddalena Berbenni per corriere.it - Estratti

 

(…)

 

Moussa Sangare

Nato a Milano da una famiglia originaria del Mali, disoccupato e con un precedente di polizia per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, Sangare, 30 anni, risponde dell’omicidio, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, di Sharon Verzeni.

 

Lo ha confessato, in venti pagine di verbale piene di dettagli atroci. Come la descrizione della scena cruciale, quando, nella sua folle ronda in bicicletta, si imbatte nella 33enne e decide che è lei la vittima prescelta: «Ho visto questa ragazza guardare le stelle e ascoltare la musica con le cuffiette, sono arrivato alla piazza e sono tornato indietro».

 

Quando ha raggiunto Sharon, circa 200 metri più avanti, all’altezza del 32 di via Castegnate, le ha sussurrato alle spalle: «Scusa per quello che sta per succedere». Poi, l’ha afferrata a una spalla e l’ha colpita al petto da dietro, mirando al cuore, ammette. Sentendo la lama rimbalzare forse contro una costola, con Sharon che ha tentato di reagire e liberarsi, ha sferrato le altre tre pugnalate, questa volta alla schiena. Letali.

omicidio sharon verzeni - terno d isola

 

La domanda di Sharon al killer: «Perché?» «Perché? Perché? Perché?», riferisce di essersi sentito domandare dalla ragazza, che poi ha avuto la lucidità di allertare i soccorsi con il suo telefonino: «Mi ha accoltellato», spiega senza riuscire a dire di più. La chiamata è delle 00.52, il 30 luglio. Sharon, dopo avere gridato «aiuto», udita dall’inquilina di un condominio, ha retto pochi passi ed è crollata. È morta prima dell’arrivo all’ospedale Papa Giovanni XXII.

 

(...)

 

MOUSSA SANGARE - GHALI

Le contraddizioni durante l'interrogatorio

La svolta è arrivata in 24 ore, mercoledì, quando, una volta rintracciato anche grazie a due testimoni, Sangare è stato convocato in via delle Valli e ha cominciato a traballare, a contraddirsi praticamente su tutto. «Quando hai tagliato i capelli l’ultima volta?», hanno voluto sapere gli investigatori. «Tre mesi fa», è stata la sua risposta inverosimile. Era evidente che si era rasato da poco, forse anche per cambiare look e rendersi meno riconoscibile.

Ha poi negato di essere stato a Terno d’Isola negli ultimi mesi. Ma, appunto, c’erano le telecamere. Nei filmati, non nitidissimi, i dettagli della bicicletta ripresa comunque combaciavano con le caratteristiche della sua, nonostante le modifiche fatte al manubrio e ai catarifrangenti dopo l’omicidio, gli inquirenti ritengono, come per il taglio dei capelli, con l’obiettivo di sviare le indagini. Ha cercato di sostenere che si trattasse di un altro uomo.

 

Ma alla fine, messo sempre più sotto pressione, ha confessato tutto e ha fatto ritrovare l’arma, un grosso coltello, in un’area verde a Medolago, vicino all’Adda. Nel fiume, poi, i sommozzatori hanno recuperato il sacchetto con i vestiti e le scarpe indossati quando ha ucciso, più altri tre coltelli, che aveva gettato con alcune pietre per fare in modo che il suo segreto si adagiasse sul fondale.

OMICIDIO DI SHARON VERZENI - LE TELECAMERE IN STRADA

 

 

Sangare parla perfettamente l’italiano, ma, forse anche in seguito a un periodo passato all’estero, nell’interrogatorio con il pm ha intercalato parole in inglese, in uno slang da rapper, lui che aveva anche tentato la strada del talent. La sera del delitto, dopo un passaggio con gli amici, è tornato a casa a prendere il coltello mosso da un «feeling», così si è espresso, una sensazione che ha sentito dentro di sé.

 

Moussa Sangare

Vive a Suisio, in un appartamento trasformato in tugurio che è intestato a una nigeriana e lui ha occupato abusivamente dopo che a maggio la madre e la sorella lo hanno denunciato per maltrattamenti. E allontanato da casa. Anche allora c’era di mezzo un coltello, «solo» brandito per minacciare.

 

 

Nell’alloggio, dove manca l’acqua corrente, i carabinieri hanno anche trovato un fantoccio di cartone con disegnato uno smile in corrispondenza del viso. Lo aveva usato come bersaglio per lanciare coltelli in una sola occasione, sostiene. Finché poi, mosso da chissà quale demone, il gioco non è trasceso in tragedia.

sharon verzeni

 

Non ha riferito di altri episodi in cui si fosse aggirato per strada in cerca di persone da colpire. Forse la notte di Sharon è stata davvero la prima volta. E ancora gli inquirenti lanciano un appello ai due ragazzini contro cui Sangare sostiene di avere puntato il coltello prima di uccidere la 33enne. «Uno di loro — ha precisato — aveva la maglietta del Manchester».

 

 

MOUSSA SANGARE, I 30 GIORNI DA FANTASMA DEL KILLER DI SHARON VERZENI

Giuliana Ubbiali per corriere.it - Estratti

 

Moussa Sangare

Moussa Sangare sparisce dalle telecamere pedalando come un razzo sulla sua bicicletta. L’ultima lo riprende all’1.05 a Chignolo d’Isola, mentre Sharon Verzeni è a terra, in via Castegnate a Terno d’Isola, accoltellata alle 0.50, e i soccorritori tentano l’impossibile. Salvarla. Lui scompare dai radar e trovarlo diventa fondamentale per le indagini, ma resta in zona.

 

A Suisio, dove è cresciuto e abita, si vede ancora in giro. Più la sera tardi che durante il giorno. I suoi sono 30 giorni da fantasma, fino al fermo alle 4 di venerdì. In via San Giuliano, aveva occupato l’appartamento al pianterreno nello stesso stabile in cui vivono la mamma e la sorella.

 

A maggio, l’hanno denunciato per maltrattamenti. Il vicino al primo piano dice di averlo incrociato cinque giorni fa: «Saranno state le 5.30 del mattino, stavo andando al lavoro, era qui fuori. Aveva gli occhiali da sole. Andava in giro e tornava sempre qua». Ayman Shokr, il titolare della pizzeria Le Piramidi in piazza, lo aveva visto di sfuggita due settimane fa: «Usciva dal bar».

 

sharon verzeni

A metà pomeriggio, nel locale un ragazzo si appoggia al bancone e chiede acqua e menta. Vestito sportivo, ha lasciato la bici fuori. «Moussa? È un amico, siamo cresciuti insieme tra oratorio, calcetto e centro estivo». Ultimamente l’ha perso di vista, ma sa che in questo mese i ragazzi più giovani l’hanno intercettato. «Mi lasci dire una cosa, però. Moussa aveva dei problemi, si sapeva, andava aiutato. C’è un generalizzato problema di salute mentale di cui non ci si occupa. Non è giusto che poi, quando succede il peggio, si parli di mostro».

 

(...)

sharon verzeni 4

Lo ripetono da più parti, anche: «Una volta tornato, non era più lo stesso Moussa di un tempo. Ma non era pericoloso, non era violento. Ripeto, si vedeva che aveva dei problemi ma non avrei mai pensato potesse arrivare a fare del male a qualcuno». E la droga? «Sì, anche quella era un suo problema. Qui vanno a prenderla a Terno d’Isola». Non vuole giustificarlo, anzi. Vuole difenderne l’italianità: «Ho sentito in paese discorsi sull’origine e sulla cultura. Non voglio nemmeno dire che Moussa fosse integrato, perché non ce n’è bisogno. È più semplice, è nato a Milano e cresciuto qui».

Moussa Sangare in bicicletta ripreso dalle telecamere la notte dell omicidio di sharon verzeni

sharon verzeni 3SHARON VERZENIsharon verzeni 2sharon verzeni 1

(…)

Ultimi Dagoreport

trump modi xi jinping ursula von der leyen

LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA DELLE TARIFFE, IL TRUMPONE SI ERA ILLUSO DI POTER RIAFFERMARE IL POTERE GLOBALE DELL’IMPERO AMERICANO. IN PRIMIS, SOGGIOGANDO IL DRAGONE CINESE, L’UNICA POTENZA CHE PUÒ METTERE ALLE CORDE GLI USA. SECONDO BERSAGLIO: METTERE IL GUINZAGLIO AI “PARASSITI” EUROPEI. TERZO: RALLENTARE LO SVILUPPO TECNOLOGICO DI POTENZE EMERGENTI COME L’INDIA - LA RISPOSTA DEL NUOVO ASSE TRA EUROPA E CINA E INDIA, È STATA DURA E CHIARISSIMA. È BASTATO IL TRACOLLO GLOBALE DEI MERCATI E IL MEZZO FALLIMENTO DELL'ASTA DEI TITOLI DEL TESORO USA. SE I MERCATI TROVANO ANCORA LINFA PER LE MATTANE DI TRUMP, PER GLI STATI UNITI IL DISINVESTIMENTO DEL SUO ENORME DEBITO PUBBLICO SAREBBE UNO SCONQUASSO DA FAR IMPALLIDIRE LA CRISI DEL ’29 - CERTO, VISTO LO STATO PSICOLABILE DEL CALIGOLA AMERICANO, CHISSÀ SE FRA 90 GIORNI, QUANDO TERMINERÀ LA MESSA IN PAUSA DEI DAZI, L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA RIUSCIRÀ A RICORDARLO? AH, SAPERLO…

giana, turicchi, venier, paolo gallo, cristian signoretto arrigo antonino stefano

DAGOREPORT - AL GRAN BALLO DELLE NOMINE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DALLO STATO - FA STORCERE IL NASO IL NUOVO CEO DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): ARRIGO GIANA VANTA UN CURRICULUM DI AMMINISTRATORE PRETTAMENTE “LOCALE” E “DE SINISTRA”: MALGRADO SIA STATO IMPOSTO DA SALVINI, GUIDA ATM GRAZIE AL SINDACO BEPPE SALA. E PRIMA ANCORA FU NOMINATO CEO DI COTRAL DALL’ALLORA GOVERNATORE DEL LAZIO NICOLA ZINGARETTI; DOPODICHÉ SI ATTACCÒ ALL’ATAC, SPONSOR IL SINDACO GUALTIERI - RIMANE IN BALLO LA QUESTIONE SNAM: MALGRADO IL PARERE FAVOREVOLE DI CDP ALLA CONFERMA DI STEFANO VENIER, IL CEO DI ENI DESCALZI PUNTEREBBE SU CRISTIAN SIGNORETTO. IN BILICO PAOLO GALLO AL QUARTO MANDATO COME AD DI ITALGAS…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - MELONI, CHE JELLA: HA ASPETTATO SETTIMANE PER UN INCONTRO CON TRUMP E NON APPENA GLIELO CONCEDE, IL "DAZISTA" DELLA CASA BIANCA PRIMA SE NE ESCE CON LA TRUCIDA FRASE: “QUESTI PAESI CI CHIAMANO PER BACIARMI IL CULO”, ED OGGI RINCULA COME UN SOMARO SPOSTANDO DI 90 GIORNI L'APPLICAZIONI DEI DAZI (CINA ESCLUSA) – A QUESTO PUNTO, QUALI RISULTATI POTRA' OTTENERE DAL VIAGGIO IN AMERICA? 1) UN TRATTAMENTO “ALLA ZELENSKY” E UN NULLA DI FATTO; 2) UNA PROPOSTA IRRICEVIBILE DI DAZI AL 10% SOLO PER L’ITALIA; 3) TRUMP, DI COLPO RINSAVITO, SFRUTTA L’OPPORTUNITÀ DEL BACIO DI PANTOFOLA DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' PER APRIRE UNA TRATTATIVA CON L’UNIONE EUROPEA. BUM! PER LA DUCETTA SAREBBE LO SCENARIO DEI SOGNI: ALLA FACCIA DI URSULA-MACRON-MERZ POTREBBE VENDERSI COME “SUO” IL MERITO DI AVER FATTO RINSAVIRE "LO SCEMO DEL VILLAGGIO GLOBALE"...

jerome powell donald trump

DAGOREPORT – CHE FARÀ IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE AMERICANA, JEROME POWELL? AL GROTTESCO RINCULO TRUMPIANO DI 90 GIORNI SUI DAZI AVRA' CONTRIBUITO, OLTRE AI MERCATI IN RIVOLTA, L'AVANZARE DI UNA FRONDA REPUBBLICANA  CONTRO IL TYCOON GUIDATA DAL SENATORE RAND PAUL (ORA SONO NOVE) - UNA FRONDA CHE, AGGIUNTA AL VOTO DEI DEM, POTREBBE ANCHE METTERE TRUMP IN MINORANZA AL CONGRESSO - SE IL TRACOLLO DELL’ECONOMIA A STELLE E STRISCE DIVENTERA' INGESTIBILE, L'ARMA FINALE E' L'IMPEACHMENT DEL CALIGOLA PER MALGOVERNO AI DANNI DEGLI STATI UNITI...

donald trump pam bondi laura loomer

FLASH – PAM! PAM! TRUMP FARA' LA FINE DI CLINTON CON MONICA INGINOCCHIATA?NEGLI STATES SI VOCIFERA MOLTO SULLA STRETTA VICINANZA TRA TRUMP E LA CURVACEA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, PAM BONDIUNA STIMA PARTICOLARE, COME QUELLA RIPOSTA IN PASSATO NELL’ATTIVISTA “MAGA” LAURA LOOMER. SI SPIEGHEREBBE COSÌ L’ASCENDENTE CHE LE DUE DONNE HANNO SUL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO: SE BONDI IMPERVERSA SULLE TV AMERICANE, LOOMER È TALMENTE POTENTE DA AVER CONVINTO IL PRESIDENTE DEMENTE A CACCIARE IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI NSA, TIMOTHY HAUGH – L’ONNIPRESENZA DELLE DUE BOMBASTICHE ERINNI HA SPINTO MELANIA A PRENDERE LE DISTANZE DALLO STUDIO OVALE…