fabrizio giannini (1)

''TRA CINQUE ANNI NESSUNA DELLE CANZONI DI OGGI SARÀ NELLE NOSTRE PLAYLIST'' - FABRIZIO GIANNINI, CHE SCOPRÌ LIGABUE E PAUSINI: ''LAURA NELL’ULTIMO PERIODO HA PUNTATO PIÙ SULLA COMUNICAZIONE DI SÉ CHE SULLA MUSICA. IN GIRO VEDO DAVVERO POCA CREATIVITÀ. NESSUNO FA PIÙ SCOUTING: L’UNICA RELIGIONE SONO LO STREAMING E L’AIRPLAY. L’ARTISTA È SFUGGENTE, COME BATTISTI. ORA I CANTANTI STANNO TUTTO IL GIORNO IN MUTANDE A FRIGNARE SUI SOCIAL O IN TV'' - TIZIANO FERRO, EMMA, NINA ZILLI, L'INDIE, LEVANTE...

 

Dario Falcini per www.rollingstone.it

 

Fabrizio Giannini è seduto al tavolo di un bar vicino a Corso Sempione, il pianto dei bambini attorno a noi dà comunque meno fastidio del pop latino in sottofondo. Figlio d’arte – il padre Giuseppe è stato manager della CGD ai tempi di Ladislao Sugar -, ha fatto il discografico per una vita, dagli esordi alle Messaggerie Musicali fino a CBS, e poi il ruolo di general manager di Warner e di EMI.

 

FABRIZIO GIANNINI

Ha scoperto Laura Pausini e Luciano Ligabue e ha lavorato con artisti come Eros Ramazzotti, Giorgia e Giusy Ferreri, prima di mettersi in proprio. Dal 2001 segue la carriera di Tiziano Ferro, cui ha firmato il primo contratto artistico e di cui oggi è manager, assieme a Nina Zilli e Elodie. Allarga un sorriso che non gli sta nella bocca, perché all’ora di pranzo ha fatto il consueto torneo di beach volley e ha dominato la scena. Da un paio di anni ha smesso con il calcetto, che dopo una certa età diventa una forma di attentato nei confronti di articolazioni e nervi. Ma è ancora in grande forma. Ed è pronto a rispondere a tutte le nostre domande sullo stato della musica in Italia oggi.

 

Con una sua intervista di alcune settimane fa a Rolling Stone Emma Marrone ha aperto un dibattito. Secondo lei “i numeri delle classifiche di streaming parlano chiaro: il pop è in crisi”. Resta da capire se irreversibile.

Condivido le parole di Emma, ma sono convinto che il pop non morirà mai, perché l’Italia è un Paese di musica popolare da sempre. Di certo oggi soffre un po’ la capronaggine del pubblico: l’ossessione per l’inseguimento di mode passeggere, su cui si buttano tutti a capofitto fino all’arrivo di quella successiva. Non si lavora più affinché tra dieci o vent’anni qualcuno ascolti ancora le tue canzoni, che era la prospettiva che ci si dava un tempo. Se ti va ci ritroviamo a questo tavolo tra cinque anni: vorrei vedere quanti artisti che ci sono sulla tua playlist oggi ascolterai ancora.

FABRIZIO GIANNINI

 

Perché il pop soffre più di altri generi musicali?

Non soffre solo il pop, soffre la bella musica. E il motivo ultimo, secondo me, è che nessuno fa più scouting: l’unica religione sono lo streaming e l’AirPlay. Così si reitera all’infinito ciò che già si sa che funzionerà. Il digitale ha cambiato le regole rispetto ai tempi in cui io lavoravo in discografia. Allora, permettetemi la retorica, si andava alla scoperta di nuove voci usando il cuore, oggi contano solo con i numeri.

 

Quando ho firmato Sergio Cammariere alla EMI, quasi nessuno lo conosceva fuori da Roma. Ma mi aveva conquistato con la sua musica, così gli offrii un contratto e lui fece una grande carriera. Oggi non sarebbe più possibile, perché se non garantisci certi numeri su Spotify o ancora peggio non hai tot follower su Instagram – siamo arrivati al paradosso per cui la tua musica non è nemmeno più determinante – non avrai mai la tua occasione. L’arte è stata messa da parte, ed è un dramma.

 

Andiamo per ordine. Mi pare che non ami granché i social, oggi un aspetto fondamentale della comunicazione di ogni artista.

Sono diventati un’ossessione: se per un giorno gli artisti non sanno cosa pubblicare, si fanno prendere dalle paranoie. Capisco le loro potenzialità e la centralità per il business, ma oggi li stiamo subendo. Sono i social che ci sfruttano, non viceversa.

 

Stesso discorso per la tv?

Se non la usi bene, sì. A me non frega nulla di portare un artista in tv tanto per esserci: se non c’è il prodotto, anzi, può risultare controproducente. Dieci anni fa andavi in tv solo se eri famoso, se avevi venduto un sacco di copie. Ora ci entri da sconosciuto e magari dopo vendi le copie: i talent hanno portato a questo. Hanno innalzato dei ragazzini che suonano immersi in produzioni che artisti internazionali si sognano, mentre tu finisci per guardare le luci e perderti la musica.

FABRIZIO GIANNINI

 

Cerchiamo di vedere il lato positivo. Ad esempio i Måneskin – grazie anche a un’ottima comunicazione della loro immagine – fanno un rock che sembrava sparito, riportano in locali pieni di gente le chitarre e la batteria. Basterebbe intendersi: non hanno inventato nulla, ma contribuiscono a riportare all’interno della sfera del mainstream un suono che era stato estromesso da quel perimetro.

 

La tv amplifica tutto, e offre delle opportunità da sfruttare. Loro se le sono giocate alla grande. Da un lato – come il pop – il rock non è morto, ma cambia di continuo e si adatta ai tempi. Dall’altro va detto che il vero successo della band, al di là dei mesi di iper visibilità del programma, è arrivato ora con Torna a casa, una classica ballad pop. Di certo il loro progetto è stato declinato molto bene all’interno di un mercato come quello italiano, in cui suoni di un determinato tipo sono stati confinati fuori dai passaggi radiofonici.

 

Qual è il più grande problema degli artisti oggi?

emma marrone

Che spesso si dimenticano di essere tali. L’artista è sfuggente, come Battisti. Oggi, invece, la maggior parte dei cantanti sta tutto il giorno in mutande a frignare sui social o in tv, oppure assaggia il cibo bendato nei talent di cucina. Senza dei contenuti, la popolarità non serve a nulla.

 

Torniamo da capo: non comanda più la musica.

C’è meno ricerca di progetti artistici: conosco musicisti che rifiutano canzoni se non hanno la garanzia di essere compresi nelle quote editoriali, e di poter così guadagnare dai diritti. E poi, personalmente, non amo il fatto che oggi sempre più artisti pretendano di curare ogni aspetto del proprio lavoro, dalla regia dei videoclip alla produzione. Non siamo in America: bisogna fidarsi delle persone con cui si collabora, e non sottrarre tempo e dedizione agli aspetti più prettamente musicali.

 

Cosa ne pensi dei giovani rapper che macinano milioni di views in pochi giorni?

EMMA MARRONE E IL PANINO

Che i loro numeri sfalsano il mercato. Come quelli dei fan di Amici, che si muovono come delle tifoserie e regalano agli artisti usciti dal programma numeri impressionanti. Numeri che fanno gola alle case discografiche, che a loro volta rinunciano allo scouting vecchia maniera e fanno a gara per accaparrarsi chi garantisce certe views o certi streaming.

 

Ti è mai capito di guardare le classifiche e non conoscere artisti nella top ten?

 

Ultimamente sempre, e io sono uno che cerca di aggiornarsi. Penso che sia fondamentale nel lavoro che faccio e se le regole oggi sono queste è giusto adattarsi, come nel calcio quando tutto il mondo ha abbandonato la marcatura a uomo per giocare a zona. Però, quando vedi che ogni settimana cambia il numero uno della chart, capisci che siamo in un mercato stantio, dove non si vende nulla. Eccetto Salmo, che ha fatto numeri straordinari ed è stato primo per due settimane, è un ricambio continuo, che si nutre solo delle fanbase e dei loro ascolti sicuri dopo l’uscita del disco.

 

elodie 9

Non è giunto il tempo di avviare sul serio il dibattito sulla fine dei dischi? Non intendo l’oggetto fisico – già quasi superato, così come il download ormai -, ma la temporalità del release di 10 o più tracce assieme.

 

Per prima cosa vorrei si eliminassero i dischi “farlocchi”. Di recente, durante una riunione ho sentito proporre di tenere fuori un pezzo dall’album, per poter fare un repackaging dodici mesi dopo. Non sono contrario alle special edition, ma devi offrire contenuti nuovi. Se non hai idee lascia perdere, se no fai del male alla musica e prendi in giro i fan che sono “costretti” a comprare un prodotto solo apparentemente nuovo. Per il resto, il mercato dei dischi fisici ormai è minuscolo: quando diventerà del tutto residuale, probabilmente non ci sarà nemmeno più la necessità di fare uscire le tracce assieme.

 

elodie 8

Citavi Salmo, che ha di fatto negato la prima posizione in classifica all’ultimo di Giorgia (prima di essere scalzato da Eros Ramazzotti, ndr). Fare un disco di cover oppure lanciare un tour assieme a un altro grande nome – come hanno fatto Pausini e Antonacci – non sono delle battaglie di retroguardia da parte dei nostri big del pop?

 

Quando una casa discografica deve fatturare ha tre strade: un best of, un disco di Natale, oppure, appunto, un disco di cover. Per quanto riguarda Laura Pausini, che è una grandissima artista, ritengo che nell’ultimo periodo abbia puntato più sulla comunicazione di sé che sulla musica. In generale in giro vedo davvero poca creatività.

 

Una cosa buona c’è: i live sono spesso pieni, i soldi si sono spostati su quel fronte.

elodie 4

Una crescita impressionante, nonostante il prezzo dei biglietti sia salito e non poco. Anche in questo caso vedo che il pubblico premia i progetti veri. Voglio farti un nome: Ultimo. Il suo è un pop moderno e ben fatto, che lui sta costruendo con impegno e talento. Ha vinto Sanremo Giovani e ha conservato il successo a 10 mesi di distanza, perché ha continuato a puntare sulla buona musica e non sui singoli estivi. Un lavoro alla vecchia maniera, che poi riempie i palazzetti.

 

C’è una differenza ontologica tra un Calcutta e una Emma Marrone?

Calcutta fa parte di una nuova generazione di cantautori. Emma è una brava interprete. Detto questo, al netto delle etichette, è sempre pop. Quello degli artisti indie è un pop contemporaneo, che oggi funziona. Ma il mondo di riferimento rimane lo stesso.

 

Cosa ne pensi dell’ingresso sempre maggiore delle grandi aziende nella musica? Penso a Netflix che realizza con Salmo il videoclip di Sparare alla Luna o alle canzoni che paiono nascere pensate per delle campagne pubblicitarie.

No sono contrario in linea di principio: viviamo in un mercato sempre meno ricco, dove i soldi sono concentrati in mano a pochi grandi gruppi. È certamente vero che gli sponsor oggi chiedono sempre di più, ma investono anche tanto. Se non ledono la tua libertà creativa e non ti costringono a vendere tuo figlio, ben vengano.

ELODIE

Veniamo ai tuoi artisti. Cosa dobbiamo aspettarci da Tiziano Ferro per il 2019?

Un album, che uscirà a novembre. Avrà la produzione internazionale di Timbaland e sarà uno dei suoi più belli, se non il più bello.

 

Poi c’è Elodie, che parrebbe andare contro a parecchi dei discorsi che hai fatto oggi. Nel senso, Neri Bali credo che tra cinque anni non sarà sulle nostre playlist…

Nemmeno Rambla, se è per questo. (Ride) Sono contento della provocazione, mi permette di spiegare un po’ di cose. Conosco Elodie da un sacco di anni, la vidi per la prima volta ad un provino di X Factor quando ancora era in Rai e lei aveva 17 anni. Ci siamo ritrovati con il tempo, perché ho sempre considerato la sua voce straordinaria. Il percorso che sta facendo, però, mi trova, diciamo così, tiepido.

 

TIZIANO FERRO LAURA PAUSINI

Un anno fa circa stavamo lavorando a un disco pop molto importante, con pezzi di Levante e Tommaso Paradiso. Purtroppo Elodie non è stata presa a Sanremo, come era nei nostri piani, e sia lei che la casa discografica si sono un po’ fatte prendere l’ansia del rischio di finire fuori gioco. Io avevo una strategia diversa, avrei voluto che continuasse a puntare sulla qualità della sua voce e delle canzoni. Ma mi sono trovato solo, e ho dovuto accettare scelte artistiche che non condivido. Sul palco vanno gli artisti; io lotto per convincerli a fare certe scelte, quelle che io reputo le migliori per loro, ma l’ultima parola è la loro. Spero solo che l’esposizione di questi mesi servi a Elodie ad andare al prossimo Sanremo, e riprendere il percorso che avevamo iniziato.

TIZIANO FERRO DA GIOVANE

 

Nina Zilli ha dato o ricevuto meno di quello che avrebbe dovuto?

Dato non credo, perché è una lavoratrice instancabile, oltre che una grande musicista. Ricevuto, a mio avviso, sì. Si è trovata in mezzo a una sorta di gap generazionale di interpreti femminili, e forse non ha del tutto trovato la sua identità artistica. Va solo messo un po’ meglio a fuoco il suo progetto musicale, credo.

 

tiziano ferro al mare

Una cantante donna manca sulla copertina di Rolling Stone da tanto, troppo tempo. Colpa nostra o manca una scena all’altezza?

No, mancano le donne, purtroppo. Guarda le classifiche, lo dicono chiaramente. C’è stato un periodo in cui dominavano: l’era di Giorgia, Carmen, Laura Pausini e Elisa. Poi Emma e Alessandra Amoroso, che hanno fatto e continuano a fare bene. Ma da lì in poi più nulla o quasi; negli ultimi anni poteva emergere Levante, ma X Factor temo le abbia fatto male.

 

Un’ultima domanda sulla politica, visto che la “tua” Nina Zilli durante un concerto quest’estate se l’era presa con Salvini ed è venuto fuori un bel casino. Noi chiediamo sempre agli artisti di prendere posizione, lo abbiamo fatto con una copertina parecchio esplicita. Secondo te fanno bene a farlo?

levante

Oggi tutti dicono tutto senza filtri, guarda l’ultimo diverbio tra Salvini e Gattuso. Vale tutto, mi pare evidente. Io penso che esprimere la propria opinione sia un diritto civile, quindi non ho nulla in contrario. Anzi apprezzo il coraggio di chi lo fa, con il rischio di alienarsi fette di pubblico. Solo non mi piace la caciara, e a suo tempo a Nina lo dissi. Dire “Vaffanculo Salvini” e basta non serve a nulla, passi dalla parte del torto. Argomenta, porta delle idee. Anche perché lui comunica molto bene, e se no ti mangia.

levante fedezNINA ZILLInina zillinina zillilevante x factor

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...

donna sarda sardegna elly schlein

DAGOREPORT – ALLA DIREZIONE DEL PD, I RIFORMISTI DEM SONO SOBBALZATI SULLA SEDIA ALLE PAROLE DI ELLY SCHLEIN SULLA GUERRA UCRAINA: “NON SIAMO PER IL FINTO PACIFISMO DI TRUMP MA NEMMENO SIAMO CON L’EUROPA CHE VUOLE CONTINUARE LA GUERRA” - IL CLOU: QUANDO ELLY HA ATTACCATO LE INIZIATIVE SINGOLE DI MACRON E DI STARMER PER LA PACE, HA DETTO, TESTUALE: "ALL'EUROPA SERVE UN SALTO QUANTICO" (MA CHE CAZZO STAI A DI'?) - PICIERNO, PIERO DE LUCA, FASSINO NON CREDEVANO ALLE PROPRIE ORECCHIE: “QUINDI LA PACE SONO LE CONDIZIONI DETTATE DA PUTIN? ELLY, QUANDO LA SMETTI DI GIOCARE A NASCONDINO?” – ALTRO SCAZZO SUL REFERENDUM DELLA CGIL SUL JOBS ACT E SULL’ESERCITO COMUNE UE (TRANQUILLIZZATE LA DUCETTA: CON QUESTI SINISTRATI ALTRI 20 ANNI A PALAZZO CHIGI SONO SICURI…)