beppe sala

“IL CAMPO LARGO NON RIESCE A FUNZIONARE. IO LEADER DEL CENTRO? PRIMA BISOGNA CERCARE I COMPAGNI DI VIAGGIO” – BEPPE SALA SI AUTOCANDIDA A GUIDARE IL RASSEMBLEMENT CENTRISTA LIBERALDEMOCRATICO E LIQUIDA L'IPOTESI RUFFINI: “MA LO CONOSCONO IN POCHISSIMI” - BORDATE AL M5S CHE CHIEDE AI DEM DI NON VOTARE IL SALVA-MILANO: "NEL CAMPO LARGO NON HO VISTO UN TENTATIVO SERIO DI METTERE INSIEME UN PROGRAMMA COMUNE. CERTO, NON BASTA UNA FOTO…”

Enrico Del Mercato per “la Repubblica” - Estratti

 

beppe sala

Beppe Sala pronuncia la frase a mezza voce mentre seduto alla scrivania del suo ufficio a Palazzo Marino, illuminato da un insolito sole di dicembre, legge le notizie di agenzia sul laptop: «Mi pare che il campo largo proprio non riesca a funzionare». Ma non è voce dal sen fuggita quella che il sindaco di Milano fa calare sul dibattito, improvvisamente riaccesosi, sul futuro dell’alleanza di centro sinistra e sulla necessità che, al suo interno, si trovi uno spazio per i moderati.

 

Sindaco, dunque il campo largo non esiste più?

«Guardi, in questo momento che esista o no, non è certamente in condizione di vincere e di governare il Paese. Lo dico non per una sensazione che ho, ma analizzando cosa succede quando gli italiani vanno a votare. Vedo che i Cinquestelle dicono marciamo divisi e poi uniamoci in alleanza solo al momento del voto per le politiche: mi verrebbe voglia, mettendomi nei panni di Elly Schlein di dire va bene.

ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE

 

Il problema è che in Italia si vota sempre, dunque bisognerebbe accettare che da oggi fino al 2027 il campo largo non c’è neppure nelle regioni e nelle grandi città. Può essere un rischio, ma vale la pena rifletterci».

 

Una riflessione oppure un auspicio da parte sua visto che, per esempio, i 5 stelle chiedono al Pd di non votare il cosiddetto Salva-Milano, la norma che depotenzierebbe le inchieste sull’urbanistica avviate dalla procura e che coinvolgono anche dirigenti del comune di Milano?

beppe sala

«Ecco, appunto il solito aut aut che caratterizza i cinquestelle di Conte. Premesso che quello che dice il leader del Movimento mi interessa il giusto, la vera questione è capire come si comporterà il Pd. Ma al di là di questa questione bisogna sedersi e provare a fare un programma comune. Se ce la fai, bene, ma se non ce la fai credo sia logico dire: ognuno per sé. Ecco, non ho visto un tentativo serio di mettere insieme un programma comune. Certo, non basta una foto in cui si sta tutti insieme per far credere agli italiani che sia vero».

 

(...)

 

conte fratoianni bonelli schlein magi

E cosa servirebbe per invertire quella che lei ritiene essere la tendenza e, dunque, far sì che i moderati possano riconoscersi nel centrosinistra?

«Finora si è semplificato attribuendo al cattivo carattere di Carlo Calenda il fatto che non si sia trovato spazio per i liberal democratici. Ecco, il mio pessimismo nasce dal fatto che se non ci è riuscito Calenda che ci ha messo energia e i fondi che è riuscito a raccogliere, non vedo chi e come possa riuscirci».

 

Vuole provarci lei? Del resto in un passato non lontano era apparso anche come possibile federatore del campo del centrosinistra.

BEPPE SALA SAN SIRO

«In questo momento io ho il dovere di portare a termine il lavoro per il aule sono stato eletto. Posto che per il parlamento si voterà a maggio del 2027 oggi mancano due anni e mezzo. Non mi sogno neppure di sottrarre tempo a Milano per occuparmi operativamente di tutto ciò.

 

Non dico che non potrà interessarmi, ma intanto bisogna cercare i compagni di viaggio. Guardi, io conosco Elly Schlein meglio di tanti altri e Schlein sa che è interesse del Pd favorire la nascita di quest’area liberal democratica. Ma il Pd ha bisogno di fare passi in avanti che garantiscano a quest’area, una volta nata, di non essere solo un cespuglietto di una sinistra molto spostata a sinistra».

 

Però Giorgia Meloni ha vinto perché ha detto: io sono di destra, molto di destra.

magi conte bonelli schlein fratoianni

«Vero. Ma al contempo Meloni dà uno spazio significativo a Forza Italia e favorisce la crescita del partito Noi Moderati di Maurizio Lupi. E guardi che a destra, fin dai tempi di Berlusconi (ed è un merito che i suoi non possono non riconoscergli) funziona così: si sta insieme senza sottolineare le differenze, per vincere. Poi, quando si vince, si gestiscono le differenze. Questa regola è sconosciuta a sinistra ».

 

Tornando ai possibili federatori del centro con la sinistra: adesso spunta il nome del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini.

87 beppe sala

«Non continuiamo a buttare nel tritacarne mediatico le persone. Ruffini è bravo? Ruffini è bravissimo. Ruffini è conosciuto? Lo conoscono in pochissimi. È una persona di grandissimo valore, ma pensare che possa avere la forza per fare il leader di quest’area significa volergli male. Torno a dire: la questione non è trovare il federatore, la questione è trovare i compagni di viaggio, le persone che credono in questi valori e che possano scambiarsi la guida in una forma di governance che ricordi quella della Dc. I partiti personali, non credo attraggano più nessuno».

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…