GLI ITALIANI IN CRISI RINUNCIANO ALLE POMPE - CROLLA SOTTO I COLPI DELLE TASSE IL CONSUMO DI BENZINA: -10,5% IN UN ANNO - LE ACCISE CI HANNO UCCISO E LO STATO CI PERDE PURE: RISCHIO “BUCO” DA 2,6 MILIARDI DI EURO - COLPA DELL’ “EFFETTO LAFFER”: A FRONTE DI UNA TASSAZIONE ECCESSIVAMENTE ELEVATA I CONSUMI VANNO A PICCO E TRASCINANO GIU’ LE ENTRATE FISCALI - ASSICURAZIONI, PEDAGGI E MULTE SI IMPENNANO…

Sandra Riccio per "La Stampa"

Il caro benzina riduce i consumi Le vendite calate del 10,5% in un anno
Troppe tasse Il prezzo per litro di benzina in Italia supera la media europea di 25,4 centesimi, di cui 23,1 centesimi sono dovuti a un maggior carico fiscale

I prezzi del carburante sono toppo alti per colpa delle accise e così lo Stato incassa molto meno dalla vendita di benzina e gasolio. Un boomerang che nel solo mese di dicembre è costato al Fisco quasi il 10% di entrate. Nei trenta giorni esaminati, il gettito relativo a questa particolare voce, è infatti rimasto indietro del 7,2%.

Il calcolo dei soldi che mancano all'appello lo ha fatto il Centro Studi Promotor (Csp) che ha già lanciato l'allarme sull'intero 2013: di questo passo lo Stato rischia di veder sparire circa 2,6 miliardi di tasse. Basta che nei prossimi 12 mesi il trend prosegua sugli stessi livelli di dicembre. La colpa, sottolinea il Centro Studi, è del cosìddetto effetto Laffer, «cioè il calo del gettito a fronte di una tassazione eccessivamente elevata».

Ma il portafogli degli automobilisti, si sa, è già parecchio bersagliato da balzelli vari e rincari continui. Solo nelle ultime settimane sono scattati aumenti in autostrada, aumenti delle multe e dell'Rc Auto. Già l'anno scorso molte famiglie avevano messo un freno alla spesa alla pompa. Dal bilancio dell'ultimo anno emerge infatti che i consumi di benzina e gasolio in Italia sono calati del 10,5%. Ma lasciare l'auto in garage non è bastato. Dai dati elaborati dal Csp risulta infatti che la spesa complessiva è salita a 67,4 miliardi con una crescita del 4,7% proprio per effetto delle tasse più alte.

Dove sono andati questi soldi? L'Erario ha incassato 36,5 miliardi di euro (il 12,4% in più dell'anno prima) mentre i restanti 30,9 miliardi li ha intascati l'industria petrolifera e i distributori che però lamentano un calo di introiti del 3%. «Dunque l'Erario - sottolinea il Csp finora è stato l'unico soggetto a trarre vantaggio dall'attuale situazione dei consumi e dei prezzi di benzina e gasolio. Per ora, infatti, l'effetto Laffer ha interessato solo il mese di dicembre e non ha quindi compromesso il bilancio dell'annata per l'Erario, ma potrebbe comprometterlo seriamente nel 2013».

Il calo a dicembre delle entrate per lo Stato è «l'ennesima conferma di una nefasta gestione di tutto ciò che riguarda l'automotive adottata in particolare dall'ultimo Governo» rincara la dose Federauto, l'associazione che rappresenta i concessionari di autovetture. «Ai 2,6 miliardi che rischiano di mancare all'appello come conseguenza del calo del gettito dai carburanti, si aggiungono - precisa il presidente Filippo Pavan Bernacchi - i 3 miliardi di euro di mancati introiti per lo Stato nel 2012 (tra Iva e tasse varie) perché gli italiani non comprano più autoveicoli».

Intanto il peso delle tasse si calcola al distributore. «Se consideriamo i dati al 1° dicembre per la benzina il prezzo italiano supera quello medio europeo di 25,4 centesimi. Questa differenza è dovuta per 23,1 centesimi a un maggior carico fiscale e per 2,3 centesimi a un maggior prezzo industriale. Per il gasolio il maggior prezzo alla pompa in Italia è di 26,3 centesimi, 24,4 centesimi di maggiori imposte, 1,9 centesimi di maggior prezzo industriale» spiega Promotor.

 

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