NON E’ FINITA! LA QUARTA ONDATA DEL COVID NON RISPARMIA L’ITALIA – SPERANZA: “LA CURVA SALIRA’ ANCORA” – IL GENERALE FIGLIUOLO: “PRONTI A FARE A TUTTI LA TERZA DOSE. AVREMO IL PICCO DI CONTAGI TRA DICEMBRE E FEBBRAIO” - SULLA PILLOLA MERCK APPROVATA NEL REGNO UNITO LOCATELLI (CTS) HA DETTO CHE… - BOLLETTINO: OGGI 6.764 E 51 DECESSI, CON 543.414 TAMPONI E IL TASSO DI POSITIVITÀ ALL’1,2% - LE DOSI DI VACCINO SOMMINISTRATE SONO OLTRE 90,4 MILIONI E I CITTADINI CHE HANNO RICEVUTO IL RICHIAMO SONO PIÙ DI 44,9 MILIONI (83,30% DELLA POPOLAZIONE OVER 12)
Monica Guerzoni per corriere.it
il generale Francesco Figliuolo e roberto speranza
«La curva salirà ancora…». Lasciando la sala Polifunzionale della presidenza del Consiglio il ministro Roberto Speranza allarga le braccia e ammette (pur senza nominarla) che la quarta ondata purtroppo riguarda anche l’Italia, uno dei Paesi più virtuosi d’Europa per il rapporto tra vaccinati e contagiati.
Arriverà il freddo e «la curva salirà ancora», eppure dalla conferenza stampa di Speranza, Figliuolo e Locatelli arriva un messaggio di fiducia. Anche se il governo di Mario Draghi lancia appelli al rispetto delle regole, chiede ai cittadini di vaccinarsi il più possibile e invita a valutare senza paura la possibilità di immunizzare i bambini tra i 5 e gli 11 anni, la linea non cambia.
E per quanto diversi scienziati abbiano manifestato dubbi, la durata del green pass per chi ha completato le due dosi resta fissata a dodici mesi: «Non ci sono cambiamenti del green pass all’ordine del giorno. Resta uno strumento decisivo di contrasto del Covid e della nostra strategia. Ad oggi ne sono stati scaricati 117 milioni». La tempistica della certificazione verde dunque non cambia, il governo non valuta di limitarne il rilascio ai soli vaccinati e non si prevede al momento l’introduzione del green pass per i bambini.
Speranza non drammatizza, non mostra di temere il generale inverno e lancia appelli al buon senso dei cittadini. Se rispetteremo le regole – distanziamento, igiene delle mani, niente feste, mascherine al chiuso e anche all’aperto dove c’è il rischio di assembramenti – l’inverno non sarà freddo e drammatico come i due precedenti: «Se continuiamo a far crescere il dato straordinario di prime e seconde dosi avremo uno scudo che ci consentirà di gestire al meglio la stagione più difficile».
Francesco Figliuolo e Roberto Speranza
Per adesso Speranza non evoca restrizioni e chiusure, anzi assicura che il sistema a colori funziona e «nessuna regione al momento presenta le condizioni per uscire dall’area bianca». Ma è chiaro che «se il quadro si complica» si applicheranno le norme e non è escluso che qualche territorio passi dal bianco al giallo e poi all’arancione. E se il Natale si avvicina, il ministro evita di rispondere alle domande su viaggi e tavolate.
«L’Oms ha lanciato l’allarme Covid per l’Europa, ma i numeri dell’Italia sono tra i migliori – è la prima considerazione del ministro – L’incidenza cresce, però è di gran lunga più bassa. Abbiamo 53 contagi su 100 mila abitanti in sette giorni, il virus è in ripresa ma i nostri dati sono migliori».
La prima ragione sono i numeri «molto incoraggianti» della campagna vaccinale: l’86,45 per cento delle persone vaccinabili ha fatto la prima dose e l’83,3 per cento ha completato il ciclo primario.
La conclusione è che dobbiamo insistere con le vaccinazioni e accelerare sulle terze dosi per chi si è sottoposto alla seconda da almeno sei mesi. È questo per Speranza «lo strumento fondamentale», il comportamento collettivo da cui dipenderà la nostra vita nei prossimi mesi, che Natale passeremo e come entreremo nel nuovo anno. Perché dalla realtà non si sfugge e la curva del virus dice che «siamo dentro una fase epidemica».
L’immagine della quarta ondata il ministro non la evoca, però sottolinea che «c’è una proporzionalità». Dove si vaccina di più il Covid colpisce meno, dove si fanno meno iniezioni i contagi salgono e anche il numero dei morti. Avanti sulla linea tracciata da Draghi, dunque. E senza svelare se lo stato di emergenza sarà prolungato o no oltre il 31 dicembre. «Il tempo che abbiamo davanti è troppo lungo per decidere - rimanda il nodo politico Speranza – La valutazione finale sarà fatta solo nei giorni precedenti la scadenza».
Ma come cambierà la campagna vaccinale? E ci sono dosi per tutti, ora che è partito il terzo round dell’immunizzazione? «Noi ci prepariamo, predisponiamo la macchina», tranquillizza il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. Assicura che le dosi ci sono per tutti gli italiani e conferma di aver chiesto alle Regioni la possibilità di vaccinare senza prenotazione «chi decide di fare la terza dose dopo che siano passati 180 giorni dalla seconda». «Ieri abbiamo superato le 110mila terze dosi effettuate», aggiunge il generale, che poi spiega che il picco — nel numero delle somministrazioni — è atteso tra dicembre e febbraio.
Tocca a Franco Locatelli. Lo scienziato che guida il Cts conferma i dati dello studio dell’Iss anticipato dal Corriere sulla «pandemia dei non vaccinati». Il rischio di essere infettati e finire in ospedale è di 21 volte superiore nella fascia 60/79 tra chi non è vaccinato.
«La terza dose è largamente sicura» dice Locatelli che l’ha sperimentata su di sé: «Io l’ho ricevuta senza il minimo problema, conferisce una ulteriore protezione, stimola le cellule della memoria del sistema immunitario». Quanto ai bambini, per Locatelli i pediatri italiani hanno una posizione «largamente favorevole», perché il Covid a suo giudizio è molto più pericoloso del siero. Sulla pillola approvata nel Regno Unito Locatelli ha detto che «l’Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale orale per il Covid-19 molnupiravir, autorizzato in Gran Bretagna. Ciò al fine che anche l’Italia possa avere a disposizione anche questa arma». Intanto Pfizer ha dichiarato che anche la sua pillola ha ridotto dell’89% il rischio di ospedalizzazione o morte nei pazienti trattati.
2. BOLLETTINO
Paola Caruso per www.corriere.it
Sono 6.764 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri sono stati 5.905). Sale così ad almeno 4.795.465 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 51 (ieri sono stati 59), per un totale di 132.334 vittime da febbraio 2020.
Le persone guarite o dimesse sono complessivamente 4.572.775 e 3.730 quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri 3.754). Gli attuali positivi — i soggetti che hanno il virus — risultano essere in tutto 90.356, pari a +2.980 rispetto a ieri (+2.089 il giorno prima).
I tamponi e lo scenario
I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 543.414, ovvero 28.785 in più rispetto a ieri quando erano stati 514.629 (c’erano i test di tre giorni del Veneto). Mentre il tasso di positività è 1,2% (l’approssimazione di 1,24%); ieri era 1,1%.
Più contagi in 24 ore rispetto a ieri, sopra la soglia di 6 mila. Per vedere un dato simile, ossia oltre quota 6 mila, bisogna andare indietro all’inizio di settembre (vedi +6.157 casi il 4 settembre e +6735 casi il 3 settembre). La tendenza della curva rimane in salita e lo mostra il confronto con lo scorso venerdì (29 ottobre) — lo stesso giorno della settimana — quando sono stati registrati +5.335 casi con un tasso di positività dell’1,1%: oggi infatti ci sono più nuove infezioni di quel giorno, con una percentuale superiore (1,2% contro 1,1%).
Crescono l’indice Rt che si attesta a 1,15 (era 0,96), per la prima volta sopra la soglia epidemica di rischio da fine agosto, e l’incidenza che sale a 53 casi per 100 mila abitanti (era 46 per 100 mila). Tutte le regioni sono a rischio moderato, ma il sistema ospedaliero tiene: 4% è il tasso di occupazione delle terapie intensive (era 3,7% la settimana prima) e 5,3% quello di occupazione in area medica (era 4,5%).
Il sistema sanitario
Aumentano le degenze in ogni area. I posti letto occupati nei reparti Covid ordinari sono +79 (ieri +16), per un totale di 3.124 ricoverati. I posti letto occupati in terapia intensiva (TI) sono +12 (ieri +2) — si tratta del saldo tra le persone uscite e quelle entrate in TI —, portando il totale dei malati più gravi a 395, con 37 ingressi in rianimazione (ieri 36).
I vaccinati
Le dosi di vaccino somministrate sono oltre 90,4 milioni. I cittadini che hanno completato il ciclo vaccinale sono oltre 44,9 milioni (83,30% della popolazione over 12). Ad aver ricevuto almeno una sola dose sono 46,6 milioni di persone (86,45% dei vaccinabili). Qui la mappa aggiornata ogni sera e qui i dati in tempo reale del report «Vaccini anti Covid-19» sul sito del governo.
I casi regione per regione
Il dato fornito qui sotto, e suddiviso per regione, è quello dei casi totali (numero di persone trovate positive dall’inizio dell’epidemia: include morti e guariti). La variazione indica il numero dei nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore. Qui la tabella con i dati complessivi fornita dal ministero della Salute.
Lombardia 897.249: +840 casi (ieri +745)
Veneto 483.465: +792 casi (ieri +734)
Campania 469.783: +722 casi (ieri +615)
Emilia-Romagna 434.177: +618 casi (ieri +328)
Lazio 397.815: +716 casi (ieri +664)
Piemonte 386.238: +386 casi (ieri +286)
Sicilia 310.145: +466 casi (ieri +372)
Toscana 291.087: +381 casi (ieri +385)
Puglia 273.799: +251 casi (ieri +224)
Friuli Venezia Giulia 118.502: +410 casi (ieri +483)
Marche 116.870: +252 casi (ieri +159)
Liguria 115.425: +118 casi (ieri +91)
Calabria 88.163: +169 casi (ieri +179)
Abruzzo 83.428: +143 casi (ieri +128)
P. A. Bolzano 79.774: +177 casi (ieri +255)
Sardegna 76.429: +96 casi (ieri +37)
Umbria 65.562: +114 casi (ieri +99)
P. A. Trento 49.657: +81 casi (ieri +76)
Basilicata 30.878: +20 casi (ieri +27)
Molise 14.691: +4 casi (ieri +18)
Valle d’Aosta 12.328: +8 casi (ieri 0)