1. FERMI TUTTI! ALL’ORIZZONTE UN NUOVO BUCO PER LA COPERTURA DEGLI 80 EURO CHE IL ROTTAM’ATTORE VUOLE REGALARE AI REDDITI PIU’ BASSI PER STRAVINCERE LE EUROPEE 2. IL MILIARDO DI EURO SU DIECI CHE IL CANTASTORIE FIORENTINO AVEVA SPERATO DI RACCOGLIERE DALL’AUMENTO DELLE TASSE (AL 26%) CHE LE BANCHE DEVONO PAGARE SULLA RIVALUTAZIONE DELLE QUOTE DI BANKITALIA POTREBBE GIA’ ESSERSI DISSOLTO NEL NULLA 2. A FREGARE IL PREMIER SONO GLI ISTITUTI DI CREDITO, CHE AVREBBERO PENSATO DI FARE FRONTE AL MAGGIORE DEBITO VERSO LO STATO CON IL MECCANISMO DELLE ‘IMPOSTE DIFFERITE’. IN ALTRI TERMINI: LE BANCHE NON CACCERANNO MANCO 1 EURO!

1. MAIL
Gentil Daghi, su quel miliardo parte della sedicente copertura degli 80 euro: per le banche sarà una imposta differita, cioè sconteranno il tutto da crediti futuri. Questo significa che stiamo parlando di una vera e propria minor imposta differita. Non c'è assolutamente la maggiore entrata a bilancio. Piu' che una tantum e' una zerum!
Anselmo di Aosta

2. DAGOREPORT
Tra i tanti buchi del decreto del governo Renzi che servirà per ridurre l'Irpef nel 2014 ce n'è uno da 1 miliardo che riguarda le banche. Il Romm'attore, infatti, proprio la settimana scorsa, aveva annunciato un innalzamento dal 12 al 26% della tassa che gli istituti di credito avrebbero dovuto pagare sulle corpose plusvalenze in arrivo dalla rivalutazione a 7,5 miliardi di euro del capitale della Banca d'Italia che era stata decisa già da Letta nipote.

Un provvedimento che nelle speranze di Renzie avrebbe portato nelle aride casse dello Stato circa 1 miliardo, che avrebbe perciò contribuito a finanziare quegli 80 euro al mese in più ai redditi più bassi che sono stati il cavallo di battaglia del premier fin dal suo insediamento al governo.

E invece nelle casse dello Stato potrebbe non entrare proprio un bel nulla. Le banche, infatti, che nei giorni scorsi non hanno mancato di manifestare il proprio disappunto rispetto all'inasprimento delle imposte attraverso la loro associazione di categoria Abi, potrebbero decidere di fare fronte al maggiore debito verso lo Stato andando a variare la voce di bilancio delle "imposte differite". Un'operazione contabile complessa che, in ogni caso, non comporterebbe alcun esborso di cassa. E che lascerebbe perciò il Rottam'attore a bocca asciutta del miliardo atteso con la stretta fiscale.

Un bel problema per Renzie. Ed è difficile pensare che la questione non sia stata affrontata nel pomeriggio durante l'incontro al Quirinale tra Re Giorgio e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

 

RENZI RENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTO bankitaliaMATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

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