"WIRED" STACCA LA SPINA - CONDÉ NAST ANNUNCIA CHE IL MENSILE USCIRÀ "DUE VOLTE L'ANNO", E SARÀ AFFIDATO COMPLETAMENTE A SERVICE ESTERNI - SEI DEI 12 GIORNALISTI DELLA REDAZIONE (LA METÀ) SONO CONSIDERATI ESUBERI
Alberto Dandolo per Dagospia
Il mensile Wired Italia , definito da molti “la Bibbia di internet” , chiude i battenti. O meglio ridurrà i suoi numeri da dodici a soli due e 6 dei 12 giornalisti della redazione sono da oggi considerati esuberi. E’ quanto si apprende dal comunicato sindacale dell’assemblea dei giornalisti Condé Nast diffuso oggi:
“Il digitale ci salverà, ma la carta non muore” aveva dichiarato lo scorso 13 aprile al Corriere della Sera il deputy managing director di Condé Nast Italia, Fedele Usai. Appena due mesi dopo, le azioni dell’azienda non sembrano affatto confermare questa linea. Dai vertici aziendali sono stati comunicati pesanti tagli nella struttura di Wired, testata presentata a più riprese come laboratorio del nuovo modello di giornalismo digitale.
In seguito alle dimissioni del direttore Massimo Russo e alla successiva nomina di Federico Ferrazza, l’azienda ha comunicato in conferenza stampa il 12 giugno 2015 che:
1. Wired punterà su digitale ed eventi per crescere.
2. La nomina alla direzione di Federico Ferrazza, è stato “un premio al lavoro di squadra“.
3. “Per l’Italia Wired è un brand fondamentale, uno dei tre pilastri del futuro di Condé Nast“.
Ai rappresentanti sindacali e alla redazione è stato comunicato dal Chief operating officer di Condé Nast Italia, Domenico Nocco che:
1. La periodicità del cartaceo passerà da dieci numeri l’anno a due, da affidare completamente a service esterni.
2. Sei dei 12 giornalisti della redazione (il 50%) sono considerati esuberi.
3. Al momento la redazione confermata sul progetto Wired Italia è, quindi, formata da sei giornalisti (di cui uno part-time).
La redazione di Wired Italia e i giornalisti di Condé Nast esprimono forte preoccupazione per il futuro della testata e del brand stesso e si riserva di intraprendere tutte le azioni necessarie per salvaguardare il posto dei sei colleghi in mobilità e le condizioni di lavoro che garantiscano la qualità che ha sempre contraddistinto Wired.
L’assemblea dei giornalisti Condé Nast
Ma ecco una raccolta - mai diffusa - delle incongruenze tra dichiarazioni del management e numeri reali.
COSA HANNO DETTO
7/11/2013
Wired Diventa Digital First
http://www.datamediahub.it/2013/11/07/wired-diventa-digital-first/#axzz3dnWkMGPU
Massimo Russo, direttore: “Saremo il primo magazine in Italia a integrare la redazione tra mobile, web, carta e tablet, e a realizzare il digital first. Le specializzazioni non saranno più per piattaforma ma per tema”.
Napolitano sulla cover di Wired
“Ridurremo la periodicità del cartaceo a 10 numeri, con l’aggiunta di un paio di numeri speciali l’anno. Il numero di dicembre porterà in testata la dicitura Dicembre/Gennaio, e rimarrà in edicola fino al 24 gennaio. Ciò consentirà di rivedere l’organizzazione e i processi redazionali in ottica digital first, dedicando risorse e investimenti anche alle aree Digitale e Live“.
“Tutti cambieremo un po’ mestiere”.
COSA È SUCCESSO
Effettivamente tutti i giornalisti hanno iniziato a lavorare multipiattaforma, a magazine, sito ed eventi, con incarichi diversi. Ma quando è stato ora di licenziare, l’azienda ha considerato solo i contratti firmati all’origine. Tutti coloro che erano stati assunti principalmente per la carta sono ora ritenuti esuberi, dimenticando l’evoluzione professionale degli ultimi due anni.
COSA HANNO DETTO
4/12/2013
Le 36 cose che ho imparato sui siti di informazione. Di Federico Ferrazza.
19. I siti di news italiani che non hanno un brand (o casa editrice) forte alle spalle fanno fatica. Non tanto per la raccolta pubblicitaria, ma perché non hanno un sistema (non solo un sito) su cui puntare.
31. Tutti possono avere una buona idea; e una buona idea si costruisce in tanti.
36. Sarò la persona più felice della Terra (vabbè, adesso non esageriamo) quando in tutte le redazioni – oltre ai curatori dei contenuti (anche dal punto di vista social) e al reparto (foto)grafico – ci saranno dei programmatori/sviluppatori. Sono fondamentali quanto i primi due, ma è ovvio che servono dei giornalisti in grado di dialogarci (cioè di capire quello che dicono e di fare richieste sensate).
COSA È SUCCESSO
Il brand di Wired italia era composto da: cartaceo, tablet (interactive replica), sito, eventi, tutti pensati, gestiti e organizzati internamente dalla redazione.
Dal numero di giugno l’interactive replica di Wired, l’ultima rimasta tra le testate Condé Nast che a inizio anno sono tutte passate a essere pdf sfogliabili, è stata annullata senza alcuna comunicazione ai lettori. Il magazine è tecnicamente in vita, ma sostanzialmente chiuso (redattori e grafici dichiarati esuberi, previsione di 2 numeri all’anno fatti in esterna), gli eventi organizzati e pensati internamente non avranno più nessuno che ci lavora (anche questi saranno appaltati in esterna), il sito invece di venire potenziato passa da 4 redattori a 2 e 1 part time.
COSA HANNO DETTO
5/12/2013
Wired: chiusura 2013 col segno più. Fatturato digitale al 30% e per il 2014 punta al 50%
Approccio digital First e nuovo impatto visivo per il magazine di Condé Nast in edicola con il nuovo numero di dicembre
“Non ci sarà più una distinzione netta tra giornalisti, marketing e reparto commerciale”.
Marco Formento, senior vice president digital Condé Nast: “Due milioni di utenti unici al mese”.
“La maggiore percentuale di fatturato tout court in digitale intorno al 30% e per il 2014 arriveremo al 50% con l’obiettivo di aumentare gli utenti unici di 1 milione”.
Matteo Gabba, Group Marketing Director di Condè Nast: “Wired nel 2013 chiuderà l’anno con un segno positivo per la raccolta”.
Anche Wired.it si sta rinnovando [...] fino alla realizzazione di un’area video e alla costruzione di banche dati per fornire strumenti di consultazione (start up, aziende, ranking e tendenze dell’economia digitale): il più evoluto sistema editoriale intorno a un brand digitale.
66 mila copie di diffusione.
COSA È SUCCESSO
Tutti i redattori di Wired Italia hanno partecipato senza distinzione di ruolo alla creazione dei contenuti per magazine, sito ed eventi, oltre alla conduzione di tavole rotonde e interviste durante 6 eventi marchiati Wired e altri 2 su commissione richiesti dagli inserzionisti.
COSA È SUCCESSO
5/5/2014
In piena solidarietà difensiva, Condé Nast assume una giornalista praticante, violando il punto 4 dell'allegato al Contratto di Solidarietà e del punto 8 dell'allegato D del CNLG e ignorando la lista di precari che precedentemente si era impegnata a stabilizzare. Guarda caso la giornalista in questione ha un cognome pesante: Verdelli.
COSA HANNO DETTO
17/12/2014
Disposizione organizzativa annunciata ma non mantenuta
Cari tutti,
per consolidare le prassi che si sono venute a creare nel corso del 2014 e razionalizzare il lavoro sia internamente in redazione, sia verso le altre aree aziendali e verso l'esterno, a partire da oggi:
* Andrea Girolami è Referente Video per Wired
* Gaia Berruto ricopre la funzione di Social Media Editor per Wired
Entrambi mantengono qualifica e funzioni già attualmente ricoperte.
Grazie e buon lavoro,
m
COSA È SUCCESSO
Le mansioni, svolte da tempo e annunciate con email del direttore a tutti i giornalisti e all’ufficio del personale, non sono state inserite nel colophon come promesso verbalmente. Addirittura, 6 mesi dopo Andrea Girolami è stato ritenuto non necessario e Gaia Berruto inizialmente inserita nell’elenco degli esuberi dei giornalisti impegnati sul magazine.
COSA HANNO DETTO
13/5/2015
Editori «Il digitale ci salverà. Ma la carta non muore»
A Milano è nata CN Live! per l’entertainment, parte dell’ecosistema di Vogue, Wired & c. Per inseguire il lettore. Infedele.
Fedele Usai, direttore generale di Condé Nast Italia: CN Live! “è stato aperto in una fase di emergenza con una squadra di 40 persone. Una factory [...] con professionalità reclutate da studi di design e social agency”.
“L’Italia per Condé Nast è diventata il primo Paese, con 20 milioni di utenti virtuali e altri 20 milioni di ricavi dal digitale attesi nel 2015. La cifra sta compensando i cali subiti dalla raccolta pubblicitaria tradizionale”.
Usai: “Abbiamo reclutato esperti di social”.
”Il Wired Next Fest è l’esempio migliore di massificazione del canale: è organizzato dalla redazione di Wired, nascono video streaming, c’è il coinvolgimento dei social network, l’accesso ai contenuti, una newsletter. Da solo l’evento in formato video ha portato 1.500 abbonamenti alle copie cartacee che restano fondamentali. Ma sono un canale in mezzo ad altri. Così la contaminazione è perfetta”.
“Bisogna dare informazione qualificata, autorevole”.
COSA È SUCCESSO
Il lancio di CN Live era occasione per ricollocare giornalisti con le giuste competenze già presenti in azienda, come previsto dal contratto di solidarietà difensiva in essere da settembre 2013 e grazie al quale l’azienda ha risparmiato in totale 3,7 milioni di euro; invece si è preferito assumere 40 nuove figure non giornalistiche. La carta, ritenuta fondamentale, viene ridotta a due uscite annuali, smentendone di fatto la centralità nel progetto. Lo stesso Wired Next Fest viene svilito dalla mancanza di personale dedicato.
COSA HANNO DETTO
21/5/2015
Sistema Wired, la raccolta adv nel primo trimestre cresce del 6% vs 2014
Il 30% arriva dagli eventi e il 50% dal web. Stabile il cartaceo
Manuela Migliosi: “Il brand di Condé Nast che conta oltre 4,2 milioni di utenti unici sul sito di Wired.it “con picchi che arrivano a oltre 6 milioni sta avendo successo. Il magazine con 60mila copie (dati Ads, ndr), gli eventi e il web che compongono una strategia digital first sono una formula vincente. La raccolta adv del sistema Wired nel primo trimestre ha registrato una crescita del 6% vs l’anno scorso. A incidere sono gli eventi per il 30% e il web con il 50%. Il sistema Wired ha riscontrato un consenso che genera 30 milioni di pagine viste al mese. E per i mesi di aprile e maggio siamo soddisfatti”.
I video, veri protagonisti di questo momento, con format di branded content – 50 caricati ogni settimana sul sito di Wired.it – che raggiungono i 6 milioni di streaming. Un futuro ben delineato quello di Wired all’insegna dell’innovazione che contamina non solo lo spazio virtuale ma anche quello fisico.
COSA È SUCCESSO
La diffusione del magazine viene dichiarata sostanzialmente stabile (66mila copie a dicembre 2013, 60mila a maggio 2015). Eppure l’azienda ha deciso di ridurre la periodicità da 10 a 2 numeri l’anno, da fare in esterno perché non esisterà più personale dedicato.
I video, “veri protagonisti del momento”, non hanno più un responsabile di produzione.
COSA HANNO FATTO
22-24/5/2015 durante il Wired Next Fest
A partire dalle settimane precedenti il Festival è stata fortemente spinta attraverso il sito e i canali social una campagna di abbonamenti alla rivista, al prezzo promozionale di 9,90 euro all’anno. Durante il Wired Next Fest questa campagna è proseguita e ha avuto un buon riscontro.
COSA È SUCCESSO
Come sappiamo, l’azienda ha deciso di ridurre la periodicità da 10 a 2 numeri l’anno. Sicuramente questa decisione era già stata presa all’epoca, quindi di fatto le persone che si sono abbonate sono state truffate.
COSA HANNO DETTO
25/5/2015
Wired Next Fest 2015 ha chiuso i battenti con un record di pubblico di 108.500 presenze totali
Record di pubblico di 108.500 presenze totali durante le tre giornate, come si legge sul comunicato stampa.
COSA È SUCCESSO
Per la realizzazione del Wired Next Fest 2015 sono state impegnate per mesi (dalla creazione del palinsesto, agli inviti alla moderazione dei panel) tutte le 15 persone della redazione, di cui al momento solo 3 confermate in organico.
COSA HANNO DETTO
12/6/2015
Federico Ferrazza è il nuovo direttore di ‘Wired’. La testata di Condé Nast cambierà periodicità e intensificherà attività digitali ed eventi
Fedele Usai, deputy managing director di Condé Nast, ha precisato che oggi le attività digitali e gli eventi rappresentano l’80% del fatturato di Wired e che la testata cambierà periodicità. A metà settembre verrà presentato il programma delle uscite 2016 e degli eventi, destinati ad aumentare. La scelta di Ferrazza, che ben conosce il web, premia – ha sottolineato Usai – il lavoro di squadra e sottolinea l’importanza del digitale per il futuro della testata. “Oggi Wired.it ha 5 milioni di utenti unici al mese di cui 500mila profilati”, ha aggiunto Usai, “e ormai all’interno di Condé Nast International Wired è un punto di riferimento per la composizione del suo business. Per l’Italia è un brand fondamentale, uno dei tre pilastri del futuro di Condé Nast”.
COSA È SUCCESSO
Il lavoro di squadra viene premiato con la dichiarazione di 10 esuberi su un totale di 13 giornalisti in organico (il 76,9%) - 2, infatti, avevano già precedentemente rassegnato le proprie dimissioni.
Wired da “brand fondamentale, uno dei tre pilastri del futuro di Condé Nast” passa a comparsa nel panorama delle uscite in edicola.
COSA HANNO DETTO
15/6/2015
Wired: dal digital e dagli eventi l’80% del fatturato
A settembre in arrivo nuove strategie e partnership
Usai: “Per l’Italia Wired è un brand fondamentale, uno dei tre pilastri del futuro di Condé Nast”.
Anche il mondo video registra importanti livelli di crescita con quasi 6 milioni di visualizzazioni mensili.
“Per la carta verrà rivista la periodicità e la distribuzione. Utilezzeremo il digitale per analizzare la strategia dei nostri prodotti. Il nostro obiettivo è crescere su mobile, innovazione e profilazione. E dopo l’estate sveleremo nuovi prodotti che usciranno dal sito per vivere su tutte le piattaforme digitali”.
Ferrazza: “Nei prossimi mesi la strategia digitale di Wired si arricchirà di altri importanti tasselli (video, mobile, servizi per aziende e lettori) e sperimenteremo nuove forme di contenuti interattivi, capaci di vivere anche fuori del sito. Ricca sarà anche l’offerta degli eventi che, sulla scorta del successo crescente delle tre edizioni del Wired Next Fest, ci consentirà di fare sempre più cultura dell’innovazione, come è nella mission originaria di Wired“.
COSA È SUCCESSO
La crescita del mondo video viene interrotta dalla mancanza di una figura professionale in grado di coordinare le produzioni proprie.
Si annunciano nuovi prodotti, nuovi eventi e nuove forme di contenuto, ma si riduce fortemente l’organico che dovrebbe pensarle e realizzarle.