"QUANDO HO INIZIATO VEDEVO 300 COMMENTI POSITIVI, MA PER UNO NEGATIVO NON DORMIVO LA NOTTE" - ROSE VILLAIN RACCONTA COME AFFRONTA I SUOI PROBLEMI DI SALUTE MENTALE: "I SOCIAL SONO UN LUOGO DI CRITICA ESTREMA, UN RAGAZZO PUÒ SOFFRIRLI IN MANIERA IMPORTANTE INVECE NON BISOGNA AVERE PAURA, CHISSENEFREGA SE NON PIACCIAMO" - "LO STATO DOVREBBE RENDERE ACCESSIBILE A TUTTI L'ASSISTENZA MENTALE. I GIOVANI DEVONO CAPIRE CHE NON C'È NULLA DI SBAGLIATO NEL FARE TERAPIA. CHIEDERE AIUTO È UNA COSA BELLISSIMA..."
Estratto dell'articolo di Luca Dondoni per "la Stampa"
Nel mondo della musica aumentano gli artisti che ammettono di aver sofferto o di soffrire di problemi legati alla depressione, alle crisi di panico o di ansia.
«Mi porta a una conversazione importantissima, metto tanto di questi argomenti nella musica che faccio, anzi, ho trovato il modo di fare musica proprio esorcizzando la mia parte fragile e sensibile, sfogando attraverso i pezzi le pressioni che provavo e provo. All'inizio, lo ammetto, avevo un po' di paura, pensavo che non mi avrebbero capita, ma quando i giovani hanno ascoltato i miei testi li hanno apprezzati. Chi vive un disagio generazionale deve capire che è importante lavorare su se stessi. […]».
Recentemente ha raccontato la sua esperienza sulla piattaforma di assistenza psicologica Unobravo.
«Non ho raccontato nulla di personale. Su quella piattaforma ci sono tutte le informazioni che aiutano i giovani a capire come il fare terapia non sia sbagliato. È importante che lo Stato faccia qualcosa per rendere accessibile a tutti l'assistenza mentale[…] Chiedere aiuto è una cosa bellissima, […] Io stessa ho alzato di peso mio papà e l'ho mandato a fare terapia perché sapevo che gli avrebbe fatto bene e ora mi ringrazia».
Cosa consiglierebbe a un giovane artista che si sta affacciando sulla scena e non sa che il music business può essere molto cinico?
«[…] L'industria musicale è difficilissima, si sopportano stress e pressioni pazzesche. […] Il mio consiglio è restare molto concentrati sulla propria musica che deve fare felici noi stessi in primis. Non possiamo piacere a tutti e purtroppo i social sono un luogo di critica estrema, un ragazzo può soffrirli in maniera importante. Quando ho iniziato vedevo trecento commenti positivi e uno negativo e posso garantire che per quell'unico negativo non dormivo la notte. Invece non bisogna avere paura, chissenefrega se non piacciamo. […]».
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