MA CHE TAVOLO FAI? - UN TAVOLINO IN FERRO SPARITO DALL'HOTEL RIGOPIANO DOPO LA VALANGA (CHE HA CAUSATO LA MORTE DI 29 PERSONE) È STATO TROVATO NELLA CASA DELL'EX COMANDANTE DELLA STAZIONE DEI CARABINIERI DI FARINDOLA CHE L'HA RISTRUTTURATO - LUI SI È GIUSTIFICATO DICENDO CHE AVEVA TROVATO L'ARREDO FUORI DALL'AREA SOTTOPOSTA A VINCOLO E CHE SE L'ERA TENUTO SOLO DOPO AVER CHIESTO L'AUTORIZZAZIONE - IL CARABINIERE È ACCUSATO DI PECULATO, FURTO E FALSO...
Estratto dell’articolo di Patrizia Pennella per www.ilmessaggero.it
Un tavolino in ferro battuto, con un ripiano a mosaico. Malridotto, come può esserlo uno dei tanti oggetti restituiti dalla neve dopo la valanga di Rigopiano. Lo hanno trovato, nel corso di una perquisizione, nell'abitazione dell'ex comandante della stazione dei carabinieri forestali di Farindola, Danilo Ambrosini, attualmente in servizio all'Aquila.
È uno degli elementi dell'indagine che, da qualche tempo, stanno conducendo i carabinieri di Penne, diretti dal capitano Alfio Rapisarda, con l'attento coordinamento del procuratore della Repubblica di Pescara, Giuseppe Bellelli, e della sostituta Anna Benigni. Un'indagine complessa, delicata e riservata, di cui trapelano pochissimi elementi. Il dato principale è che gli investigatori hanno ancora in corso tutta una serie di verifiche ed accertamenti che coinvolgono il militare.
Al momento le contestazioni che hanno portato alla perquisizione sono quelle di peculato, furto e falso. Peculato e furto sono collegati proprio al possesso del tavolino, raccolto in un'area di cui, si dice, la forestale curava anche la custodia, caricato sull'auto di servizio poi restaurato ed utilizzato.
Una vicenda per la quale il comandante ha dato comunque una spiegazione sostenendo, almeno secondo le prime informazioni, di averlo trovato al di fuori del perimetro dell'area sottoposta a vincolo e di averlo trattenuto solo dopo aver chiesto alla proprietà un'autorizzazione.
Che è stata, secondo la tesi difensiva, regolarmente acquisita. Solo dopo si sarebbe preoccupato del restauro, operazione che, per lo stato di conservazione dell'oggetto, avrebbe richiesto molto tempo. Una seconda parte dell'indagine, quella nella quale si ipotizza il falso, riguarda invece l'attività di servizio e mette in discussione l'effettiva presenza in alcuni straordinari che sarebbero stati autorizzati.
L'indagine richiede ancora tempi abbastanza lunghi prima di arrivare a una conclusione: il lavoro di Procura e Carabinieri è estremamente attento nella ricostruzione del quadro probatorio, con un obiettivo lineare, quello della tutela del territorio. Con la consapevolezza di sfiorare sensibilità ancora fresche e dolori non sopiti in un percorso che, a maggior ragione, deve mantenere intatta ogni garanzia. [...]
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