matteo salvini open arms

UN CAPITONE IN ALTO MARE – C’È POCO DA SORRIDERE PER MATTEO SALVINI: L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO OPEN ARMS NON GLI PERMETTE DI RECITARE LA PARTE DEL “MARTIRE” E LO RENDE PIÙ FRAGILE NON SOLO NEI CONFRONTI DELLA MELONI MA ANCHE SUL FRONTE INTERNO ALLA LEGA – IN CASO DI CONDANNA, IL CARROCCIO SI SAREBBE COMPATTATO PER DIFENDERE IL SUO SEGRETARIO “VITTIMA DELLA GIUSTIZIA” – ORA, COME DAGO-DIXIT, IL VICEPREMIER HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, E CON IL CONGRESSO FEDERALE PREVISTO A INIZIO 2025…

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Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/12/21/news/processo_open_arms_salvini_governo-423900161/?ref=RHLF-BG-P3-S5-T1

 

matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse

[...] La notizia dell’assoluzione raggiunge la presidente del Consiglio mentre è con la figlia Ginevra nella terra di Babbo Natale, a Saariselkä, villaggio sami di 350 anime, 260 chilometri a nord del circolo polare artico, igloo col soffitto di vetro e renne al pascolo. Qui si tiene un vertice a quattro per discutere di sicurezza (il confine con la Russia è a 40 km) e di migranti, anche se da queste parti scarseggiano. Meloni sperava nell’assoluzione del leghista, ma la sentenza ingarbuglia altri nodi politici.

 

Intanto rimette in discussione la linea che avrebbe potuto tenere Palazzo Chigi per i procedimenti giudiziari che coinvolgono altri componenti del governo, dalla ministra Daniela Santanchè al sottosegretario Andrea Delmastro. Una condanna del leghista avrebbe automaticamente scudato politicamente tutti gli altri. Il cosiddetto “lodo Salvini”, appunto. L’assoluzione invece, almeno in teoria, rimette in discussione la strategia. Anche se chi conosce bene Santanchè, tipo tosto e affatto arrendevole, è convinto che rimarrà sulla stessa posizione, a prescindere.

 

giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse.

Sul fronte internazionale, con l’assoluzione del capo del Carroccio, la premier evita contraccolpi in Ue. Prima di arrivare al polo nord, era indaffarata a Bruxelles, trattando proprio sul nuovo patto migranti e asilo. Ritrovarsi col vicepremier condannato per una vicenda legata agli sbarchi avrebbe ridimensionato il suo margine di manovra.

 

C’è poi un altro motivo di godimento che i Fratelli bisbigliano, nella notte in cui cadono le accuse per il segretario lumbard: senza più la posa da perseguitato delle toghe rosse, è difficile che la Lega strappi consensi a FdI. E anche gli assist social di Elon Musk al leghista, incentrati quasi unicamente sul processo Open Arms, sono destinati a ridursi drasticamente. Meloni tornerebbe l’unica con un canale diretto col magnate iper trumpiano.

 

matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse

Per Salvini, sono convinti gli alleati, l’assoluzione non è un balsamo politico, anzi. Una condanna sarebbe coincisa con una blindatura automatica nel partito. Ora lo scenario cambia. I suoi avversari interni potranno sfidarlo senza temere di essere tacciati di pugnalate alle spalle.

 

Il momento è delicato: il segretario della Lega ha tentato il braccio di ferro al congresso in Lombardia, ma ha dovuto cedere al capogruppo al Senato, Max Romeo, critico sulla linea politica del “Capitano”, da Vannacci alla fiacchezza con cui si affronta la questione settentrionale, tesi sposata pure dai governatori Luca Zaia e Attilio Fontana. Il congresso lombardo è stato uno smacco, per Salvini, che ha fatto buon viso a cattivo gioco. Un segnale preoccupante, comunque, in vista del congresso federale che si terrà all’inizio dell’anno prossimo. Soprattutto ora che il ruolo di martire dei giudici comunisti non potrà più interpretarlo.

massimiliano romeo matteo salvini Matteo Salvini e Luca Zaia matteo salvini - processo open arms a palermo - foto lapresse

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