NELLA MAGGIORANZA DI GOVERNO C’E’ UN “TERZO PARTITO”: E’ QUELLO FORMATO DA CONTE, TRIA, MATTARELLA (E DRAGHI), CHE OSTEGGIA I MINI-BOT E TUTTO CIO' CHE POSSA AMPLIARE LE DISTANZE CON L’EUROPA - LA TENSIONE TRA CONTE E I SUOI VICEPREMIER AUMENTA: SALVINI E DI MAIO LO VEDONO COME “LONGA MANUS” DEL QUIRINALE - TRIA DISERTA LA COMMISSIONE FINANZE DEL SENATO SU INVITO DELLA LEGA…
giuseppe conte e mattarella all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 1
1 - IL SOSPETTO DEL PREMIER: SE LA PRENDONO CON IL TESORO MA NEL MIRINO CI SONO IO
Alessandro Trocino per il “Corriere della sera”
Un bombardamento congiunto che ha come obiettivo dichiarato il ministro dell'Economia Giovanni Tria ma colpisce di striscio il bersaglio grosso, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A Palazzo Chigi le uscite parallele di Matteo Salvini e Luigi Di Maio sui mini-Bot hanno portato ulteriori argomenti al malumore che aleggia sul Palazzo del governo e al sospetto che sia «di una ritorsione alle parole del premier» che, «da giurista», due giorni fa aveva evidenziato le «criticità» dei mini buoni del Tesoro.
I rapporti dentro l'esecutivo si sono fatti difficili, e in vista delle trattative con l' Europa i due vicepremier sembrano voler scaricare sul ministro dell' Economia e sul premier le accuse che si sono scambiati per settimane. Anche per questo Conte ha convocato i due vice per un incontro che ci sarà domani, in vista del Consiglio dei ministri di martedì.
Uscire dall' impasse, trovare uno squarcio nel muro di irrilevanza che rischia di circondare l'Italia nella nuova Europa. Conte vuole riallacciare i fili del dialogo con l'Unione e aspetta l'esito delle elezioni amministrative, ennesimo turno elettorale che avvelena i pozzi del dialogo sull'altare della campagna del voto, per ritrovare un dibattito politico tra i due alleati più misurato e capace di ridare slancio all' azione del governo.
L'incontro a tre, chiesto e programmato prima del Consiglio dei ministri di martedì, dovrà dare qualche risposta e soprattutto dovrà diradare quella cortina «di diffidenza e di irritazione» che il premier avrebbe avvertito nel rapporto con i due vice. Il sospetto di Salvini e Di Maio è che Conte sia troppo sensibile alla linea di prudenza sull'Europa e non voglia entrare in conflitto con il Quirinale, concedendo troppo all'Unione europea sullo sforamento dal deficit per non incorrere nella procedura di infrazione. L'affaire mini-Bot rende la situazione ancora più delicata.
Uno strumento di pagamento già bollato come «illegale» o comunque come il cavallo di Troia per creare una moneta alternativa e far uscire l'Italia dall' euro. Il mini-Bot resta la bomba inesplosa che il premier dovrà maneggiare con attenzione. L'incontro di martedì, prima del Consiglio dei ministri, sarà l'occasione per chiarirsi le idee e provare a fugare qualunque nube dal futuro del governo. Conte chiederà il mandato pieno a governare mentre i due leader dovranno trovare una quadra nel rimpasto che nessuno vuole esplicitamente ma che appare come inevitabile.
Domani, il premier riceverà invece Manfred Weber, eurodeputato tedesco del partito bavarese Csu, alleato della Cdu di Angela Merkel. L' incontro è legato alla partita delle nomine europee. Il mandato del presidente della Commissione, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, scadrà il primo novembre e Weber è il candidato di punta del Ppe. L'Italia non è decisiva, ma Ppe e socialisti hanno perso la maggioranza e hanno bisogno di appoggi.
Conte ha un giudizio positivo del collega, che apprezza politicamente, e scambierà le sue idee con il deputato tedesco, anche se non potrà dare risposte definitive sulla posizione dell'Italia. Perché le decisioni, si fa sapere, saranno prese «in una logica di pacchetto». Tra le altre nomine da fare ci sono quelle dell' Alto rappresentante per la politica estera, del presidente del Consiglio europeo e del governatore della Bce. In settimana sono previsti contatti tra il nostro premier, il primo ministro della Croazia Andrej Plenkovic e quello della Lettonia Krijanis Karin, sempre nell'ambito della partita nomine. Il 14 giugno Conte sarà a Malta al vertice dei Paesi del Mediterraneo, dove si discuterà anche di questi temi.
2 - CONTE ORA SI SMARCA DAL CONTRATTO LA LEGA: IL "TERZO PARTITO" CONTRO DI NOI
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
In casa leghista lo chiamano «il terzo partito», quello che non ha sottoscritto il contratto di governo e che quindi non dovrebbe far parte della maggioranza gialloverde. Anzi, viste le prese di distanza non vuole proprio farne parte. I primi due partiti sono ovviamente Lega e Movimento 5 Stelle. Il terzo sarebbe formato da chi sta remando contro su una serie di questioni economiche, compreso i minibot: ci sarebbero Giuseppe Conte, Giovanni Tria.
Ma viene iscritto, suo malgrado, anche Sergio Mattarella e perfino Mario Draghi. Il premier, il ministro dell' Economia, il presidente della Repubblica e il presidente della Banca centrale europea sono tutti contrari allo strumento finanziario indicato dai primi due partiti per pagare i debiti della Pubblica amministrazione con i cittadini italiani.
Un bel problema politico che va a sommarsi ai tanti altri, a cominciare dalla risposta che il governo di Roma dovrà dare molto presto a Bruxelles, all' Ecofin e ai Paesi europei che hanno deciso di non fare più sconti al nostro Paese. Tutto questo verrà affrontato nel vertice tra Conte, Di Maio , Salvini con ogni probabilità domani.
Sul tavolo pure il dossier dei minibot che vede allineati M5S e il Carroccio. Del resto sono previsti nel contratto di governo, per l' appunto, in cui si dice che per risolvere il problema dei rimborso della Pubblica amministrazione occorre far ricorso a «titoli di Stato di piccolo taglio».
Nella Lega fanno notare che, nella seduta del 28 maggio, la Camera ha approvato un atto di indirizzo che impegna il governo su molti fronti: in un passaggio si prevede anche l' eventuale assunzione di «iniziative per l'ampliamento delle fattispecie ammesse alla compensazione tra crediti e debiti della pubblica amministrazione, oltre che la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio». Paradossalmente questo atto di indirizzo al governo è stato votato all' unanimità, quindi anche dalle opposizioni, Partito Democratico compreso. I Dem non si sono accorti che leghisti e 5 Stelle hanno infilato un pezzo del loro contratto di governo?
A parte questa incredibile svista, di cui il Pd si è reso conto solo l' indomani, il premier Conte dice che si tratta di «una iniziativa parlamentare che non ho ancora discusso con i promotori della Lega, ma da giurista mi sembra evidente che presenta diverse criticità».
Ecco il grande problema politico che si pone davanti al presidente del Consiglio e a quello che viene definito «il terzo partito» del quale farebbero parte la più alta carica dello Stato e il governatore della Bce. Il quale l' altroieri li bocciati senza appello: «I minibot o sono moneta, e allora sono illegali, oppure sono debito e quindi lo stock sale. Non vedo una terza possibilità. Mi fermo qui - ha proseguito Draghi - ma noto che la visione che i mercati sembrano avere dei minibot non sembra positiva».
Anche Tria ieri ha espresso parere negativo, ma dalla maggioranza fanno notare che il ministro dell' Economia dovrebbe conoscere bene, così come Conte, cosa c' è scritto nel contratto di governo e nell' atto di indirizzo parlamentare. «Nessuno ora può far finta di niente. Non me ne frega nulla di quale strumento verrà usato, basta che si trovino i soldi per pagare quegli italiani che hanno lavorato per la Pubblica amministrazione, hanno fatto delle forniture e aspettano da anni di essere pagati», afferma con forza Matteo Salvini.
goofy 7 alberto bagnai claudio borghi
Ma c' è qualcosa di più contro il ministro dell' Economia. Tria era stato invitato in commissione Finanze del Senato dal presidente leghista Alberto Bagnai.
Sarebbe dovuto andare domani per discutere delle prospettive economiche legate alla procedura di infrazione, ma si è rifiutato, preferendo invece presentarsi martedì nell' aula di Palazzo Madama su richiesta del Pd sullo stesso argomento. Il problema è che, fanno notare i suoi critici, in Aula la discussione si concluderà senza mozioni o risoluzioni, cosa che invece ci sarebbe stata in commissione. Allora, si chiedono i leghisti, con quale mandato Tria pensa di affrontare l' Ecofin?