IL PROF DEL LICEO DEI GESUITI DICE ‘HO FATTO UNA STUPIDAGGINE’, DURANTE L'ARRESTO PER I SUOI RAPPORTI SESSUALI CON UN’ALUNNA 15ENNE. FOTO, SMS E AUDIO INEQUIVOCABILI - LO SCORSO LUGLIO MASSIMO DE ANGELIS LE MANDÒ SU WHATSAPP LE SUE FOTO NUDO, CHIEDENDO IN CAMBIO SCATTI SEXY. DA LÌ È INIZIATA LA RELAZIONE, INTERROTTA SOLO QUANDO I GENITORI SONO RIUSCITI A SBIRCIARE UN MESSAGGINO (LUI LE IMPONEVA DI CANCELLARE TUTTO) - LA COMPAGNA NON VUOLE VEDERE LA REALTÀ, ANZI ACCUSA LA RAGAZZINA: ‘FA IL CORSO DI TEATRO, È UNA BRAVA ATTRICE. MASSIMO DEVE RESISTERE IN CARCERE, È UN BUON PADRE’
1. «VIOLENZA SESSUALE IN CLASSE» ARRESTATO PROF DEL LICEO DEI VIP
Michela Allegri e Camilla Mozzetti per ‘Il Messaggero’
Era riuscito a «plasmare la volontà» della sua giovane alunna «con accattivante astuzia», dopo settimane di «corteggiamento spinto». Aveva convinto una studentessa di soli 15 anni ad appartarsi con lui durante le lezioni di recupero, tra le aule della scuola. Dopo giorni di «subdola seduzione», aveva ottenuto «baci, palpeggiamenti, rapporti orali». Ha tentanto anche di avere con la minorenne un «rapporto completo».
L'istituto Massimiliano Massimo di Roma, quartiere Eur scuola paritaria dei gesuiti, tra le migliori della Capitale , finisce travolto dallo scandalo. Mentre per il professore di Lettere, Massimo De Angelis, ex vicepreside, si spalancano le porte del carcere. È accusato di violenza sessuale aggravata su un'alunna. Tra quelle classi in cui hanno studiato in tanti dal presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, a Francesco Rutelli e Luca Cordero di Montezemolo il docente incontrava la ragazzina e, per la Procura, abusava di lei. «Ho fatto una stupidaggine», avrebbe detto lui mentre gli agenti del commissariato Viminale gli stringevano le manette ai polsi.
LE LEZIONI
I fatti vanno da settembre a dicembre, anche se la ragazzina racconta ai pm che già in luglio il prof aveva iniziato ad avvicinarla: «Ogni occasione di incontro era buona per l'insegnante per corteggiarla e sedurla», annota il gip. «Barbara - il nome è di fantasia - ha un deficit di concentrazione e per questo motivo i genitori decidono di farle prendere lezioni pomeridiane. De Angelis, che a scuola da un anno dirige il corso di teatro e il giornalino d'Istituto, si offre per insegnarle latino di pomeriggio. Sono proprio i genitori a scoprire quella che la ragazzina definisce una «relazione sentimentale».
Il 19 dicembre, in piena notte, trovano un messaggino del prof che, per il gip Annalisa Marzano, ha un contenuto «inequivocabile». Hanno controllato il telefono su consiglio degli altri insegnanti, che si erano accorti di quanto Barbara fosse inquieta, agitata, scontrosa. Il giudice parla di «spinto corteggiamento e subdola seduzione» da parte dell'indagato, assistito dall'avvocato Fabio Lattanzi. In carcere, De Angelis si dispera, piange, «ho paura di non uscirne vivo», dice. In realtà, per il gip, il prof è dotato «di straordinarie capacità persuasive», e di una personalità «callida».
È riuscito «con accattivante astuzia» a sfruttare a suo vantaggio le insicurezze caratteriali della ragazzina e «plasmare la sua volontà», per condizionarla. Le conversazioni recuperate sul cellulare del docente sono difficili da fraintendere «laddove si chiama amore la propria alunna e la si invita a non essere gelosa».
Ad aggravare la posizione del professore, anche il cospicuo numero di chiamate «in circostanze di tempo inusuale per uno scambio di informazioni tra studente e professore e con durata incompatibile con un normale rapporto docente-alunno». Il carcere è l'unica misura idonea, per il magistrato, visto che «non c'è dubbio che l'insegnante, ove libero, inevitabilmente avrà occasione di incontrare la ragazza sia nei corridoi che nelle classi elette a luoghi di incontro sessuale, così come è altrettanto certo che l'indagato, ove libero, non perderà occasione per condizionare le scelte della giovane alunna», per gli inquirenti, succube del professore.
Tanto che, quando si confida con i genitori, è disperata, si autoaccusa, teme che lui possa finire in carcere. Per il gip, pure i compagni di classe della ragazzina, «potrebbero essere influenzati dall'indagato».
I PRECEDENTI
Non è il primo caso di una violenza all'interno di una scuola, né a Roma né in Italia. Prima al liceo classico Torquato Tasso dove un altro docente di Storia e filosofia è stato accusato di molestie da parte di alcune studentesse e poi a Treviso dove i genitori di una sedicenne hanno denunciato un altro insegnante accusandolo di mandare messaggi erotici alla figlia in cambio di un bel voto sul registro.
L'arresto del professore del Massimo ha colto tutti di sorpresa: molti genitori non riescono a capacitarsi di un fatto «gravissimo». Il Rettore, Giovanni La Manna si definisce incredulo: «Non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa simile, la mia prima preoccupazione è per la ragazza, in un futuro processo la scuola si costituirà parte civile».
2. «LO DIPINGONO COME UN MOSTRO MA NON È COSÌ COSA PENSO DELLE ACCUSE? SEMBRA UNA RECITA»
Alessia Marani per ‘Il Messaggero’
Antonella è una donna minuta, che sembra ancora più piccola e fragile al volante del suo Suv. La vita l'ha provata duramente, è vedova, ha perso l'ex marito, e ieri mattina le è piombato addosso un nuovo «incubo» come lo chiama lei: la polizia che arriva in casa, alla periferia di Marino, e arresta il suo compagno che le è accanto da tre anni, il professore Massimo De Angelis, accusato di un reato infame, di abusi su una liceale di 15 anni. Saliamo in auto, sediamo accanto, è buio. Inizia a parlare con un filo di voce. Da donna e madre di una bambina di 10 anni, ne è sicura: «Sono accuse esagerate, la giustizia con i suoi tempi e i suoi modi stabilirà che Massimo non è il mostro che vogliono dipingere».
Chi lo vuole dipingere così?
«I media, la stampa e poi quella ragazzina...».
La conosce?
«Mai vista e nemmeno la voglio vedere».
Che cosa sa di lei?
«Che faceva il corso di teatro, che sa fare bene l'attrice... Ma non mi importa di lei».
Vuole dire che potrebbe avere recitato una parte?
«Non dico niente. Mi importa solo che venga fuori la persona qual è Massimo per davvero».
Chi è il professore De Angelis?
«Una persona onesta, integerrima, un grande insegnante amato e apprezzato da tutti, colleghi e studenti. Vede? Queste sono le foto di quando faceva il volontario in Africa, ha un cuore grande, è molto attivo nelle associazioni, gli vogliono tutti bene».
Ma è accusato di fatti gravi, allora che cosa è successo? Pare che avesse una sorta di relazione con la studentessa. Lo sapeva?
«Se io sapevo o no non cambia nulla e non voglio rispondere a questo genere di domande. So solo che le parole di una persona ne stanno massacrando un'altra. E non è ammissibile, perché Massimo è a pezzi e io sono distrutta per lui. Non è un delinquente, è una persona seria e, per questo motivo, so che sta soffrendo tanto, troppo. Ma la verità verrà fuori».
Quale verità?
«Se ci sono delle state colpe, saranno accertate. Ma tutto quello che ho letto su internet finora sono tante cavolate. Quello che è stato scritto è stato ingigantito per creare un mostro. Ma si sgonfierà tutto, solo che nel frattempo lui, la nostra famiglia, siamo precipitati in un incubo».
Pensa che il suo compagno abbia potuto perdere la testa per quella ragazzina? Quando è stato arrestato ai poliziotti ha detto Ho fatto una stupidaggine, ho sbagliato. A lei ha detto qualcosa?.
«No, a me niente. Mio marito, io lo chiamo così anche se formalmente non lo è, ne uscirà pulito. Spero solo che in carcere resista».
Teme per lui?
«Certo, sta male. È provato e spaventato dal carcere, l'avvocato si è raccomandato con le guardie penitenziarie di tenerlo a vista. Ma deve resistere perché è un padre di famiglia stupendo».
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