MAGISTRATI VS GOVERNO, SCONTRO FINALE – L'ASSEMBLEA STRAORDINARIA DELL'ANM METTE IN ATTO UNA “IMMEDIATA MOBILITAZIONE” CONTRO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA TARGATA NORDIO: PREVISTI UNA O PIÙ GIORNATE DI SCIOPERO, LA CREAZIONE DI UN COMITATO REFERENDARIO E UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE – IL PRESIDENTE GIUSEPPE SANTALUCIA REPLICA A GIORGIA MELONI, CHE A ATREJU AVEVA PROMESSO DI “LIBERARE” I MAGISTRATI DALL’INFLUENZA DELLA POLITICA: “NON ABBIAMO BISOGNO DI PATERNALISMO”
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
Giuseppe Santalucia - presidente anm
Volevano zittirli. E loro rilanciano. Lancia il segnale di guerra, l’Associazione nazionale magistrati. Stavolta sono tanti, circa 700, tutti insieme, ma 2mila le deleghe e chiudono con una mozione unitaria, nonostante le elezioni interne alle porte. Non solo contro la separazione delle carriere. Ma per «l’immediata istituzione di un comitato operativo a difesa della Costituzione aperto all’avvocatura, all’università, alla società civile».
Per «far conoscere alla cittadinanza i pericoli derivanti dalla riforma». Per «organizzare almeno una manifestazione nazionale da svolgersi in un luogo istituzionale significativo subito dopo l’eventuale approvazione in prima lettura della proposta di riforma». Quindi, eccole le nuove parole d’ordine: «mobilitazione culturale», «comitati referendari »; «forme di protesta» all’inaugurazione dell’anno giudiziario, tra un mese. E «una o più giornate di sciopero ».
È una giornata «importante, a suo modo storica», per l’Anm. Che col presidente Giuseppe Santalucia a fine mandato (si vota a gennaio) chiude una partecipata, calda assemblea. Sei ore di interventi duri e accorati, l’Aula magna della Cassazione gremita, dozzine di trolley accatastati — nonostante la luminosa domenica pre-natalizia. «Questa assemblea è la prova che l’associazionismo è vitale, sano. Il governo faccia il suo dovere nella giustizia — sottolinea Santalucia — con risorse, attenzione agli uffici, non parole. Noi la nostra parte la facciamo. Non abbiamo bisogno di paternalismo», riferendosi alla premier che, da Atreju, aveva promesso di «liberarli» dalla politica.
Interviene anche il consigliere laico del Csm, Ernesto Carbone: «Non voglio lasciare a mia figlia, 19 anni, una Costituzione violentata e un pm posto alle dipendenze della politica. E non è accettabile che un sottosegretario, pistolero, come Delmastro, dica che il Csm non può esprimere un parere negativo».
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Ha un bel dire, a sera, il senatore Fi, Gasparri: «Santalucia si illude di poter fermare le riforme». È quasi buio quando sciamano i trolley dal Palazzaccio, tanti sono giudici-ragazzini. E sembrano motivati a lottare.