ASSAD: UN GUAPPO DI CARTONE - MENTRE I RIBELLI SIRIANI STAVANO PER ARRIVARE A DAMASCO, IL DITTATORE È SCAPPATO DAL PAESE COME UN LADRO (ANCHE GRAZIE AL SUO AMICO PUTIN) - MENTRE TUTTI SI ASPETTAVANO UN SUO DISCORSO, ASSAD ERA DIRETTO VERSO UNA BASE MILITARE RUSSA DA DOVE È DECOLLATO PER MOSCA, TRADENDO AMICI E PARENTI, INSIEME A DUE FUNZIONARI CHE AMMINISTRAVANO LE SUE FINANZE (A DAMASCO DICONO: "È STATO UN VIGLIACCO FINO ALL’ULTIMO") - OLTRE 25 MILA SIRIANI FUGGITI IN TURCHIA DOPO LA GUERRA CIVILE SONO TORNATI NEL LORO PAESE DOPO LA CADUTA DI ASSAD
TURCHIA, 25MILA RIENTRATI IN SIRIA DOPO LA CADUTA DI ASSAD
rotta del velivolo usato da assad per lasciare damasco
(ANSA) - Oltre 25mila siriani fuggiti in Turchia dopo la guerra civile sono tornati in Siria nelle ultime due settimane, dopo la caduta di Bashar Al Assad. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Ali Yerlikaya, in un'intervista con Anadolu, dove ha aggiunto che dal 2017 sono oltre 763mila i siriani rientrati nel loro Paese mentre sono 2.920.119 quelli che vivono in Turchia sotto protezione temporanea. Dal primo gennaio al primo luglio del 2025, una persona per ogni famiglia di rifugiati siriani in Turchia avrà il diritto di rientrare in Siria e di tornare per tre volte in territorio turco per preparare il rimpatrio, ha aggiunto.
GLI ULTIMI GIORNI DI BASHAR ASSAD
Estratto dell'articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
una statua di Hafez al Assad abbattuta
Alla fine è scappato come un ladro nella notte. Prometteva che non avrebbe mai abbandonato la sua Siria e i fedelissimi che avevano difeso 54 anni di regime del clan Assad. Addirittura, nelle ultime ore da presidente la sera del 7 dicembre, aveva annunciato che intendeva pronunciare un discorso alla nazione destinato a trovare un accordo con le unità militari dei ribelli che, da Homs a nord e Daraa a sud, stavano convergendo sulla capitale. Le telecamere della tv di Stato erano già state montate nel palazzo presidenziale, con le luci pronte e i giornalisti in attesa.
«Ma era tutta una messa in scena, un imbroglio utile a prendere tempo e potere darsela a gambe con maggior facilità. Bashar Assad è fuggito all’ultimo momento utile su di un autoblindo russa per raggiungere la base aerea di Hmeimin. Da qui ha preso un aereo mandato da Putin che l’ha condotto in esilio a Mosca. Non ha avvisato nessuno, ha tradito famigliari, soldati e amici: a dimostrazione del peso piuma che era.
Certamente non aveva la stoffa per il ruolo che si era trovato a giocare. Il padre Hafez l’aveva scelto di ripiego, visto che nella prima metà degli anni Novanta il vero successore designato, il fratello maggiore Basel, era morto in un incidente d’auto. Bashar allora avrebbe preferito continuare a fare il medico a Londra. È stato presidente obtorto collo.
Un leader suo malgrado, comandato a bacchetta dai vecchi uomini forti del regime e dagli ufficiali dei servizi di sicurezza. E così, anche negli ultimi mesi, aveva capito ben poco della situazione in Siria. I vecchi alleati della dittatura erano fuori gioco. Le forze dei ribelli stavano avanzando; l’Iran ed Hezbollah erano stati indeboliti da Israele; Putin, impegnato nella guerra in Ucraina, non era più pronto a intervenire per salvarlo. Erdogan offriva il dialogo, lui però lo rifiutava. Ma non poteva più permetterselo. E alla fine ha ceduto. Ha preso i soldi ed è scappato», dicono al Corriere fonti tra i circoli diplomatici occidentali nella capitale. [...]
Bashar e Hafez arrivano sulla pista di Hmeimin verso mezzanotte. Nessuno spara loro contro. Gli ufficiali di Hayat Tahrir al Sham, il gruppo islamico che adesso domina nel Paese, negano vi sia stato alcun coordinamento: ai fuggiaschi è semplicemente andata bene. Ma Putin è contrariato.
aereo lyushin usato da assad a Khmeimim il 9 dicembre
Quando Bashar a inizio novembre era corso da lui per cercare aiuto, mentre i ribelli stavano attaccando Aleppo, il presidente russo gli aveva suggerito di parlare con Erdogan e cercare un compromesso.
Mosca non era più disposta a salvarlo, come invece aveva fatto nel 2015. Da allora le telefonate di Bashar erano sempre più spesso rifiutate dal Cremlino. Ma Bashar sembrava deciso a chiudersi nella sua torre d’avorio, convinto di essere invincibile. Tanto che ancora il 30 novembre, il giorno della caduta di Aleppo, lui era a Mosca con la moglie Asma (in cura per un tumore) per assistere alla tesi di dottorato in fisica e matematica di Hafez. Le telefonate concitate dei suoi assistenti lo convincono a rientrare in fretta e furia.
bashar al assad matrimonio con asma
Chiede allora assistenza ai vecchi alleati a Teheran. Addirittura, arriva a Damasco il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, che cerca di lanciare messaggi rassicuranti, ma intanto ordina il ritiro di diplomatici e consiglieri militari. «Ho trovato che Assad era confuso, non comprendeva la gravità della sconfitta», dirà ai media iraniani più tardi.
Bashar parla di «ritirata strategica» dei suoi soldati dalla seconda città del Paese: in verità è una rotta disastrosa. Così, la notte della fuga, Bashar e il figlio attendono ben quattro ore sulla pista prima di riuscire a decollare. A Putin non piacciono i perdenti. Intanto, il fratello Maher si rifugia in Iraq. Il cugino Ihab Makhlouf viene ucciso dalle fucilate dei ribelli con la zia di Bashar mentre fuggono al confine libanese.
bashar al assad e vladimir putin meme by edoardo baraldi
Altri parenti e dignitari del regime sono spariti, forse prigionieri o feriti, oppure già morti. Bashar però porta con sé in volo due consiglieri incaricati di gestire i milioni rubati allo Stato e depositati nelle banche all’estero. «Vigliacco sino all’ultimo», accusano a Damasco, «ha preferito il benessere personale al bene del Paese».
siria, i ribelli nel palazzo di assad a damasco foto lapresse 7bashar al assad con vladimir putin bashar al assad con vladimir putin offensiva dei ribelli siriani contro il regime di assad 4ribelli abbattono la statua di basel el assad ad aleppobashar al assad con vladimir putin siria, i ribelli nel palazzo di assad a damasco foto lapresse 6