INTELLIGENCE O DEFICIENCE: I SERVIZI DI OBAMA SI SPACCANO SUI I MISSILI NORDCOREANI

Maurizio Molinari per "la Stampa"

In un memorandum la "Defence Intelligence Agency" (Dia), una delle 16 agenzie di spionaggio che fa capo al direttore James Clapper, mette nero su bianco che "i nordcoreani sono in grado di confezionare ordigni nucleari sufficientemente piccoli da essere montati su missili" e ciò basta a far sobbalzare Washington.

Significa infatti che i vettori a medio raggio posizionati dai nordcoreani sulla costa orientale potrebbero - teoricamente - avere testate nucleari portando agli abitanti dell'isola di Guam, territorio americano, un pericolo molto serio. A svelare l'esistenza del documento è Doug Lamborn, deputato repubblicano del Colorado, durante un'audizione alla commissione Forze Armate della Camera del ministro della Difesa Chuck Hagel. Quando Lamborn gli chiede se "è vero ciò che afferma la Dia" Hagel sobbalza e, all'unisono con il capo degli Stati Maggiori Congiunti Martin Demsey, si trincera dietro il "no comment".

Tanto basta per innescare a Washington una fibrillazione sul "pericolo nucleare nordcoreano" che crea scompiglio nei rapporti con Seul e Tokio, a cui l'amministrazione Obama ha finora assicurato che tale rischio non esiste. In realtà l'unica prudenza del testo della Dia è nel ritenere che "non è probabile" il lancio di missili nucleari. Due ore dopo la rivelazione di Lamborn, dal Pentagono arriva la netta smentita: "E' inaccurato affermare che il regime nordcoreano ha provate capacità nucleari".

Tocca poi a James Clapper, direttore nazionale dell'intelligence, cercare di arginare lo scontro di visioni sull'arsenale di Kim Jong Un: "Il memorandum della Dia non rappresenta il consenso nella comunità d'intelligence" perché questo trova espressione solo nell'"National Intelligence Estimate". Ma l'atmosfera è tesa ed a confermarlo sono i veleni che piovono sulla Dia: "E'la stessa agenzia che nel 2003 affermava con sicurezza che Saddam Hussein aveva missili nucleari" fanno sapere fonti qualificate ai maggiori organi di informazione.

Che si tratti di divergenze di analisi o di scontro politico dentro l'amministrazione Obama, il risultato è di riproporre la rivalità fra intelligence e Pentagono che si è più volte manifestata dall'indomani dell'11 settembre: se infatti nel 2003 la Difesa credeva erroneamente nelle armi proibite di Saddam mentre la Cia era dubbiosa quattro anni dopo fu un "National Intelligence Estimate" ad affermare che l'Iran aveva bloccato il proprio programma nucleare militare sfidando quelle che erano le convizioni dei generali, poi confermatesi corrette.

Sul perché i contrasti riaffiorino ora in merito alle armi nordcoreane possono esservi più spiegazioni: dalla volontà dell'intelligence di non assumersi rischi di pericolose sottovalutazioni davanti all'imminente lancio di Pyongyang al desiderio del Pentagono di celare le informazioni più allarmanti al fine di scongiurare un'escalation in Estremo Oriente da parte di Seul e Tokio. Si spiega forse così il messaggio che il Segretario di Stato John Kerry, ha portato ieri al governo cudcoreano, assicurando che Washington "non accetterà che la Nord Corea diventi una potenza nucleare" e definendo "prematuro" il memo della Dia.

 

obama-spara-armiKIM JONG UN MISSILI PATRIOT ANTI COREA A TOKYO IN GIAPPONE MILITARI IN COREA DEL SUD IL GIAPPONE SCHIERA I MISSILI PATRIOT CONTRO LA COREA NEL CENTRO DI TOKYO SOLDATI SUDCOREANI AL CONFINE

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO