1. IN ATTESA DI ARRIVARE A ROMA, IL CALIFFO PUNTA ALL’AMBASCIATA ITALIANA A TRIPOLI? 2. CON LO SBARCO DELLE TRUPPE DELL’ISIS, L'ARIA SI E' FATTA PESANTE E L’ITALIA, UNICA NAZIONE OCCIDENTALE PRESENTE A TRIPOLI, PENSA DI CHIUDERE LA PROPRIA AMBASCIATA 3. UN ALLEATO DI CARTA PESTA. IL RUOLO GIOCATO DALL’ITALIA IN LIBIA DELUDE GLI STATI UNITI 4. OBAMA AVEVA CHIESTO A MONTI, LETTANIPOTE E POI A RENZI DI FARSI CARICO DELLA SITUAZIONE A TRIPOLI, MA ROMA NON HA NÉ UOMINI NÉ SOLDI. E AL SOLITO HA FATTO AMMUINA 5. MA PER OBAMA NON È DEBOLE SOLTANTO LA NOSTRA PRESENZA IN LIBIA. È DEBOLE ANCHE IL MINISTRO PINOTTI, “COLPEVOLE” DI TAGLIARE LA SPESA MILITARE E DI ANDARE VERSO UN DIMEZZAMENTO DEL PROGRAMMA DI ACQUISTO DEGLI F-35. INTANTO, DERBY A DUE PER IL NUOVO CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA IN SCADENZA: PREZIOSA VS GRAZIANO

DAGOREPORT

 

BARACK OBAMA BARACK OBAMA

C’è una cosa sola, una cosa soltanto, che l’America di Obama chiede all’alleato italiano dai tempi del governo Monti: occuparsi in prima persona della Libia, dove si fronteggiano due governi e dove il califfato dell’Is conquista posizioni giorno dopo giorno. Ebbene, dalla caduta di Gheddafi (autunno 2011) a oggi, l’Italia ha profondamente deluso Washington e ora si prepara addirittura a chiudere l’ambasciata a Tripoli, ultimo presidio diplomatico occidentale in Libia.

 

“Non possiamo pensare a tutto noi”, questo il succo del ragionamento che stava alla base della richiesta di Washington a Roma, fin dai tempi di Mario Monti premier. Una posizione ribadita anche a Renzi nell’incontro con Obama della scorsa primavera e, da ultimo, nella conference call di Obama dello scorso 15 ottobre con i leader di Italia, Francia, Regno Unito e Germania, in cui si è parlato della crisi libica. Del resto l’Italia ha storicamente grossi interessi nel Paese, a cominciare dalla presenza dell’Eni, come anche li ha la Francia (la testa di Gheddafi è saltata per il petrolio).

 

matteo renzi arriva in smart all incontro con letta matteo renzi arriva in smart all incontro con letta

Attualmente in Libia ci sono due regimi che si combattono. A Tobruk ha sede un governo, uscito dalle discusse elezioni dell’estate scorsa, sostenuto dalla Francia, dall’Arabia saudita e dall’Egitto. Mentre a Tripoli c’è un esecutivo che ha il controllo della Tripolitania e che è formato da un’alleanza tra islamici moderati, islamici radicali dell’organizzazione “Alba libica” e milizie di Misurata.

 

Questo secondo governo gode dell’appoggio di Turchia e Qatar. L’Italia si sforza di mantenersi equidistante e auspica una riunificazione, ma intanto è l’unica nazione occidentale ad avere mantenuto un’ambasciata a Tripoli. Da notare che nei mesi scorsi sono stati segnalati contatti e prove di alleanza tra gruppi legati all’Is e “Alba libica”.

 

L’elenco delle doglianze a stelle strisce sull’Italia è molto semplice: siamo accusati di non avere dispiegato nel Paese né uomini né soldi e di sottovalutare pesantemente i rischi di un’espansione del Califfato in Libia. Oltre a tutto, con l’Is che ha esplicitamente annunciato di voler arrivare a Roma, forse sarebbe il caso di prestare attenzione all’eventualità che le bandiere nere non passino proprio da Tripoli.

Paolo Gentiloni Paolo Gentiloni

 

La novità è che il nostro governo sta pensando seriamente di chiudere anche l’ambasciata, affidata a Giuseppe Buccino Grimaldi. E anche le parole del neo ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ripetute due volte nelle ultime due settimane, sull’eventualità di un invio di militari come forza di “peace keaping” solo dietro preciso mandato Onu, sembrano confermare una certa volontà di lavarsene le mani.

 

La chiusura dell’ambasciata italiana sarebbe un altro segnale negativo anche per Washington e forse anche per questo l’ambasciatore preferirebbe evitarla. Almeno fin quando al Colle c’è Giorgio Napolitano, suo grande estimatore (era il suo secondo consigliere diplomatico).

 

Gli Stati Uniti sono anche piuttosto delusi dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Washington si attendeva una minima ripresa della spesa militare italiana, ma ha capito che con la ministra genovese non tira aria di grandi investimenti. Anzi. Alla fine c’è anche il “rischio” che il programma di acquisto dei famosi F-35 americani risulti dimezzato, esattamente come voleva Renzi.

GIUSEPPE 
BUCCINO 
GRIMALDI
GIUSEPPE BUCCINO GRIMALDI

 

Egualmente debole è ritenuto il capo di stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, il cui incarico scade a marzo e per la cui successione la Pinotti dovrebbe scegliere tra il generale Pasquale Preziosa, capo dell’Aeronautica, e il generale Claudio Graziano, capo di stato maggiore dell’Esercito (mentre tutto è in alto mare per la sostituzione di Leonardo Gallitelli ai vertici dei Carabinieri).

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...