"CI SONO TROPPE DONNE IN MAGISTRATURA" - SI È SCATENATO UN PUTIFERIO DOPO LE PAROLE DI LUCÍLIA GAGO, PROCURATRICE GENERALE PORTOGHESE: "SONO PIÙ DI DUE TERZI DELLE DIPENDENTI, QUESTO AGGRAVA LE INEFFICIENZE A CAUSA DI GRAVIDANZE, CONGEDI PARENTALI E PERMESSI PER ALLATTAMENTO" - GAGO HA PARLATO ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER GLI AFFARI COSTITUZIONALI, DOVE ERA STATA CONVOCATA PER L'USO DISINVOLTO DELLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE...

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(ANSA) - Stanno facendo molto discutere, su giornali e reti social portoghesi, le affermazioni di Lucília Gago, Procuratrice generale della Repubblica, che mercoledì ha parlato dinanzi alla commissione parlamentare per gli Affari costituzionali, affermando che la percentuale di lavoratrici donne presso le procure è "superiore ai due terzi o, se si considera la fascia d'età fino ai 30 anni, quasi il 90%. Oggettivamente, questa circostanza è un fattore che aggrava le inefficienze a causa di gravidanze, congedi parentali e permessi per allattamento".

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La pioggia di critiche non si è fatta attendere. Il Movimento democratico delle donne accusa la Procuratrice di sessismo e "ageismo". Lucília Gago è a capo della magistratura inquirente del Portogallo (Paese in cui vige la separazione delle carriere) ed è nell'occhio del ciclone dai tempi dell'inchiesta denominata "Operazione influencer", che a novembre dell'anno scorso fece cadere il governo del socialista António Costa.

 

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Il motivo per cui era stata convocata presso la commissione era appunto l'uso disinvolto, secondo buona parte dello spettro politico parlamentare, delle intercettazioni telefoniche, nonché l'eccessiva durata dello stato di fermo preventivo in attesa del primo interrogatorio.

 

La Procuratrice ha risposto in maniera "evasiva e arrogante", secondo il Blocco di sinistra, e "improduttiva" secondo i conservatori al governo. Gago ha da parte sua ribadito la necessità delle intercettazioni, rivelando che nel 2023 erano più di 10 mila i portoghesi intercettati, e ha attribuito a scioperi e carenza di personale la lentezza dei processi.Po la frase più polemica sulle donne in magistratura che ha ulteriormente alimentato la polemica.

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