brizzi moccia virzi

DESTINO IN-FAUSTO - MOCCIA E VIRZÌ IN CORO: ‘NON SO SE BRIZZI SIA UN ORCO, MA I PROVINI CON LE ATTRICI NON SI FANNO IN CAMERA DA LETTO’ - MOCCIA: ‘HO RICEVUTO AVANCES INTERESSATE. MA SCELGO DI NON CAPIRE. NON SONO IRREPRENSIBILE, MA PREFERISCO RESTARE LIBERO E SCEGLIERE COME VOGLIO’ - VIRZÌ: ‘DOBBIAMO STARE CON ASIA, NON DEVE TEMERE LE CAUSE DEGLI AVVOCATONI’

1. VIRZÌ: "NON SI POSSONO RITENERE NORMALI I PROVINI ORGANIZZATI IN CAMERA DA LETTO"

Arianna Finos per ‘la Repubblica

 

fausto brizzi

«Ormai è diventato uno show voyeuristico. C' è molta pruderie», dice il regista Paolo Virzì a proposito del crescendo di accuse, rivelazioni, dettagli che si susseguono, dal caso Weinstein al caso Brizzi. «C' è un problema di qualità dell' informazione su un tema così importante per la vita delle donne e in generale delle persone. Dispiace che ci sia un vuoto legislativo e culturale.

 

Che certi temi siano lasciati alle trasmissioni di intrattenimento, che per loro natura lo propongono in modo scandalistico. Il clima è survoltato, i media sono galvanizzati dalla richiesta di sangue. Come ha detto bene la grandissima Lea Melandri, anche solo avanzare dubbi sullo stile da gossip - anche molti giornali autorevoli si arrendono allo stesso metodo - viene scambiato per complicità ».

 

Cosa bisognerebbe fare, secondo lei?

«Dire e fare cose utili. Intanto rassicurare chi è giovane e vuol fare l' attrice che non si deve rinunciare ai propri sogni. Che la routine professionale è un' altra ed è molto semplice: i provini, gli incontri di lavoro non si fanno a quattrocchi in una camera da letto. Quello che è stato raccontato, verità o messinscena equivoca, non è la norma. Mi stupisce che sia avvenuto. Mi stupisce che, ammesso che sia vero, sia stato proposto proprio così, e mi stupisce altrettanto che sia stato accettato».

 

The Leisure Seekers di Paolo Virzì

Sotto accusa ci sono registi e produttori, ma anche molte donne che denunciano. Una su tutte Asia Argento. Tra le prime a parlare sul caso Harvey Weinstein.

«Dobbiamo stare con Asia, non possiamo accettare lo sberleffo di certi giornalacci. Il suo racconto, nel suo stile genuino, è del tutto credibile, comprensibile umanamente anche quando denuncia le proprie debolezze di 21enne. Asia non deve sentirsi sola, non deve temere cause degli avvocatoni dei potenti perché saremo sempre tutti con lei.

 

Con la sua storia artistica Asia ha proposto un modello di femminilità libera, creativa, trasgressiva, con quel gusto dell' oltraggio che era stato sempre patrimonio dei maschiacci. Non deve permettere che la sua battaglia sia adoperata da chi alimenta la mentalità puritana e sessuofobica che lei ha sempre irriso».

 

La sua testimonianza ha aperto una finestra su un mondo.

claudia zanella fausto brizzi

«Infatti, non riguarda solo il cinema: le donne e le ragazze, in ogni ambito, in ogni luogo di lavoro, hanno dovuto addestrarsi a vivere sempre sul chi va là. Mi hanno colpito le parole di Helen Mirren alla Tulane University: sii femminista, non importa se sei uomo o donna. Là dove le donne vivono condizioni migliori, il vantaggio è per tutti. Tornando al capitolo del dire e fare cose utili: bisogna costruire una cultura in cui certi comportamenti non siano più prevalenti. Moltiplicare i luoghi di lavoro dove il boss maschio dominante diventi qualcosa di obsoleto e di ridicolo».

 

Lei in questo momento si trova a Roma sul set di un film pertinente. "Notti magiche" non è uno spaccato del mondo del cinema negli anni Novanta?

«Sì, Notti magiche è una storia ambientata, negli anni Novanta, nell' ultima stagione gloriosa del cinema italiano. Omaggio e canzonatura di quel mondo tutto fatto maschi. Nel nostro glorioso passato i rarissimi casi di cineasta donna erano maschiacci come Lina Wertmuller e Liliana Cavani. L' unica sceneggiatrice era Suso Cecchi D' Amico, della quale si diceva per scherzo che si era data un nomignolo da uomo. A me pare che piano piano le cose stiano cambiando e questa trasformazione deve essere ancora più intenso.

Per il miglioramento della qualità della vita, oltre che del racconto delle cose del mondo».

paolo virzi premiato

 

 

2. «FAUSTO UN ORCO? NON SO MA I PROVINI CON LE ATTRICI IO NON LI ORGANIZZO A CASA»

Giovanna Cavalli per il ‘Corriere della Sera

 

«Lei mi mette in difficoltà, perché io Fausto lo conosco e...»

 

E l' ha visto in tv il servizio delle Iene?

«Sì certo e mi ha colpito molto. Non credevo che, dopo le indiscrezioni sui giornali, quelle ragazze facessero davvero il suo nome».

 

L' hanno fatto invece, non una ma dieci.

«Ho sentito e sono rimasto senza parole».

 

Ora però le ritrovi, sennò che facciamo?

asia argento harvey weinstein

In questa storia di provini & molestie Federico Moccia, 54 anni, regista, sceneggiatore e scrittore, proprio come Brizzi, deve scendere dai suoi rassicuranti tre metri sopra il cielo e non gli piace troppo.

«D' istinto le direi che non ci credo, che non può essere, che è assolutamente strabiliante».

 

Ma poi?

«Poi penso che è incredibile pure immaginare che sia tutta un' invenzione, un complotto».

 

E quindi?

«Quindi non sta a me giudicare chi mente o chi dice la verità. So solo che umanamente mi dispiace tantissimo per Fausto, intuisco la difficoltà di questo momento che sta attraversando, che sia colpevole o che sia innocente. Una giovane moglie... una bambina piccola che un giorno ritroverà le tracce di questa brutta storia. E in ogni caso, per torto proprio o di altri, c' è una persona che è stata infangata, distrutta, e questo fa tristezza».

 

Il racconto delle ragazze è molto dettagliato, crudo.

«Io la scena non riesco a immaginarla, anche se è più facile pensare che sia accaduto davvero e sarebbe poco edificante. Magari però si tratta di dieci aspiranti attrici che sono state scartate e che... no, no, basta, qui siamo nella fantascienza, non ci voglio entrare».

 

Amici, lei e Brizzi?

«L' ho conosciuto ai tempi di Notte prima degli esami , scrissi una recensione sul film che era molto carino. Ci siamo messaggiati qualche volta, incrociati in radio, a feste, cene.

ABOUT LOVE FEDERICO MOCCIA

Simpatico, gentile. Mai parlato con lui di donne, anche se non ho dubbio che gli piacessero, ma questo vale per tanti».

 

Le presunte vittime lo descrivono come un orco.

«Completamente diverso dal Fausto che conosco io».

 

È normale organizzare un provino a due, attrice e regista?

«Bah, ognuno fa a modo suo. Io preferisco lavorare con la produzione, con la mia addetta ai casting che mi fissa gli appuntamenti. Spesso poi non si ha nemmeno necessità di incontrare dal vivo gli interpreti, specie chi ha poche scene, basta un book fotografico o un breve video».

 

Ha mai selezionato attrici a casa sua?

«Ma no! Al massimo, per conoscere Vanessa Incontrada che recita in Non c' è campo , il mio film appena uscito, sono andato a Bari e l' ho portata fuori a cena. Un' audizione alle dieci di sera è sospetta».

 

E si usa provare insieme le scene, per capire se assegnare la parte?

Federico Moccia

«Io mi limito a dare le battute, se manca l' attore: leggo il copione, non recito. Gli altri non so, ognuno decide come meglio crede».

 

Succede anche il contrario, che sia l' intraprendente provinata a provarci con il regista?

«Da sempre esistono scorciatoie, prese di comune accordo, per ottenere una parte in un film. Come ovunque, non solo nel cinema».

 

Di avances interessate ne ha ricevute?

«Può capitare».

 

Qualcuna che si sia mai tolta la maglietta fuori copione?

«No, per fortuna no. La provocazione è più sottile. Una frase buttata lì. Che fai dopo?

Andiamo a cena insieme ?».

 

E lei?

«Scelgo di non capire, di non raccogliere, invento un impegno».

 

Irreprensibile.

«No, non sono affatto irreprensibile e le tentazioni sono umanissime, è che preferisco restare libero e poter scegliere come voglio, senza costrizioni, non solo da quando sono sposato, pure mentre ero single».

 

Nessuna raccomandata con Moccia?

«Per fare una cortesia alla produzione, al massimo. Questo lavoro è troppo bello per rovinarlo così, la mia vita la tengo separata dal set e lavoro più sereno».

 

Tanto magari un' attrice incapace in pochi secondi passa inosservata.

«No, no, si nota, si nota».

 

FEDERICO MOCCIA

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