VIRGI’, QUANDO SPUTI PER ARIA POI TE RICASCA IN FACCIA! “DOMANI PIOVE, GONFIATE I GOMMONI”, “SE I PROBLEMI SONO I TOMBINI E LE CADITOIE OSTRUITE, SUGGERIREI DI RIPULIRLE – QUANDO LA RAGGI (E DI BATTISTA) SBERTUCCIAVANO "#SOTTOMARINO" - IERI LA SINDACA E "DIBBA" SONO RIMASTI SENZA PAROLE DI FRONTE AL TEMPORALONE
Roberto Scafuri per il Giornale
Governare stanca. Il cittadino romano ne ha, come dire, consapevolezza atavica. Con Ignazio Marino - diciamoci la verità, non era affatto una cima - si capì che a volte può esser meno devastante un maneggione che un incompetente vanitoso.
Oggi, con Virginia Raggi sul tetto del Campidoglio, si può finalmente affermare che un incompetente fa danni quanto sprovveduti chiacchieroni.
La ruota gira. Continua a piovere, il governo resta ladro. La novità è che il vano blaterare grillino s'è ammutolito di fronte al temporalone (per fortuna, nulla di che). La Raggi, davanti alla città in ginocchio ha usato parole che stuzzicano la memoria: «Non uscite di casa». Di fronte alla stessa circostanza, nel novembre di tre anni fa (il 6), l'allora consigliera comunale grillina aveva almeno il dono di una certa levità.
«Oggi - scriveva -, in previsione di un evento meteo catastrofico definito bomba d'acqua, Roma è stata sostanzialmente bloccata. Non farò commenti: si può infatti ipotizzare che talvolta la prevenzione sia opportuna... Se il problema sono i tombini e le caditoie ostruite, suggerirei di ripulirle... se il problema sono i rami degli alberi pericolanti, suggerirei di potarli... che bloccare la città a giorni alterni non mi sembra una grande idea».
Brava. Tre mesi di sostanziale e assoluta siccità, senza contare tutti i mesi trascorsi nel turn-over sul Campidoglio, non sembrano però essere serviti all'uopo. I tombini sono rimasti ostruiti, le caditoie pure.
Quando il 24 luglio, sempre di tre anni fa, un altro temporale allagò la capitale, il gruppo di M5S scriveva su Twitter. «Con Alemanno obbligatorie le catene in macchina, con Marino àncora, tuta e boccaglio». Il temperamento è temperamento, e quando il rampante Di Battista s'imbattè, il 5 marzo 2015, nell'ennesima pioggia torrenziale s'infuriò. «Piove un giorno e #Roma diventa la città più invivibile d'Europa». Fu in quell'occasione che lanciò un hashtag diventato cult tra i grillini all'assalto del Campidoglio: «#SottoMarinoDimettiti». Fu un successone: «sotto-marino», un gioco di parole davvero brillante. Meglio di quello lanciato nel luglio precedente: «#Marinosturailtombino».
alessandro di battista virginia raggi
Durante l'agonia del sindaco in rotta di collisione con il suo Pd, per i grillini fu un tiro al piccione. Scriveva Angelo Diario, ora presidente della commissione capitolina sport: «Eppure #sottoMarino l'anno scorso aveva annunciato di aver sturato i tombini... mai più un temporale bloccherà la città... occhio agli squali». Tal Fabio Massimo Castaldo sottolineava: «Se il romano non può andare al mare, #sottoMarino il mare arriva a Roma». Stupendo.
Quando alla fine Marino finì davvero «sotto» (inchiesta), Di Battista colse l'occasione per dimostrarsi magnanimo. Infuriava la polemica sugli scontrini dei grillini, e lui: «Marino? Chi di scontrini ferisce, di scontrini perisce». Non faremo lo stesso. Altrimenti Virginia potrebbe rammentare di quando giurava che «ad agosto è partita la programmazione del piano di pulizia straordinaria delle caditoie ed è stato avviato il piano di pulizia delle foglie». Era novembre 2016. Oggi Raggi si difende ricordando la «mancata manutenzione per anni». Noi cittadini una promessa: «Con noi al governo di Roma nei primi 6 mesi azione devastante per pulizia tombini chiusini scoli e fogne». Devastante: sì, ecco, è quella la parola giusta.