matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

DAGOREPORT

GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP

Sarà anche pure una Camaleonte, ma Giorgia Meloni non possiede l'attitudine di cambiare pelle dalla sera alla mattina. Ora per lei prendere le distanze da Trump, anche se lo volesse, sarebbe durissimo.

 

Per questo, deve barcamenarsi, zigzagare, giocare su più tavoli e dare un colpo al cerchio di King Donald e uno alla botte dell’Europa per non smarrirsi.

 

Ieri sera, anziché andare all’Auditorium di Roma per la prima del film “Il Nibbio”, sulla morte di Nicola Calipari, ha pensato bene di tenerfe un vertice con i suoi due vicepremier, il tontolone Tajani e il mastino Salvini, per informarli sulla posizione italiana che consegnerà al Consiglio Europeo straordinario di domani: dirà sì al riarmo dell’Unione europea, fortissimamente voluto da Ursula in modalità Kaiser.

 

INCONTRO TRA MATTEO SALVINI E PAOLO ZAMPOLLI

L'incontre è servito alla Ducetta soprattutto per inchiodare al muro il trumputiniano Salvini, che si agita a più non posso per ergersi a unico vero trumpiano d’Italia, al punto da riuscire a incontrare, per primo, Paolo Zampolli, inviato speciale della Casa Bianca a Roma (incontro che ha allarmato la Ducetta).

 

Giorgia Meloni, che ha capito il piano del segretario della Lega (continua a contraddirla su tutto e ora vuole fregarle il gagliardetto di groupie del Presidente Usa, uno che se ne sbatte altamente dei suoi trombettieri italiani), ha intimato a Salvini di non iniziare una guerriglia di critiche e prese di distanza, dal momento in cui, domani, sarà ufficiale il sì italiano al progetto di Ursula von der Leyen sulla difesa europea.

 

Il botta e risposta è stato duro, al punto che la premier ha rimbrottato il suo vice accusandolo di incoerenza: proprio lui, un putiniano che ama l’uomo forte e il decisionismo di Mad Vlad, diventa mammoletta pacifista quando anche l’Europa deve costruire la sua forza militare. In un escalation verbale, la Meloni, come ricostruito da Tommaso Ciriaco su “Repubblica”, ha sbottato: “Basta con i giochini, non è normale dire le stesse cose di Elly Schlein”.

 

SALVINI PUTIN

Il ministro dei Trasporti ha spostato il discorso sull’opportunità di dirottare i soldi per la difesa in altri campi, come la sanità. A quel punto la Meloni lo ha rassicurato, dicendo che accetterà il piano di riarmo solo se le spese militari saranno fuori dal patto di stabilità.

 

Ma un Salvini sempre più scettico ha controbattuto, subodorando la fregatura. E ha replicato con un ragionamento semplice: adesso mi dici che accetterai solo a determinate condizioni, ma facendo così oggi, troverai domani un motivo per dare l’ok anche al Mes.

MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - MEME BY SIRIO

 

Giorgia Meloni, che dopo il vertice di Londra è stata costretta a cambiare i toni, sia su Trump che su Zelensky, è sotto stress: sente il fiato sul collo dell’Europa, di Salvini e dell’amministrazione americana.

 

Vive con disagio anche le mosse della sua “gemella” sovranista Marine Le Pen: se l’italiana traccheggia, la Duciona di Francia ha preso posizione a difesa dell’Ucraina e contro Trump, e ha spinto il suo delfino Bardella a disertare la convention conservatrice CPAC di Washington, dopo il saluto romano di Steve Bannon.

 

Le mosse di Marine Le Pen sono frutto soprattutto di opportunismo: si è avvicinata a Macron nella difesa di Zelensky perché a maggio arriverà la sentenza del processo in cui è imputata per appropriazione indebita di fondi europei. La valchiria di Normandia, che in passato ha ricevuto fondi russi (9 milioni di euro per la campagna elettorale), in caso di condanna, rischia di essere azzoppata e dichiarata ineleggibile: i suoi sogni di arrivare all’Eliseo andrebbero in fumo, proprio ora che i sondaggi la danno in testa.

 

le pen bardella

Le Pen spera che assumendo una posizione “istituzionale” e pro-Ue i giudici possano ammorbidire la loro severità nei suoi riguardi.

 

I piani di Giorgia Meloni sono stati rovinati dall’imprevedibile flusso degli eventi: dopo la vergognosa imboscata di Trump e JD Vance a Zelensky, Keir Starmer si è cucito addosso l’abito di nume tutelare del Presidente ucraino.

 

Da leader di una potenza nucleare, membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il premier britannico è divenuto il vero pontiere tra Usa e Ue, ruolo che invece la Ducetta sognava per sé.

 

VOLODYMYR ZELENSKY E GIORGIA MELONI - BILATERALE A LONDRA

E, anche in ragione di questa imprevista centralità, Starmer è divenuto il punto di riferimento per Zelensky, che ha via via accantonato tutti gli altri leader europei, compresa la Meloni, che durante la presidenza Biden si era proposta come paladina di Kiev insieme ai polacchi (prima il suo alleato conservatore Morawiecki, e poi il popolare Tusk).

 

Ora, nel rimescolamento delle carte, Giorgia Meloni non solo non è riuscita ad accreditarsi come trait-d’union tra Washington e Bruxelles, ma, a causa del suo trumpismo acritico, ha anche smarrito l’autorevolezza che le permetteva di essere tra i principali interlocutori di Zelensky.

 

 

volodymyr zelensky keir starmer foto lapresse

“BASTA CON I GIOCHINI, NON È NORMALE DIRE LE STESSE COSE DI ELLY SCHLEIN” – GIORGIA MELONI SBATTE AL MURO SALVINI (APPECORONATO SULLE POSIZIONI TRUMPIAN-PUTINIANE) SUL PIANO DI RIARMO UE DI URSULA – LA DUCETTA, SPALLEGGIATA DA TAJANI, CHIEDE “SERIETA’” AL LEADER LEGHISTA E DI EVITARE AZIONI DI SCIACALLAGGIO – I DUBBI DELLA PREMIER SUL PIANO DELLA VON DER LEYEN: INTANTO IL NOME, “REARM EUROPE”, SCIVOLOSISSIMO DI FRONTE ALL’ELETTORATO ITALIANO. E POI IL TIMORE CHE FAVORISCA L’INDUSTRIA BELLICA FRANCESE...

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

https://www.dagospia.com/politica/basta-i-giochini-non-e-normale-dire-stesse-cose-elly-schlein-meloni-vs-426699

 

elly schlein bacia giorgia meloni creato con iaGIORGIA MELONI BACIA KEIR STARMER - VERTICE PRE L UCRAINA A LONDRA GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK

 

cuoricini salvini e meloni meme il giornalone la stampaGIORGIA MELONI ELON MUSK

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…