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MELONI FA RETROMARCIA SUL “MODELLO ALBANIA”, MA RISCHIA UN NUOVO PASTICCIO – IL GOVERNO HA FRETTA DI VARARE UN DECRETO PER TRASFORMARE LA DESTINAZIONE D’USO DELLE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA PER MIGRANTI DI GJADER E SHENGJIN IN CENTRI DI PERMANENZA PER IL RIMPATRIO (CPR). MA LA COMMISSIONE UE METTE I PALETTI: “I CPR DOVRANNO PREVEDERE FORTI GARANZIE PER GLI INDIVIDUI, ACCORDI VINCOLANTI CON I PAESI TERZI E RISPETTARE IL DIRITTO INTERNAZIONALE” – IL 25 FEBBRAIO È ATTESA LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SUI “PAESI SICURI”. COSA PUÒ CAMBIARE E COSA PUÒ FARE L’ITALIA…
1 - I CENTRI ALBANESI SARANNO USATI PER IL RIMPATRIO DEGLI ESPULSI
Estratto dell’articolo di Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
giorgia meloni edi rama - hotspot per migranti in albania
Da centro di accoglienza per richiedenti asilo, provenienti da Paesi inseriti nella lista italiana di quelli sicuri, a Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) destinato ad accogliere migranti già destinatari di decreto di espulsione dall’Italia e quindi da riportare in patria. È il destino che attende il complesso albanese di Gjader e forse anche l’hotspot sulla costa di Shengjin.
Il governo è infatti intenzionato a trasformare per decreto la destinazione d’uso dei centri aperti sulla base del trattato con Tirana dopo le tre bocciature dei trattenimenti da parte dei giudici dell’Immigrazione e della Corte d’Appello di Roma, e in attesa della sentenza dei magistrati della Corte di Giustizia europea. Questi ultimi chiamati a rispondere ai quesiti di alcuni Tribunali italiani su quali siano i Paesi sicuri secondo l’Ue per capire chi possa accedere alle procedure accelerate alla frontiera.
GIORGIA MELONI CON DUE RAGAZZI DI COLORE - FOTO LAPRESSE
Il parere è previsto per il prossimo 25 febbraio. Ma l’esecutivo vuole agire prima, anche perché i giudici di Lussemburgo potrebbero anche prendersi altro tempo.
[…] in pratica secondo il piano che potrebbe essere varato a breve i migranti che si trovano in Italia e che sono già destinatari di provvedimento di espulsione già convalidato dal giudice potranno essere portati dall’altra parte dell’Adriatico e reclusi nei «nuovi» Cpr albanesi in previsione del loro rimpatrio.
Esulta il leader dei M5S ed ex premier Giuseppe Conte per il quale «il governo sta ripiegando sull’idea di fare dei centri in Albania dei semplici Cpr, come quelli che sono già in Italia, per i migranti in attesa di espulsione, con l’aggiunta che andrebbero da una sponda all’altra dell’Adriatico a nostre spese e con il corredo di tutto il personale necessario. Meloni ti avevamo avvertito in tutti i modi: non fun-zio-ne-ran-no».
[…]
Mentre il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani di fronte all’ipotesi di trasformare i centri in Albania si limita a un «vedremo», Giovanni Donzelli (FdI) assicura: «Non cambiamo idea sul progetto e sulla sua necessità. Lavoreremo affinché entri pienamente in funzione, nonostante vogliano provare a fermarci. Non ci scoraggeremo e andremo fino in fondo, dato che si tratta di un piano che ha valore e che nel resto d’Europa stanno iniziando a prendere come esempio».
Ma proprio dalla Commissione europea sottolineano come i centri di rimpatrio «dovranno prevedere forti garanzie per gli individui, accordi vincolanti con i Paesi terzi e rispettare sempre i diritti fondamentali e il diritto internazionale». Pur non commentando direttamente un eventuale cambio di utilizzo dei centri, la Commissione Ue conferma di essere comunque «in contatto con le autorità italiane sull’attuazione del protocollo con l’Albania». […]
2 - CHE COSA HANNO STABILITO LA CORTE DI GIUSTIZIA UE E I MAGISTRATI ITALIANI E COSA PUÒ FARE ROMA
Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
matteo piantedosi e giorgia meloni in albania con edi rama ai futuri centri migranti
1 Cosa ha disposto la Corte di Giustizia dell’Unione europea rispetto al trasferimento di migranti nell’ultima sentenza?
Il 4 ottobre 2024, interpellati dalla corte regionale di Brno, i giudici di Bruxelles si sono pronunciati sulla possibilità di designare, in base alla Direttiva europea del 2014, uno Stato come sicuro anche se tale valutazione non si applica all’interezza del suo territorio.
La Corte ha risposto che un Paese può essere classificato come sicuro solo se tale condizione è garantita «in modo generale e uniforme su tutta la sua superficie territoriale».
Nella sentenza si stabilisce anche che l’utilizzo della categoria del «Paese di origine sicuro» debba essere oggetto di una valutazione attualizzata del giudice: a lui, quindi, spetta l’ultima parola sulla condizione di paese sicuro al momento della decisione su una determinata persona.
giorgia meloni - migranti albania - vignetta altan
2 Cosa hanno deciso le corti italiane chiamate a pronunciarsi sulla convalida di trattenimento dei migranti trasferiti in Albania?
Con tre pronunce i giudici, prima della sezione immigrazione, poi (dopo il trasferimento per decreto della competenza) della Corte d’Appello, non hanno convalidato i trattenimenti nei centri detentivi albanesi, determinando così il rimpatrio di tutti i migranti trasferiti. Il nuovo stop, del 31 gennaio scorso, rimette gli atti alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Con questo quesito: «Il diritto dell’Unione» impedisce «che un Paese terzo sia definito di origine sicuro qualora, in tale Paese, vi siano una o più categorie di persone per le quali non siano soddisfatte le condizioni sostanziali di tale designazione?». Per il 25 febbraio è attesa la nuova sentenza dei giudici di Bruxelles.
3 Che succede, quindi, dei centri albanesi?
Per effetto delle pronunce dei giudici, i centri, realizzati sulla base di un’intesa tra governo italiano e governo albanese, sono pronti da mesi e sorvegliati dalle forze dell’ordine italiane, ma restano vuoti. Il governo, quindi, sta studiando un nuovo intervento normativo [...]
centro migranti DI GJADER IN ALBANIA
4 Come potrebbero cambiare le regole?
Sono state valutate diverse ipotesi, come utilizzare i centri albanesi come hotspot o centri accoglienza, ma sono state scartate. L’opzione ora in campo è che i centri albanesi si trasformino essi stessi in Cpr (centri per il rimpatrio) e accolgano, quindi, migranti già rimpatriabili.
5 Cosa cambierebbe nelle procedure di smistamento e trasferimento?
Ospiti dei centri albanesi non sarebbero più i migranti prelevati direttamente dalle navi della Marina nelle acque internazionali del Mediterraneo, in attesa che vengano espletate le procedure di frontiera accelerate, ma quelli già in Italia, classificati come irregolari e destinatari di un decreto di espulsione.
6 Cosa cambierebbe nell’iter di convalida?
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
Trasformando i centri albanesi in Cpr, i magistrati non sarebbero più chiamati a esprimersi sul trattenimento perché le procedure per il rimpatrio si sarebbero concluse già prima.
7 Chi si occuperà della gestione dei centri albanesi?
La responsabilità dei centri resta affidata alle forze dell’ordine italiane con lo stesso modello organizzativo dei Cpr già operativi sul suolo nazionale. [...]
i primi migranti arrivati nel centro di prima accoglienza di Shengjin